La Giornata del rifugiato in Palazzo Vecchio

Il sindaco Nardella consegna il ‘Sigillo della Pace’ alla presidente della Camera Bodrini. Enrico Rossi: "Toscana, terra di accoglienza". Sara Biagiotti: "I sindaci hanno bisogno di aiuto". Domenica 21 giugno alle 21 a Vaiano, l'incontro "Fuori dai luoghi comuni: viaggio nel sistema di accoglienza pratese". La Toscana ricorda il massacro di Srebrenica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2015 19:22
La Giornata del rifugiato in Palazzo Vecchio

Il ‘Sigillo della pace di Firenze è stato consegnato, questa mattina a Palazzo Vecchio, dal Sindaco Dario Nardella alla presidente della Camera dei Deputati Laura Bodrini durante un’iniziativa per la Giornata Mondiale del Rifugiato. Si tratta uno dei riconoscimenti più importanti di Firenze: fin dal quindicesimo secolo, questa medaglia d’argento con la scritta ‘S. Pax et Defensio Libertatis’ venne adottata dai Conservatori di legge della magistratura della Repubblica fiorentina come simbolo di pace e di libertà. In passato hanno ricevuto il ‘Sigillo della pace’ personalità internazionali di grande levatura nel mondo della politica, della cultura e della religione come Kofi Annan nel 2000, Michail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II nel 2004.

Nel suo intervento il sindaco Nardella ha sottolineato la necessità di uscire «dall’equivoco che fa comodo a chi professa messaggi di violenza, confondendo l’accoglienza con l’illegalità: accoglienza significa rispondere a un obbligo morale. Non bisogna aver paura di dire queste cose, non bisogna vergognarsi di accogliere chi non ha più una casa e viene qua. Per quanto stretta – ha rilevato – sono certo che esista la strada che tiene insieme politiche di legalità e lotta al crimine con l’accoglienza».

Secondo Nardella «dobbiamo dire no alla violenta disumana polemica finalizzata solo a raccogliere un pugno di voti o di consenso». «Oltre 50 milioni di persone nel mondo sono costrette a lasciare tutto - ha ricordato il sindaco - bisogna considerare fondamentale il ruolo della cooperazione decentrata. L’Italia per lungo tempo è stata marginale nella cooperazione. Per questo il governo ha dato impulso nuovo al settore. Da sindaco, saluto con favore la nuova determinazione del governo in questo ambito, con norme che consentono di essere più efficaci sia nel lavoro per lo sviluppo, sia con lo strumento dell'ospitalità dei rifugiati».

Con il sindaco, ad accogliere la presidente Boldrini in Palazzo Vecchio, l’assessore alla cooperazione e relazioni internazionali Nicoletta Mantovani.

"Non si può non partire dall'art.10 della nostra Costituzione, quello che prevede tra i principi fondamentali che 'lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha il diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge'. Questo significa riconoscere l'obbligo di accoglienza per chi fugge da situazioni di guerra, ma anche di fame e di condizioni di vita non dignitose".

Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha aperto il suo intervento a Palazzo Vecchio alla conferenza organizzata in occasione della Giornata Mondiale dei rifugiati, cui è intervenuta anche la presidente della Camera Laura Bodrini. Rossi ha posto al governo una richiesta, quella di accelerare le pratiche di riconoscimento dei profughi. "Da noi – ha detto - ci vogliono due anni e in Germania due mesi. Perché?". Il presidente della Regione ha anche ricordato che "con la legge Turco-Napolitano nel 2011 si erano risolti un po' di problemi, con il riconoscimento del diritto di asilo per ragioni umanitarie, caritatevoli e di ricongiungimento.

Dovremmo rifarlo, sarebbe un atto di coraggio e comunque è previsto dal trattato di Dublino". "La Toscana è una terra di accoglienza" – ha ribadito il presidente toscano, sottolineando che "vari settori produttivi funzionano grazie all'immigrazione e che senza gli immigrati saremmo più poveri. Contro la cultura del rifiuto, contro la paura di chi viene da lontano dobbiamo costruire un argine". Sono 150 i Comuni toscani che non hanno accolto ancora un immigrato. "Bisogna richiamarli, secondo Rossi, alle loro responsabilità.

