Giardini: palazzi e ville medicee nel III volume di Angiolo Pucci sul paesaggio di Firenze

A cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, in 20 capitoli, 642 pagine e 210 illustrazioni, editi da Olschki

Nicola
Nicola Novelli
13 novembre 2016 16:40
Giardini: palazzi e ville medicee nel III volume di Angiolo Pucci sul paesaggio di Firenze

FIRENZE- Le fotografie pubblicate di seguito sono state scattate oggi al piazzale del Poggio Imperiale. Documentano il degrado che le aree verdi stanno subendo, come in gran parte della città. Eppure per misurare appieno la gravità dello stato dei luoghi bisognerebbe conoscere bene la storia della collina, l’origine rinascimentale della villa, l’artificio seicentesco del giardino e del viale, il rapporto che per secoli ha legato questa dimora granducale alla città. Solo così si passa dalla mera denuncia alla consapevolezza del valore del patrimonio in abbandono, della sua rilevanza culturale, della necessità di salvaguardarlo.

Niente di meglio che procurarsi, fresco di stampa, il terzo volume della monumentale opera di Angiolo Pucci, giardiniere capo del Giardino di Boboli, docente universitario e grande esperto di botanica a cavallo tra XIX e XX secolo. Il capitolo della storia dei Giardini di Firenze, appena pubblicato dall’editore Leo S. Olschki, racconta della creazione e sviluppo dei giardini della famiglia Medici a ornamento di palazzi e ville. Dopo un lungo approfondimento sulla storia del giardino di Boboli, l’autore passa in rassegna tutte le residenze medicee sorte in area urbana e extraurbana, avvalendosi di una ricca base documentaria.

Dopo quasi 100 anni "I Giardini di Firenze" è arrivato da pochi mesi alle stampe grazie alla tenacia dei curatori, Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, che da più di dieci anni stanno digitalizzando con pazienza i manoscritti concessi dagli eredi di Pucci, per rendere merito all'ingentissimo lavoro scientifico di un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita ai giardini.

Nei primi due volumi, “I giardini dell’Occidente dall’antichità a oggi” e “Giardini e passeggi pubblici” Pucci, per la prima volta in Italia, aveva realizzato una storia universale del giardino, soffermandosi sulla vicenda dei principali giardini italiani e europei, illustrati attraverso stupende foto d’epoca, per poi raccontare la storia dei giardini pubblici della città, a partire da un vastissimo repertorio di fonti storiche, documentarie e giornalistiche. Adesso giunge in libreria il terzo volume, “I Giardini di Firenze”, in cui Angiolo Pucci si dedica ai giardini più caratteristici della città, quelli della famiglia Medici, poi di proprietà dei granduchi lorenesi.

Un'opera imponente, ma indispensabile, che ricostruisce la storia dei giardini di Firenze, ma anche il significato urbanistico di tanti interventi della città antica, la cui memoria è stata dimenticata dagli abitanti moderni. Da Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli alle ville di Castello, Petraia e Pratolino, Dal Poggio a Caiano a quello Imperiale, passando per le ville di Careggi, Artimino e Cafaggiolo, sino al Trebbio e all’Ambrogiana. Strutture architettoniche, giardini, parchi e annessi, compresi viali e dintorni, con approfondimenti storici sulle aree, che risalgono a ben prima della realizzazione dei giardini stessi. Tanto che ai più fortunati potrà persino capitare di imbattersi in tracce di storia della propria dimora (come a me è successo leggendo pagina 454).

Dei prossimi volumi, in uscita negli anni a venire, il IV si intitolerà “Giardini e orti privati della città” (dal quartiere di San Giovanni a quelli di Santa Croce e di Santa Maria Novella, per finire con quello di Santo Spirito), il V “Suburbio vecchio e nuovo di Firenze”, il VI “Comuni della cintura di Firenze” (Comuni di Fiesole, Vaglia, San Piero a Sieve, Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo, Vicchio, Dicomano, Sesto Fiorentino, Calenzano, Scandicci, Signa, Capraia e Limite, Montespertoli, San Casciano in Val di Pesa, Greve, Reggello, Rignano sull’Arno, Pontassieve, Bagno a Ripoli e Grassina).

Foto gallery
In evidenza