Il vino toscano si presenta al mondo con Sting come testimonial

Il cantante lancia da Firenze il “messaggio in bottiglia” che passa da Montepulciano con l’apertura dell’Anteprima. "Chianti Lovers": domenica torna l'Anteprima del Consorzio Vino Chianti. Il 12 e 13 febbraio torna alla Stazione Leopolda di Firenze la “Collection” del Chianti Classico.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2018 22:44
Il vino toscano si presenta al mondo con Sting come testimonial

Firenze, 10 febbraio 2018- Il vino toscano si presenta al mondo. Alla presenza dell'assessore regionale all'agricoltura e con un testimonial prestigioso come Sting si è aperta ufficialmente oggi a Firenze la settimana di Anteprime di 16 Consorzi toscani di tutela del vino. L'evento inaugurale delle Anteprime si è svolto alla Fortezza da Basso in parallelo alla seconda e conclusiva giornata di Buy Wine, la più grande iniziativa commerciale sul vino toscano. Un crocevia speciale, quello di stamani, scandito dalla presenza di giornalisti, operatori del settore, grandi acquirenti provenienti da tutto il mondo.A fare gli onori di casa insieme all'assessore regionale, Fabio Del Bravo, direttore dello sviluppo rurale ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Luca San Just di Teulada, Presidente AVITO, l'associazione dei consorzi toscani.La dimensione mondiale dell'iniziativa è stata sottolineata dalla presenza della rockstar Sting e della moglie Trudie Styler, titolare di una azienda vitivinicola in provincia di Firenze.

Prima del brindisi augurale, Sting ha cantato in versione acustica, insieme al cantante raggamuffin Shaggy, presente a sorpresa alle Anteprime, "Message in a bottle" e "Don't make me wait", il brano che i due artisti hanno eseguito al festival di Sanremo.La presentazione è stata poi seguita dall'avvio delle Anteprime con la degustazione le migliori bottiglie della nuova annata di produzione di 11 Consorzi toscani: Carmignano, Casole d'Elsa, Colline Lucchesi, Cortona, Elba, Maremma Toscana, Montecarlo di Lucca, Montecucco, Pitigliano e Sovana, Val di Cornia e Valdarno di Sopra.

Dopo questo avvio, le Anteprime proseguiranno sino a sabato prossimo nei territori di altri cinque consorzi di produzione: Chianti, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino dove la degustazione sarà affiancata dalla visita alle aziende, alle cantine, ai territori e ai paesaggi dove nascono i vini toscani.Si concluderà invece oggi il percorso di Buy Wine, la due giorni di incontri faccia a faccia tra produttori e buyers: sono state 215 le aziende vitivinicole toscane che vi hanno partecipato, cogliendo l'opportunità di poter incontrare direttamente i 190 buyers provenienti da 39 Paesi: dagli Stati Uniti e dalla Cina, dalla Corea del Sud e Brasile, da Azerbaijan e Colombia.

Questo straordinario momento di confronto del vino italiano con la stampa e con i mercati mondiali è stato anche l'occasione per uno sguardo d'insieme sull'ultima annata del vino toscano grazie alla presentazione del rapporto ISMEA sui vini in Toscana 2017.Dal quadro statistico è emerso come nel 2017 il mutamento climatico (l'annata è stata contraddistinta da una forte siccità) abbia inciso sulle produzioni: in Toscana la produzione di vino delle 22.000 aziende presenti è scesa sino a un milione e 600.000 ettolitri con un calo del 38% rispetto all'anno precedente, il tutto però senza intaccare la forza di un settore le cui produzioni sono quasi interamente certificate (sono 58 i riconoscimenti tra Dop e Igp) e che tenendo conto solo dei vini certificati, genera un valore di circa un miliardo di euro all'anno, con la prospettiva di una annata eccellente dal punto di vista qualitativo.

E’ stato il cantante alla Fortezza da Basso di Firenze, cantando il grande successo “Message in a bottle”, a dare il via all’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano. Un vero e proprio “assedio” quello che gli appassionati di vino e gli operatori hanno compiuto nella prima giornata in Fortezza. L’evento ha infatti attirato già nelle prime ore della manifestazione, al via sabato dalle 15, circa un migliaio di visitatori tra buyer e wine lover che sono arrivati a Montepulciano per scoprire le nuove annate in commercio da quest’anno, il Vino Nobile di Montepulciano 2015 (annata dal massimo rating, cinque stelle su cinque) e le Riserve 2014.

