Il Liceo Artistico di Porta Romana in finale al Teen Short Film Festival

Gli studenti della quinta G del settore Multimediale e Audiovisivo dell’anno 2014-2015 sono tra i primi tre finalisti del Teen Short Film Festival

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 dicembre 2015 23:17
Il Liceo Artistico di Porta Romana in finale al Teen Short Film Festival

La premiazione del corto “Smart life” realizzato dagli studenti della V° G, del Liceo Artistico di Porta Romana, settore Multimediale e Audiovisivo dell’anno 2014-2015 avverrà domani, mercoledì 9 dicembre 2015 alle ore 10.00 presso il Teatro Cinema Odeon di Firenze, alla presenza di Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Stefania Ippoliti, Responsabile Mediateca e Area Cinema – Fondazione Sistema Toscana, del Presidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana e del Presidente della Commissione Comunicazione del Parlamento degli Studenti della Toscana.

Francesca Sestini è la docente del corso di progettazione multimediale e audiovisiva che ha seguito gli studenti nelle fasi di elaborazione del corto.

Prof.ssa Sestini come è nato il progetto?

“Con i miei studenti l’anno scorso abbiamo lavorato sul video. Volevamo fare un cortometraggio. Questo è successo grazie all’incontro Nicoletta Perondi, amica del liceo che ha studiato al Dams e adesso si occupa di regia. Abbiamo deciso di fare questa esperienza insieme iniziando proprio dalla scrittura perché senza scrivere una sceneggiatura non funziona niente. La prima fase è stata molto dura perché gli studenti erano abituati a lavorare in maniera più pratica. Poi la cosa è diventata interessante perché studiando una vera e propria sceneggiatura teatrale abbiamo capito cosa voleva dire sceneggiare e a quel punto la classe si è divisa in due grandi gruppi che hanno costituito due troupe cinematografiche. 

La prima ha lavorato su “Smart life” e devo dire che sono stati molto bravi perché sono riusciti a rispettare i tempi brevi del corto. La seconda troupe si è fatta prendere la mano e pur essendo un lavoro interessante, con spunti poetici non indifferenti riguardo il tema della ricostruzione storica di questa scuola negli anni trenta, con ricerca del costume, del trucco, del personaggio e anche di tutti gli oggetti della vita comune, il cortometraggio è diventato troppo lungo ed è stato impossibile farlo partecipare a questo festival. Quando ho deciso di portare questo lavoro al concorso non ho mai pensato assolutamente che potesse rientrare nella rosa dei vincitori perché ci sono tante scuole della Toscana e non solo quelle artistiche. Quando poi è arrivata la lettera ci ha riempito di una grande gioia. Una cosa molto interessante è che questo video, a parte alcune colleghe, è inedito”.

E gli attori?

“In ognuna delle troupe si sono divisi tutti i ruoli. Ci sono stati registi, scenografi, cameraman, direttori della fotografia, fonici e naturalmente anche attori. Ogni gruppo era composto di circa 12, 13 studenti”.

Qual è il soggetto del corto?

“Il soggetto che è scaturito proprio della scrittura. Io avevo posto come tema l’analisi dei vizi e delle virtù dei giovani di oggi. Quindi un vizio magistrale che hanno tutti è l’utilizzo degli smartphone e i social network in maniera quasi compulsiva. Loro simpaticamente hanno voluto vedere il lato ironico, paradossale ma anche positivo. Quindi hanno suddiviso questo film, che ha per titolo “Smart life”, in tre episodi. 

Nel primo episodio la scena è in un famoso telegiornale dove sono tutti pronti per andare in onda in prima serata e il conduttore invece di iniziare la trasmissione, invia messaggi in diretta, accorgendosi di essere in diretta, ma è irrefrenabile l’impulso. Il secondo è un episodio buffo che si svolge in una scuola dove i ragazzi sono soli in classe, qualche secondo prima che arrivi la professoressa terribile, di matematica, impauriti per l’interrogazione, ma c’è un ragazzo nell’ultimo banco che gioca con lo smartphone. Arriva la professoressa e si accorge subito che lui non partecipa alla lezione. Fra parentesi il ruolo della professoressa cattiva è toccato a me provando l’emozione di fare la professoressa cattiva. Alla fine, pur cattivissima, la docente prende lo smartphone e continua giocare al posto del ragazzo perché ha dei trucchi per poter superare più veloce i livelli.

L’ultimo si chiama “Smart war” ed è una scena di guerra. I ragazzi un giorno sono arrivati tutti carichi di vestiti e armi giocattolo, anche se sembravano veri, presi in prestito. Cercavano di fare una finta guerra travestiti da soldati, immaginando una guerra di oggi che non è più una guerra in trincea ma una guerriglia urbana, tra le mura. Abbiamo girato nel giardino dietro la scuola e quello è veramente molto interessante e bello. È difficile dire tante cose in 10 minuti, quest’ultimo dura sui 3, 4 minuti ma riassume in maniera magistrale il significato positivo”.

Che attrezzature avete usato?

“Inizialmente abbiamo fatto le riprese solo la macchina fotografica, da più punti di vista in contemporanea, poi è stato fatto un lavoro di produzione. Per fortuna la scuola ci ha comprato una telecamera, adatta per gli studenti, che però ha dato delle grandi soddisfazioni. Grazie anche al prezioso supporto della mia collega Francesca Sandroni che si occupa di design del suono e in breve tempo ha sistemato tutto il corto. Nell’ultimo film abbiamo utilizzato una tecnica più adatta alle riprese e quindi è proprio quello più importante per tutti. Hanno fatto un grande lavoro insieme”.

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