Iaia Forte a Lamporecchio in "Hanno tutti ragione"

Secondo appuntamento per la stagione di prosa del Teatro Comunale di Lamporecchio, organizzata e promossa dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l'Associazione Teatrale Pistoiese.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 dicembre 2014 11:53
Iaia Forte a Lamporecchio in

Tocca Lamporecchio sabato 13 dicembre (ore 21) l'importante tournée dello spettacolo HANNO TUTTI RAGIONE, adattamento dell’omonimo romanzo di Paolo Sorrentino, con una straordinaria Iaia Forte nel ruolo di Tony Pagoda, cantante napoletano all'apice della carriera nella New York degli anni '50, immortalato mentre aspetta di tenere il concerto più importante della sua carriera, al Radio City Music Hall davanti a Frank Sinatra.

Impressionante il lavoro sul corpo, sul gesto, sulla psicologia del personaggio, svolto dall'attrice, che sfodera anche una poderosa grinta vocale.

Lo spettacolo ha conquistato nel 2013 il pubblico italiano ed è stato acclamato dalla critica.

Con questo lavoro Iaia Forte, pluripremiata attrice italiana, torna a lavorare con il regista Sorrentino dopo l’Oscar ottenuto con La Grande Bellezza.

L’idea di mettere in scena il protagonista del romanzo di Paolo Sorrentino commenta Iaia Forte -– mi è venuta per innamoramento. Avevo letto in pubblico due capitoli del libro in occasione del premio Letterario di Fiesole ed il piacere di incarnare Tony Pagoda e di dare suono alla bellissima lingua del libro è stato tale, che mi ha fatto desiderare di farne uno spettacolo. Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna.

Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un'anima femminile, una 'sperdutezza', un anelito ad un 'armonia perduta'. E poi, semplicemente, il teatro è, per fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, ed i limiti della realtà espandersi. Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione di esibirsi davanti a Frank Sinatra. In una sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di sé, 'struggenze' d’amore, sarcastiche considerazioni partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura.

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