«Già dalle prenotazioni on line avevamo intuito che sarebbe cresciuta l’affluenza rispetto agli scorsi anni – commenta il presidente del Consorzio del Vino Nobile, Piero Di Betto, alla sua prima Anteprima da presidente – un evento che, mi preme ricordare, non è pensato solo per le aziende vitivinicole che vi partecipano, ma soprattutto per il territorio e al suo indotto che in tre giorni può godere della presenza di circa 3 mila persone che arrivano per il Vino Nobile e soprattutto di oltre 150 giornalisti da tutto il mondo che racconteranno Montepulciano non solo dal punto di vista vitivinicolo».

Per la giornata di domenica i preaccrediti on line hanno già fatto segnare un sold out che fa presagire a un nuovo bilancio da record.

Il programma di domenica e lunedì

L’Anteprima 2018 proseguirà nella Fortezza di Montepulciano, restaurata dai produttori associati al Consorzio e sede dell’Enoliteca e degli uffici consortili, per tutta la giornata di domenica 11 e lunedì 12 febbraio. I banchi di degustazione delle 45 aziende apriranno alle 11 e chiuderanno alle 18.30. Alle ore 16 di domenica 11 febbraio è prevista la premiazione del concorso “Le Belle Vetrine”. A seguire, sempre nella giornata di domenica, si svolgerà la tavola rotonda sul tema “Vinum Nostrum: viticoltura 4.0” a cura dell’Università Telematica Pegaso.

La giornata di lunedì sarà riservata solo agli operatori con invito con gli orari 10.30 – 18.30. La giornata di giovedì 15 febbraio invece, esclusivamente riservata alla stampa internazionale e italiana, vedrà l’assegnazione delle stelle alla vendemmia 2017. L’Anteprima sarà ancora aperta al pubblico domani, domenica 11 febbraio.

Il Cinquecentenario di San Biagio, il recupero di un’opera di Raffaello

 Nel 2018 ricorrono i 500 anni dalla posa delle prima pietra di quel capolavoro assoluto del Rinascimento italiano che è il Tempio della Madonna di San Biagio a Montepulciano (SI). La ricorrenza (1518-2018) è di grande importanza non solo per Montepulciano e per la vicenda di fede che portò alla costruzione del monumento, ma per l'intera storia dell'architettura. A questo proposito il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano si è impegnato nel restauro di una delle opere più significative conservate a Montepulciano, La Natività della Madonna attribuita a Raffaello Vanni, pittore della scuola senese del Seicento.

«Un impegno, quello del Consorzio e dei suoi soci verso l’arte e il territorio, non certo nuovo – continua il presidente Di Betto – già avevamo cominciato con il Pozzo dei Grifi e il Palazzo del Capitano negli anni ’90, per poi passare al grande lavoro di restauro della Fortezza, ma non ci fermiamo, per il nostro impegno è quello di contribuire non solo alla promozione, ma anche alla tutela del nostro contesto produttivo». Il grande dipinto, un olio su tela di 496x300 di dimensioni attualmente ubicato nella parete sinistra del presbiterio del santuario di S.

Agnese di Montepulciano, era in passato collocato nel 2° altare a sinistra del Tempio di San Biagio. Il restauro, attualmente in corso, avrà un costo di circa 15 mila euro messi a disposizione dai produttori soci del Consorzio.

Oltre 100 aziende e 500 tipologie di vino pronte per essere degustate dagli oltre 2 mila visitatori attesi per “Chianti Lovers” la nuova edizione dell'Anteprima promossa dal Consorzio Vino Chianti, per il quarto anno consecutivo aperta al pubblico, che quest’anno vedrà l’esordio della partecipazione del Consorzio di Tutela del Morellino di ScansanoDomenica 11 febbraio, dalle 16 alle 21 (dalle 9.30 alle 16 l'apertura è riservata ai soli operatori del settore accreditati) porte aperte al padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze.

