A rischio il Referendum sulla Legge di riforma della Sanità n. 28 del 2015

All’unanimità la commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), licenzia una proposta per abbreviare i tempi per l’indizione ed ampliare il periodo per la consultazione. Martedi 15 dicembre (ore 14:00) manifestazione con partenza da Piazza San Marco fino al Consiglio Regionale. In Toscana gli ultrasessantacinquenni sono già 860 mila e nei prossimi 40 anni si assisterà a un raddoppio anche degli anziani con disabilità che passeranno dai 37mila attuali ai 74mila del 2050

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2015 20:17
A rischio il Referendum sulla Legge di riforma della Sanità n. 28 del 2015

Firenze– Oltre 55.000 cittadini toscani hanno sottoscritto la proposta di Referendum abrogativo della riforma della sanità toscana, promosso da associazioni di cittadini, sindacati indipendenti, organizzazioni politiche di opposizione. La Giunta regionale in risposta sta tenendo fermo l’iter del referendum e sta tentando di approvare in tutta fretta una proposta di legge che modifica solo di qualche virgola la legge precedente con lo scopo di fermare il referendum e di impedire ai cittadini di esprimersi democraticamente. Il 15 dicembre, per dire basta ai tagli alla sanità attuati dalla regione Toscana, l'appuntamento con ritrovo in piazza San Marco è davanti all'Accademia di Belle Arti.

La Regione Toscana, a seguito dei tagli previsti dal governo, sta attuando l'accorpamento da 12 a 3 delle ASL e intervenedo su 2.000 esuberi entro il 2016, che si aggiungono ai 2.500 in meno per il blocco del turn over, facendo seguito alla delibera 1235 del 2012, con tagli di posti letto, di piccoli ospedali, distretti sanitari, anche perché è indebitata per 20 anni con i costruttori dei 4 nuovi ospedali con il project financing.

”Con lo sforzo di tutti, abbiamo trovato un giusto equilibrio tra la volontà popolare e le esigenze legate agli adempimenti necessari per un corretto svolgimento della consultazione”. Così il presidente Giacomo Bugliani (Pd) ha commentato il lavoro svolto dalla commissione Affari istituzionali, che, all’unanimità, ha licenziato una proposta di legge per accelerare lo svolgimento dei referendum regionali. Il presidente della Giunta regionale, ricevuto il verbale del Collegio di garanzia che attesta la regolarità delle firme, avrà quindici giorni di tempo, e non più trenta, per indire la consultazione. Nel caso di referendum abrogativo, tra il decreto di indizione e lo svolgimento della consultazione potranno trascorrere non meno di centoventi e non più di centottanta giorni.

Il limite di centottanta giorni previsto dalla disciplina attuale, in altri termini, non stabilisce più il periodo minimo, ma il termine massimo. Non c’è più un solo arco temporale, tra il 16 aprile ed il 30 giugno, entro cui tale consultazione può essere svolta. Il referendum abrogativo si potrà svolgere in due giornate, domenica e lunedì, comprese tra il 1° marzo ed il 30 giugno e tra il 10 ottobre ed il 10 dicembre. Queste novità si applicano anche “alle fasi non concluse dei procedimenti referendari in corso al momento dell’entrata in vigore della legge”.

I numeri della riforma sanitaria sono stati al centro dell’incontro tra il presidente della commissione Sanità e politiche sociali, Stefano Scaramelli (Pd), e i giornalisti, arrivati a palazzo Panciatichi, per approfondire la legge di riordino e soprattutto per capire il ruolo del Consiglio. “Come commissione abbiamo fatto un lavoro molto interessante, tutti i gruppi politici hanno collaborato entrando nel merito delle questioni – ha sottolineato Scaramelli – ed i numeri ne sono la dimostrazione”.