E radicare un modello di accoglienza diffusa, di piccoli gruppi in piccole strutture come abbiamo fatto nel 2011 con quanti arrivavano dalla Tunisia e dalla Libia. Su questo percorso ci aspettiamo più sostegno e aiuti dallo Stato". "Non e' vero – ha proseguito - che gli altri Paesi non hanno immigrati; non e' vero che la Germania non ha immigrati. Queste sono bugie che vengono raccontate da chi usa per questo i mezzi di comunicazione. E noi le dobbiamo smentire, dobbiamo dire che sono bugie. E poi siamo davvero sicuri che non abbiamo anche noi bisogno di loro, delle energie di quanti arrivano qui per una prospettiva di vita dignitosa? Ricordiamoci del nostro vissuto, dei nostri valori.

Guai a regredire, guai a lasciare spazio a culture che sono lontane dalla nostra Costituzione. Impegnamoci a difendere il valore 'umanità' .

"Per la maggioranza dei sindaci l'accoglienza non è solo un dovere, ma una volontà. E l'Anci è impegnata in prima fila in questa battaglia. Però abbiamo bisogno di aiuto, perchè da soli non ce la facciamo a gestire questa situazione". Lo ha detto stamani la presidente di Anci Toscana e sindaco di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti, intervenendo all'incontro per la Giornata Mondiale del Rifugiato. "I Comuni e i sindaci sono quelli che in prima linea sono chiamati a rispondere all'emergenza, un'emergenza che invece vorremmo gestire come una normale quotidianità, E' necessario un salto di qualità.

I migranti devono essere accolti in maniera dignitosa. Ed è fondamentale lavorare in forte sinergia tra tutti i livelli istituzionali e con le associazioni. Da un lato si deve tornare ad incentivare la cooperazione internazionale; dall'altro è indispensabile velocizzare i tempi lunghissimi del riconoscimento dello status di rifugiato. In questa situazione, purtroppo non tutti i Comuni stanno facendo la loro parte. Compito di Anci è quello di spronarli e incentivarli all'accoglienza, anche secondo il nodello che abbiamo adottato in Toscana e che, pur tra qualche difficoltà, funziona".

Infine, Sara Biagiotti ha lanciato un appello per quanto riguarda i minori non accompagnati. "Per i Comuni rappresentano un costo che sta diventando insostenibile. E' assolutamente urgente trovare altre e diverse soluzioni, anche con percorsi di inserimento misurati all'età dei ragazzi".

A Prato il progetto territoriale di accoglienza è attivo dal 2006 ed è realizzato dal Comune di Prato, ente capofila. Al progetto aderiscono i comuni di Poggio a Caiano, Carmignano, Montemurlo e Vaiano, Provincia di Prato e azienda Asl insieme agli enti gestori del progetto, Cooperativa sociale Pane e Rose e Arci comitato regionale toscano di Firenze, mettendo a disposizione dello SPRAR attualmente 80 posti di accoglienza, destinati ai richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. "Gli interventi di accoglienza che realizziamo sono finalizzati a facilitare i percorsi di inserimento socio-economico di richiedenti asilo e rifugiati - dichiara il vice sindaco e assessore alle Politiche per la cittadinanza Simone Faggi -.

L’accoglienza che offriamo dura tutto l’anno, a prescindere dalle situazioni di emergenza". A Prato, in 9 anni, è stata garantita accoglienza a centinaia persone, con servizi di orientamento, informazione e accompagnamento verso la riconquista di un’autonomia perduta e con l’obiettivo di rinforzare le opportunità di integrazione delle persone. "L’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nella nostra città - prosegue Faggi - è uno strumento per esprimere la nostra solidarietà a quanti sono stati costretti a lasciare il loro Paese.

Accogliere i migranti forzati ci offre, al tempo stesso, un’opportunità per ribadire la centralità dei diritti umani, nonché un’occasione di sviluppo, arricchimento e crescita per la nostra comunità cittadina". Per la Giornata Mondiale del Rifugiato si terrà a la Briglia, Comune di Vaiano, al circolo Arci La Spola, domenica 21 giugno, a partire dalle 21, l'incontro dal titolo "Fuori dai luoghi comuni: viaggio nel sistema di accoglienza pratese". Dopo i saluti dell'assessore alle Politiche sociali di Vaiano Federica Pacini e del presidente di Arci Prato Andrea Barni ci saranno gli interventi del vice sindaco del Comune di Prato Simone Faggi, di Simone Ferretti di Arci Toscana/SPRAR, di Silvia Masciadri della Coopertiva Pane e Rose e di Costanza Frateschi del Comune di Prato.

