Grande folla alla Sagra del Tartufo Bianco e del fungo porcino a La Serra

Complice, ieri pomeriggio, la visita esclusiva al castello di Montebicchieri

Nicola
Nicola Novelli
26 settembre 2016 00:21
Grande folla alla Sagra del Tartufo Bianco e del fungo porcino a La Serra
Foto di Miriam Curatolo

Si è conclusa ieri la 9 edizione della sagra del Tartufo Bianco e del fungo porcino alla Serra di San Miniato. E il pubblico ha gremito tutti gli appuntamenti del primo evento della stagione tartufigena che culminerà a novembre con la 46° Mostra Mercato Nazionale. Al circolo Arci della frazione pisana in programma anche quest’anno molti appuntamenti a passeggio tra natura e storia, momenti di approfondimento e di valorizzazione, cooking show.

La mattina di ieri la 6^ gara tra i cani campioni e i tartufai nella ricerca del tartufo. Ma il pienone si è raggiunto con la passeggiata pomeridiana nel bosco tartufigeno del Parco di Montebicchieri alla scoperta di uno dei più bei "polmoni verdi" della Valdegola per conoscere le piante e i luoghi dei tartufai. Giunti al castello omonimo i tantissimi partecipanti sono stati accolti dai cacciatori del territorio con una fermata gastronomica di ristoro.

A Montebicchieri era in programma la visita alla chiesa di Santa Lucia e per l’occasione un affaccio al Castello, fondato nel 1200, oggi spettacolare e inaccessibile, grazie al terreno scosceso e alla cinta di mura, anche se ridotto a villa gentilizia. A guidare la passeggiata tra aneddoti e racconti di storia lungo il percorso Giovanni Corrieri, guida di gruppi e di pellegrini lungo la via Francigena, ha saputo domare centinaia di partecipanti, da grande affabulatore.

Al mercato della sagra della Serra le aziende agricole del territorio hanno proposto prodotti della terra e ortaggi a chilometro zero, ma anche vini ed oli di qualità. Oltre al tartufo bianco della Valdegola, i vini delle aziende Agrisole e Collebrunacchi, la norcineria della macelleria Mancini.

Prima di cena cooking show, animati dal giornalista Fabrizio Mandorlini, con protagoniste le massaie del paese che hanno preparato dal vivo il tagliolino ed altri piatti al tartufo. “Niente di meglio per condire il tartufo che un extravergine a filiera certificata -afferma Francesco Annessi del Frantoio Samminiatese- Anche quest’anno, nonostante il ritorno della mosca dell’oliva, l’olio sarà ottimo, perché i produttori hanno trattato gli olivi, proteggendoli sino ad oggi”.

E se il segreto per un’ottima pasta, prima della cottura, sono la selezione dell’olio e dell’acqua, il principe dell’aroma si è rivelato il comune uovo al tegamino, su cui il tartufo sprigiona liberamente tutta la sua forza. Tre, quattro minuti sul fuoco, dopo aver cosparso la teglia di olio extravergine e burro al tartufo. Tolto l’uovo dalla padella, si lamina il tartufo, con un paio di grattugiate. Guarnito con la fetta di pane, per insuppare l’uovo. “La stagione è iniziata il 10 settembre -spiega il commerciante di tartufi di Balconevisi, Alessio Gemignani- ma non se ne è trovato molto sino alle piogge dei giorni scorsi. La pienezza della stagione sarà raggiunta solo a novembre, ma intanto la marcia recente ha lasciato sul terreno soltanto il tartufo buono”.

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