In 'vetrina' l'Annata 2017 e la Riserva 2015 che caratterizzeranno questa settima edizione per la seconda volta organizzata nel polo fieristico fiorentino che ospiterà le aziende del Consorzio e dei Consorzi di sotto zona: Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, Montespertoli. La novità di quest'anno che accoglierà il pubblico e oltre 200 giornalisti accreditati sarà l'eccezionale presenza del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano che ha deciso di organizzare la sua anteprima assieme al Consorzio del Chianti e che sarà presente con venti aziende che faranno degustare la loro Annata 2017 e la Riserva 2015. L’Anteprima del Chianti sarà anche l’occasione per fare il bilancio del 2017 caratterizzato da un'annata colpita dalla siccità, dalle gelate e dal problema ungulati e che ha visto diminuire la quantità fino al 40% rispetto alla media.

Un danno che per fortuna non ha inciso sulla qualità del prodotto che, assicura il Consorzio, sarà eccellente. In programma, nell'ambito dell'anteprima, fra le varie iniziative un aperitivo con degustazione di vini abbinati al cibo e dj set. Tutti i partecipanti, grazie anche alla collaborazione con l'azienda di cristalleria FARA, avranno in omaggio il calice serigrafato #Chiantilovers in tiratura limitata.

Il 12 e 13 febbraio torna alla Stazione Leopolda di Firenze l’evento di presentazione delle nuove annate del Chianti Classico ai massimi esperti del settore, un’occasione unica per conoscere a fondo la denominazione, le sue etichette e le ultime novità da uno dei territori vinicoli più importanti del mondo. I numeri sono sempre più importanti: 186 aziende per 659 etichette in degustazione.

Un totale di oltre 9000 bottiglie che saranno aperte e servite da una squadra di 50 sommelier nella due giorni di manifestazione, alla presenza di oltre 250 giornalisti provenienti da 30 diversi paesi del mondo e più di 1800 operatori, italiani e stranieri. 59 le anteprime da botte dell’annata 2017 e ben 92 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione. Per quel che riguarda il programma, come di consueto, il giorno 12 febbraio la Collection aprirà le porte alla stampa nazionale e internazionale e, al fine di agevolare i rappresentanti del ramo HoReCa, anche agli operatori di settore a partire dalle ore 10 fino alle 18, per dar loro la possibilità di incontrare i produttori e testare le diverse etichette in degustazione.

Sarà invece dedicato esclusivamente alla stampa il giorno successivo. Alla Leopolda sarà possibile assaggiare in degustazione anche gli oli di 23 aziende produttrici di DOP Chianti Classico. E’ prevista, inoltre, la partecipazione istituzionale della Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico e della Lega del Chianti.

Il vino toscano nel 2017: è questo il tema del rapporto predisposto da Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare e presentato in occasione della giornata inaugurale delle anteprime di Toscana 2018. Ecco una sintesi dei dati che sono emersi.

La produzione vitivincolaQuella del 2017 è stata una delle vendemmie che più hanno risentito del mutamento climatico degli ultimi anni. Il risultato è che la produzione di vino in Toscana è scesa a 1 milione 600 mila ettolitri, 1 milione in meno rispetto all'anno precedente, con una flessione del 38 per cento, mentre a livello nazionale Ismea ed Unione italiana dei vini stimano volumi di produzione sui 40 milioni di ettolitri, con una flessione del 26 per cento rispetto al 2016. Strutturalmente la Toscana è una terra di vini rossi.

Circa l'88 per cento dei vini toscani, infatti, sono rossi. E di questi, i più sono produzioni Dop, ossia Doc e Dogc. E proprio la produzione Dop interessa la quasi totalità della superficie viticola regionale, essendo pari al 93 per cento, tra bianchi e rossi, mentre la media nazionale è del 56 per cento.Più in dettaglio, la vendemmia 2017 ha portato in cantina circa 2 milioni 300 mila quintali di uve, che hanno prodotto 1 milione 167 mila ettolitri di vino Dop e 391 mila ettolitri di vino Igp. In Toscana il numero di aziende con vite è di oltre 22 mila unità, delle quali poco più di 15 mila con vite da vino Dop.

Si tratta di aziende contrassegnate da dimensioni piccole o medio-piccole, anche se non mancano alcune aziende di ampiezza rilevante. Venti sono le cantine sociali, la cui produzione è stata pari al 13 per cento del totale regionale.