“Gli emendamenti approvati sono stati più di 100, di cui 85 del Pd e 15 condivisi con le opposizioni; delle osservazioni arrivate ne sono state accolte il settanta per cento (30 su 47) – ha spiegato il presidente – in quattro sedute dedicate, la commissione si è confrontata su ogni articolo e ogni emendamento: 132 gli articoli discussi, 150 con quelli inseriti in sede di commissione”. Il testo uscito dalla commissione, frutto di un intenso lavoro di approfondimento, ha portato ad introdurre una serie di emendamenti, tesi ad affermare il ruolo del Consiglio regionale e in particolare della commissione competente.

“Il Consiglio regionale si riappropria del diritto di dare parere su indirizzi che determinano gli statuti delle aziende, su nomine dei revisori dei conti, parere su piano di area vasta, su strumenti di programmazione – ha sottolineato – ed anche il Consiglio sanitario sarà a servizio del Consiglio regionale”. L’esame del testo, iniziato all’inizio di dicembre, ha visto i commissari prima concentrarsi sui suggerimenti inviati nel corso della consultazione, in un secondo tempo elaborare gli emendamenti dei gruppi consiliari.

Nei mesi precedenti ricordiamo che la commissione aveva svolto dodici tappe sul territorio, incontrando circa 3mila operatori e raccogliendo oltre 250 proposte, per dare voce ai protagonisti della sanità e arrivare ad una riforma condivisa, come ricordato da Scaramelli. Il processo di riordino si attua attraverso l’accorpamento delle dodici aziende unità sanitarie locali in tre aziende, una per ciascuna area vasta (azienda Usl centro, azienda Usl Toscana Nord Ovest, azienda Usl Toscana Sud Est).

I principi cui si ispira sono la semplificazione del sistema, la riduzione dei livelli apicali, l’uniformità e omogeneità organizzativa in contesti più ampi rispetto ai precedenti, la sinergia tra Aou e Ausl attraverso la programmazione integrata, la valorizzazione del territorio, la realizzazione di economie di scala sui diversi processi, l’integrazione della rete ospedaliera su contesti più ampi ed una diffusione omogenea delle migliori pratiche all’interno del sistema. Scaramelli ha quindi presentato il lavoro della commissione, che ha apportato modifiche al testo, cooncentrandosi su alcune parole chiave, partendo dai territori e dall’obiettivo del riequilibrio delle risorse, guardando alle zone montane, di confine e insulari, in funzione dei bisogni dei territori e dei cittadini-utenti.

In tale contesto si inserisce la verifica: “la commissione competente, annualmente, potrà valutare l’operato delle direzioni generali per verificare la rispondenza con le istanze dei territori”. E in tema di risorse: “il Bilancio consolidato delle Asl andrà in III commissione”. Sul fronte del risparmio: “i membri delle commissioni regionali, sanitarie e bioetica, non avranno indennità ma solo rimborsi spesa”. Tra le novità ricordiamo ancora l’istituzione del dipartimento dei servizi sociali; l’istituzione della rete pediatrica, pronto soccorso con triage dedicato, per una sanità a misura di bambino; la prevenzione che torna a livello di distretto; il ruolo del direttore sanitario protagonista della governance della direzione delle reti ospedaliere.

Infine la proroga dei contratti precari, con la Giunta che avrà cura di convocare le parti sociali per la stabilizzazione dei dipendenti. La parola passa ora all’esame dell’aula, che sarà chiamata a votare la riforma nella seduta della prossima settimana.

«La necessità assoluta di derogare, come è stato fatto per l'Elba, rispetto ad ipotesi di perdita dell'autonomia della nostra Zona». E’ quanto chiede in una lettera, a fronte della zonizzazione che verrà rivista riguardo alle aree distretto, il sindaco di Volterra Marco Buselli in una lettera inviata all'assessore regionale alla sanità, al presidente della Commissione Sanità e ai consiglieri della Commissione Sanità. «Stiamo gestendo – si legge nella lettera -, come territorio, una fase difficilissima e molto complessa, quale quella relativa all'istituzione della Rems (divenuta riferimento a livello regionale e per l'Umbria) e all'avvenuta creazione di una struttura intermedia per pazienti psichiatrici.