A coordinare sarà Francesca Materozzi di Arci Prato. A seguire sarà proiettato il cortometraggio "Il manuale di Jubair" del collettivo John Snellimberg , con interventi del regista Patrizio Gioffredi e di alcuni dei protagonisti.

’11 luglio del 1995 la città di Srebrenica fu il tragico teatro del primo, terribile genocidio dalla fine della seconda guerra mondiale. Le truppe serbo-bosniache del generale Ratko Mladic entrarono in città, rastrellarono tutti i civili maschi fra i 12 e i 77 anni, li uccisero e gettarono i loro corpi in fosse comuni. I morti furono almeno ottomilatrecento. Da allora sono passati vent’anni: ed oggi il mondo celebra quei morti, vittime di una delle pagine più vergognose della recente storia europea.

Anche l’Anci Toscana vuole ricordare il massacro di Srebrenica. Per questo dal 25 giugno prossimo organizza un serie di iniziative ed incontri diffusi sul territorio toscano e un reportage multimediale in diretta con Srebrenica dal 9 al 12 luglio. Gli ospiti d’onore dell’iniziativa saranno l’ex generale e scrittore Jovan Divjak, figura mitica della resistenza bosniaca e autore del libro “Sarajevo Mon amour” e Nadja Mujcic, donna simbolo e testimone dei fatti di Srebrenica.

“Dalla Toscana vent’anni fa partì una straordinaria mobilitazione di Comuni, Province, scuole, parrocchie, associazioni – sottolinea la presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti – che dopo il massacro si mobilitarono per portare aiuto nei campi profughi in Croazia e in Bosnia Erzegovina. Quindi oggi per noi era imprescindibile organizzare queste iniziative per Srebrenica: per ricordare, per condividere, per chiarire quei fatti tuttora controversi, che sono una ferita non rimarginabile dei nostri tempi”.

Il programma si aprirà con due incontri pubblici a San Giovanni Valdarno (giovedì 25 giugno ore 18, largo Masolino da Panicale) e Scandicci (26 giugno ore18, Castello dell’Acciaiolo). In tutte e due i casi, dopo il saluto dei sindaci (Maurizio Viligiardi e Sandro Fallani) si discuterà su “20 anni dopo Srebrenica e la fine della guerra in Bosnia –Erzegovina. Tra memoria, storia e attualità” con Simone Malavolti, esperto dell’area balcanica; Wlodek Goldkorn, giornalista de L’Espresso; l’ex generale Jovan Divjak e Nadja Mujcic.

A Scandicci ci saranno anche Simone Siliani della rivista Testimonianze e Mauro Perini presidente WRF-Water Right Foundation; a San Giovanni il giornalista Stefano Fabbri. A condurre sarà il giornalista Claudio Gherardini, radio multimedia reporter. Alla fine dei due incontri sarà proiettato il film di Danis Tanovic “No man’s land”. Dal 9 luglio invece partirà il reportage multimediale da Srebrenica, curato da Claudio Gherardini. Un contatto diretto in cui si racconterà come le comunità locali vivono l’anniversario della strage, occasione anche per consegnare i messaggi dalla Toscana alla popolazione.

E l’11 luglio a San Giovanni Valdarno si terrà una serata aperta con collegamenti in diretta da Srebrenica. L’iniziativa per Srebrenica proseguirà poi nei mesi di ottobre e novembre. Ad ottobre a Sesto Fiorentino si terrà “Un fiore per Srebrenica” con gli istituti scolastici del territorio, con proiezione di filmati, servizi multimediali e testimonianze in collegamento con Sarajevo e Srebrenica. A Lucca sono previsti incontri con studenti ed esperti, proiezioni di film dedicati alle guerre balcaniche e lo spettacolo teatrale “A come Srebrenica” di Roberta Biagiarelli.

All’Università degli studi di Firenze si discuterà di “Dayton 20 anni dopo. Riaprire il Vaso di Pandora?”: un incontro con docenti di politica internazionale, geopolitica e studenti sul ventennale del genocidio di Srebrenica e degli accordi di pace di Dayton.

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