Le caratteristiche dei vignetiIl quadro generale toscano evidenzia un tipo di vigneto vivace, dinamico ed orientato all'innovazione. Nell'ultimo decennio la superficie a vite della Toscana si è ridotta solo marginalmente, meno 6 per cento, ed anzi di recente ha ricominciato ad espandersi ed a migliorarsi grazie anche agli strumenti, gestiti dalla Regione Toscana, messi a disposizione delle politiche comunitarie, che hanno fatto sì che oltre il 43 per cento dei vigneti toscani si sia rinnovato e il 24 per cento, oltre 14 mila ettari, lo abbia fatto nell'ultimo decennio. In Toscana, secondo dati regionali, il vitigno più rappresentativo è il Sangiovese, con il 62 per cento dell'intera superficie iscritta allo schedario viticolo, seguito dal Merlot e dal Cabernet Sauvignon rispettivamente con l'8 e il 6 per cento.

La Toscana conta 58 riconoscimenti tra Dop e Igp. Il patrimonio ampelografico regionale è alla base dei 58 riconoscimenti tra Dop e Igp. Delle 52 Dop, per inciso, ben 11 sono Docg e le altre 41 Doc, mentre 6 sono le Igp. Nonostante questo elevato numero di riconoscimenti, i punti di riferimento dimensionali rimangono il Chianti e il Chianti Classico, rispettivamente con il 44 e il 21 per cento della superficie. Il Brunello e il Nobile seguono a molta distanza con il 6 e il 4 per cento.

Per quanto riguarda le Igp, sono stati oltre 12 mila gli ettari interessati nel 2017, con la quasi totalità della produzione afferente all'Igp Toscana.

Il valore della produzioneIl valore ex fabrica generato dalla filiera dei vini Dop e Igp imbottigliati toscani è stimata nell'ordine del miliardo di euro, circa 850 milioni di euro per i Dop cui si aggiungono 148 milioni per le Igp, pari al 12 per cento sul totale di 8 miliardi 200 milioni di euro stimato da Ismea per l'Italia. Il sistema di valori materiali ed immateriali legato al vino toscano trova ampia risonanza all'estero. Quasi il 60 per cento della produzione certificata regionale, considerando un'annata produttiva normale, prende la via dei mercati esteri, rappresentando circa il 20 per cento del totale export di vini Dop fermi nazionali.

Infatti, ogni anno circa 900 mila ettolitri di vino toscano trovano spazio sui mercati internazionali, in un rapporto fino a oggi piuttosto stabile tra paesi extracomunitari e comunitari, circa 57 e 43 per cento, per un fatturato di oltre 560 milioni di euro, evidenziando una capacità di proiezione verso mercati lontani tutt'altro che tipica del food & beverage italiano, ancora prevalentemente orientato verso i mercati più vicini.

L'andamento del mercatoNonostante Stati Uniti e Germania si confermino i due principali Paesi di destinazione ed insieme rappresentino oltre il 50 per cento del mercato toscano delle Dop, si rileva un graduale spostamento dei flussi dai tradizionali e già consolidati mercati verso quelli più piccoli, geograficamente distanti ma in grande crescita. Nello specifico, le prime cinque destinazioni per rilevanza in valore nel 2016 hanno perso il 5 per cento del mercato e nel 2017 sono rimaste stabili, mentre le restanti destinazioni sono cresciute del 2 per cento nel 2016 e del 3 per cento nel 2017.

In particolare, la battuta d'arresto si è registrata in tutti i principali Paesi clienti ad eccezione del Regno Unito e della Russia che ha fatto registrare una decisa crescita della domanda. Anche le esportazioni verso il Canada e la Svizzera sono aumentate. Un'ulteriore evidenza che emerge dall'analisi, riguarda il posizionamento e le quote di mercato nelle destinazioni più tradizionali. Queste non rappresentano affatto una tranquilla garanzia, ma influenzate da fattori di mercato, nonché da meno controllabili elementi di geopolitica, richiedono presidio, attenzione e continui sforzi commerciali nonostante la solidità e notorietà di marchi di cui la vitivinicoltura toscana può ampiamente vantare. Una sistemica analisi dei valori di vendita sui mercati esteri evidenzia che, a fronte di un valore medio complessivo cresciuto del 5 per cento negli ultimi tre anni, le performance migliori per i vini toscani sono quelle ottenute fuori dai confini comunitari dove il "prezzo" medio di vendita è cresciuto del 7 per cento, a fronte di una stabilità del mercato interno all'Unione Europea.

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