Portare avanti al meglio e dare stabilità ad un progetto innovativo ed articolato, ma anche delicato dal punto di vista sociale, come quello della Rems, presuppone necessariamente la possibilità di poter governare i processi a livello locale». Allegato alla lettera anche un intervento, portato nello scorso Consiglio Comunale aperto di Zona dalla Rsu dell'Ospedale d Volterra: «Forse più di tante parole – scrive il sindaco Buselli -, le osservazioni concrete di chi lavora nella struttura e la vive quotidianamente, possono aprire uno sguardo più profondo sulla realtà ospedaliera volterrana e sulle sue implicazioni».

Un dialogo forte e serrato fra le istituzioni e le organizzazioni della rappresentanza sociale a cominciare dai luoghi deputati come i comitati di rappresentanza delle Società della Salute. E’ in sintesi il messaggio contenuto nel documento che Anp e Cia Toscana hanno presentato al presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale Stefano Scaramelli. «Dialogo forte – ha sottolineato il presidente Anp Toscana Alessandro Del Carlo - ma anche conferenze delle associazioni dei comuni e con le Asl.

La partecipazione è un elemento essenziale per impostare i programmi e organizzare le azioni in equilibrio con i bisogni reali dei cittadini, e al tempo stesso è un modo per monitorare la qualità e l’efficienza dei servizi. L’obiettivo – ha aggiunto – è un sistema pubblico socio sanitario giusto, efficiente, sostenibile, innovativo e partecipato, che dia risposte alle esigenze delle aree rurali e montane della Toscana. L’Anp e Cia Toscana sono consapevoli del fatto che nei prossimi anni il sistema socio sanitario della Toscana sarà chiamato ad affrontare sfide importanti, a cominciare dai nuovi bisogni sociali imposti dall’invecchiamento della popolazione.

In Toscana gli ultrasessantacinquenni sono già 860 mila e nei prossimi 40 anni si assisterà a un raddoppio anche degli anziani con disabilità che passeranno presumibilmente dai 37mila attuali ai 74mila del 2050 (fonte ANP Toscana su dati Istat e Piano sanitario). Il tema delle risorse necessarie al sostegno del sistema è argomento sensibile soprattutto in periodi di crisi economica; perciò è necessario riuscire a coniugare razionalizzazione, lotta agli sprechi e alle inefficienze, con una politica di nuovi investimenti finalizzati ad una riorganizzazione del sistema capace di dare risposte ai cittadini toscani soprattutto agli anziani. Il modello della sanità toscana, e più in generale il sistema sociosanitario, è un valore importante per tutti i cittadini della regione, una conquista sociale e civile, che merita di essere difeso e continuamente migliorato.

In particolare per liste di attesa, fenomeno non più sopportabile in queste proporzioni. Serve un nuovo sistema per l’individuazione delle priorità, assieme ad un intervento che modifichi la gestione del servizio intramoenia, finalizzato a dare priorità al servizio pubblico in luogo di quello privato. Diritti di cittadinanza, servizi sociali e civili nelle aree rurali; dai trasporti, agli uffici postali, al commercio di prossimità al ruolo crescente dell’agricoltura sociale; combattere i fenomeni di isolamento sociale e di solitudine, avviare processi virtuosi per favorire l’utilità sociale degli anziani, sono stati gli ulteriori argomenti affrontati nell’incontro. L’Anp Cia Toscana nel ribadire l’importanza delle politiche integrate nei servizi socio sanitari, fa appello alla Regione Toscana e alle istituzioni deputate all’attuazione dei programmi (Asl, comuni associati) di favorire tale integrazione già nella fase della programmazione.

Fondamentale – ha aggiunto Anp - che si sviluppino politiche e azioni per promuovere l’utilità sociale degli anziani costruendo progetti per il coinvolgimento degli anziani nelle attività sociali che è anche il modo per favorire ciò che anche la scienza medica definisce “l’invecchiamento attivo” degli anziani. All’incontro con Scaramelli erano all’incontro la delegazione Anp con Alessandro Del Carlo, Marcello Ricci e Luciano Aroni; delegazione Cia con Luca Brunelli, Giordano Pascucci, Anna Maria Dini e Francesco Sassoli.

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