Sabato 7 aprile manifestazione regionale a sostegno della resistenza kurda

Alle 15.30 concentramento sotto il Consolato Usa in Lung.no Vespucci. Da lì corteo verso i Consolati russo e tedesco per denunciare le complicità e l’appoggio dei governi occidentali ad Erdogan. Verdi, Grassi e Trombi (Firenze Riparte a Sinistra) e Amato (Gruppo Misto-PaP): “Presenteremo un atto in consiglio comunale per conferire la cittadinanza onoraria ad Öcalan"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2018 22:05
Sabato 7 aprile manifestazione regionale a sostegno della resistenza kurda

Sabato 7 aprile si terrà a Firenze la manifestazione organizzata dalla Comunità Kurda in Toscana e dal Coordinamento Toscano per il Kurdistan, con numerose realtà politiche, sociali e studentesche che sono state protagoniste delle iniziative di sostegno alla lotta kurda e di denuncia delle complicità dei governi occidentali con la Turchia di Erdogan.

Stamani la Conferenza Stampa il Presidente della Comunità Kurda Erdal Karabey, una rappresentante del Coordinamento, il padre e gli amici di Lorenzo, un ragazzo di 32 anni di Rifredi che è in Rojava a combattere con le Ypg kurde da oltre 9 mesi, insieme a numerosi ragazzi/e che da tutta Europa e dal mondo hanno raggiunto il Kurdistan per unirsi alla lotta contro Isis e a difesa della libertà.

"Vogliamo denunciare il silenzio che circonda quanto avviene oggi nel nord della Siria, dove le forze kurde Ypg e Ypj che hanno liberato Kobane, Raqqa e larga parte del nord della Siria dalle milizie islamiste, sono oggi attaccate dal regime turco -annunciano la Comunità Kurda in Toscana e il Coordinamento Toscano per il Kurdistan- Vogliamo inoltre denunciare la complicità del nostro governo proprio con il regime di Erdogan, beneficiario - attraverso Leonardo-Finmeccanica, azienda di punta dell’industria della guerra italiana – dei sistemi radar e degli elicotteri d’attacco Mangusta A 129 utilizzati dall'aviazione turca contro le forze di difesa kurde ma soprattutto contro la popolazione civile di Afrin.

Non è un caso che solo pochi mesi fa il primo ministro Gentiloni fosse ad Ankara a rilanciare l'accordo bilaterale Joint Economic and Trade Commission per la promozione degli scambi commerciali Italia-Turchia, così come non è casuale che Erdogan durante la sua visita ufficiale in Italia nel febbraio scorso avesse ai primi posti della propria agenda proprio l'incontro con i rappresentanti di Confindustria. Il governo turco utilizzando forze islamiste mercenarie ha invaso il cantone di Afrin - Siria del nord a maggioranza kurda - con l'obiettivo di annettere militarmente alla Turchia parte di quel territorio e mettere così fine all’esperienza di autogoverno costruita dai kurdi nel Rojava: il Confederalismo Democratico che, grazie al sostegno del movimento di liberazione kurdo del PKK in Turchia, rappresenta una reale alternativa alle politiche di sfruttamento e spartizione promosse dalle potenze globali e regionali, ponendosi come unica prospettiva per una fine della guerra in Siria in grado di realizzare una convivenza pacifica di tutte le etnie e religioni che da sempre abitano quei territori. L'operazione militare beffardamente denominata ramoscello d'olivo è solo l’ultimo atto della politica fascista e revanscista di Erdogan che - dopo aver raso al suolo le città kurde nel sudest della Turchia, messo a tacere qualsiasi opposizione incarcerando a migliaia tra attivisti, giornalisti, accademici, amministratori e deputati - rivolge adesso il secondo esercito della Nato contro il movimento kurdo nel Rojava nel tentativo di portare a termine il disegno di espansione della potenza regionale turca in Medio Oriente, coniugando nazionalismo, islamismo e feroce repressione.

In questo momento il governo turco sta attuando nel territorio occupato nel nord della Siria una vera e propria pulizia etnica, con attacchi brutali nei confronti della popolazione kurda per costringerla a lasciare le proprie case, ancora nel silenzio complice dei governi europei, ricattati apertamente da Erdogan con la minaccia dei profughi siriani che ha avuto incarico di "custodire" in nome e per conto proprio dell'Unione Europea".

Il Consiglio Comunale di Firenze ha già condannato l’attacco criminale della Turchia e si è espresso in altri momenti a sostegno dell’esperienza kurda. Numerose sono state le iniziative di protesta che si sono tenute nella nostra città, presso Confindustria ed i consolati russo ed occidentali, nella facoltà di Architettura occupata per tre giorni di iniziative su quanto sta accadendo, con decine di iniziative di informazione organizzate nell’intera area metropolitana. Da pochi giorni, su scala internazionale, è stata attivata una campagna di sensibilizzazione e boicottaggio del turismo in Turchia con lo slogan "Prima di comprare un biglietto verso la Turchia, non dimenticare che i soldi che spendi vanno per la guerra".

Il gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra, con la consigliera Donella Verdi e i consiglieri Tommaso Grassi e Giacomo Trombi, e con la consigliera Miriam Amato (Gruppo Misto, aderente a Potere al Popolo) aderiscono alla manifestazione regionale a sostegno della resistenza curda contro l’attacco della Turchia al Cantone di Afrin, in Siria del nord, e invitano la cittadinanza tutta a partecipare in massa nella giornata del 7 Aprile. "Presenteremo presto in consiglio comunale un atto con cui chiediamo di conferire la cittadinanza onoraria a Abdullah Öcalan, politico e rivoluzionario curdo detenuto dal 1999 in Turchia, unico prigioniero dell'isola-prigione di İmralı" affermano le consigliere ed i consiglieri.

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