Imminente un provvedimento della Regione Toscana sugli scarichi idrici

In commissione Ambiente l’articolato passa con il voto favorevole di Pd e M5S. Contrari Lega e Sì - Toscana a sinistra. Tommaso Fattori (Sì): “Via libera ad una legge che, di fatto, autorizza gli scarichi fognari che violano le norme"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2016 20:18
Imminente un provvedimento della Regione Toscana sugli scarichi idrici

L’articolato, giudicato di buon senso da Partito democratico e Movimento 5 stelle, fissa al 2021 il termine ultimo per la conclusione degli interventi di depurazione, alcuni molto complessi, e consente un’autorizzazione in via provvisoria degli scarichi di acque reflue urbane in acque dolci o di transizione nel caso di agglomerati maggiori o uguali a duemila abitanti, in acque marino costiere per agglomerati maggiori o uguali a diecimila abitanti. Il testo, su cui Lega e Sì – Toscana a sinistra hanno espresso voto contrario, prevede inoltre una ricognizione, da parte di Ait (Autorità idrica toscana), degli interventi di depurazione necessari a garantire il rispetto della normativa comunitaria e nazionale. E per assicurare la tempestiva realizzazione dei depuratori necessari, l’Autorità dovrà adottare un piano stralcio contenente i termini di conclusione degli interventi, che dovranno comunque realizzarsi entro i prossimi sei anni.

Se un cittadino qualunque scarica i propri reflui fognari senza alcuna autorizzazione rischia sanzioni penali e amministrative. Nonostante che solo una parte dei 4500 scarichi esistenti in Toscana confluisca in un depuratore, e solo un'altra parte esigua abbia le necessarie autorizzazioni. Il Consiglio regionale si appresta così a concedere ai gestori ulteriori 6 anni di tempo (fino a tutto il 2021) per mettersi in regola con le normative europee.

“Dei 4500 scarichi fognari censiti in Toscana, solamente circa 1300 vanno ai depuratori, gli altri sversano liquami e acque inquinate direttamente nei fiumi o in mare, in molti casi con valori che vanno ben oltre il limite fissato per legge dieci anni fa” afferma Tommaso Fattori capogruppo in regione di Sì -Toscana a Sinistra e membro della Commissione Ambiente. “Ma quel che è peggio è che non è neppure chiaro quale sia il numero complessivo degli scarichi che superano i limiti di legge e che hanno continuato a sversare nel corso di tutti questi anni senza autorizzazione, inquinando le nostre acque e l’ambiente.

In questo caos, indegno di un paese civile, si regalano ancora ai gestori inadempienti sei lunghissimi anni per mettersi in regola. Certo, è scritto che il 2021 è il limite ultimo per realizzare le opere necessarie a depurare adeguatamente le acque reflue, ma sappiamo bene che il limite ultimo sarà, di fatto, anche l’unico: per anni ci dobbiamo preparare a ingoiare liquami non depurati e sostanze inquinanti”. “La situazione è inaccettabile perché le società di gestione del servizio idrico integrato, responsabili di tutto questo, sono in gran parte inerti e immobili da oltre un decennio.

Anni e anni di violazione di leggi e normative a tutela dell’ambiente e della salute” afferma Fattori “ma invece di sanzionare e di obbligare immediatamente tutti i gestori inadempienti a mettersi in regola in tempi davvero brevi, si lascia aperta la porta fino al 2021. Possibile mai che a metà del ‘500 abbiano costruito il corridoio vasariano in sei mesi e che nel 2015 ci vogliano sei anni per realizzare le opere necessarie a depurare le acque di fogna prima che finiscano in mare o nei fiumi? Possibile che nel 2016 si decida di autorizzare addirittura fino al 2021 scarichi che non sarebbero autorizzabili? Erano invece necessario sanzionare pesantemente i gestori inadempienti, colpendo i loro profitti e non certo appesantendo le bollette dei cittadini, impedire gli sversamenti dannosi e pericolosi, definire un obbligo a mettersi in regola entro due anni al massimo, dato che i gestori sono già in ritardo di almeno dieci anni”. “La cosa paradossale”, afferma Fattori, “è che tutti noi, nelle bollette dell’acqua, paghiamo il servizio di fognatura e depurazione anche quando il servizio per l’appunto non esiste o non è adeguato, o è genericamente e indeterminatamente «in programmazione».

In altre parole, siamo becchi e bastonati: paghiamo e allo stesso tempo subiamo l’inquinamento. Chi si ricopre d’oro e ogni anno distribuisce lauti dividendi agli azionisti sono i gestori privatizzati del servizio idrico integrato, che continuano a fare profitti senza aver realizzato basilari opere di depurazione degli scarichi fognari, in violazione della legge”, commenta Fattori. “Chi ha memoria storica ricorda che quindici anni fa l’argomento sbandierato dai sostenitori della privatizzazione delle società di gestione del servizio idrico integrato era questo: apriamo ai privati, così porteranno soldi per gli investimenti e potremo rispettare le nuove normative europee in tempi brevi, realizzando gli impianti di depurazione che l’Europa ora chiede agli stati membri.

Bene, dopo tutti questi anni possiamo fare un serio bilancio di ciò che è successo davvero. Le società di gestione sono state privatizzate, i privati hanno intascato utili e profitti ma hanno fatto scarsissimi investimenti, certamente solo una parte di quelli previsti nei piani di ambito e pagati dai cittadini nelle bollette, al punto che la situazione degli scarichi senza depurazione è ingiustificatamente tragica. Oggi la regione «copre» ancora una volta questo scandalo e autorizza scarichi inquinanti «non autorizzabili» addirittura fino al 2021, con un colpo si spugna”. Termina Fattori: “In Commissione avevo chiesto di poter avere un quadro preciso degli scarichi fognari senza autorizzazione, in violazione dei limiti di emissione, e di poter avere immediatamente i dati sulla gravità delle sostanze inquinanti sversate in questi anni, in modo da prevedere sanzioni adeguate per i gestori, ma soprattutto in modo da fissare una data ultima, entro poco tempo, per realizzare gli impianti di depurazione necessari, poiché il 2021 è un termine ultimo scandalosamente lontano.

La commissione invece ha dato il via libera e quindi la legge arriverà in aula a breve per il voto definitivo”.

Agli inizi degli anni 2000, per le gestioni idriche, si motivava l’apertura ai privati essenzialmente con l'urgenza di investire sulla rete obsoleta e sugli impianti di depurazione, ritenendo che solo il privato fosse in grado di trovare le risorse finanziare necessarie.

Nel corso della seduta di martedì 12 gennaio, la commissione ha licenziato anche la proposta di legge in attuazione del riordino delle funzioni provinciali in materia di tutela delle acque dall’inquinamento. L’articolato, passato con i voti favorevoli di Pd e M5s, l’astensione di Sì – Toscana a sinistra e il parere contrario della Lega, apporta modifiche importanti tra le quali il passaggio dal regime di autorizzazione a quello di controllo, la soppressione del comitato regionale di coordinamento, ormai non più necessario perché la Regione è unico soggetto. Modifiche sono inoltre previste sul regime sanzionatorio (art. 22). In questo caso si prevede l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Burt.

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