Fse 2014-2020: 732 milioni per la crescita, l'occupazione, il futuro dei giovani

Por Creo, le sfide toscane: formazione più qualificata e legata al mondo del lavoro. Simoncini: "I primati e le scelte della Toscana"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2015 22:22
Fse 2014-2020: 732 milioni per la crescita, l'occupazione, il futuro dei giovani

FIRENZE – Per i prossimi sette anni la Toscana potrà guardare al suo futuro contando su 732 milioni di euro di dotazione del Programma operativo toscano del Fondo sociale europeo. Sono risorse in buona parte destinate alla crescita sostenibile e all'occupazione dei giovani. Il programma 2014-20 ha avuto il via libera dalla commissione Ue il 12 dicembre scorso. La Regione Toscana è stata una delle prime regioni ad inviare i programmi alla Commissione Ue a pochi giorni dall'approvazione dell'accordo di partenariato.

Il programma operativo toscano (che oggi è stato presentato ufficialmente al Palacongressi di Firenze un'affollata platea di circa 800 persone) può contare, rispetto alla precedente programmazione, su circa 70 milioni di euro in più. Si tratta di risorse preziose che, sommate ai circa 800 milioni destinati alla Toscana dal Por Fesr (il cui lancio ufficiale sarà domani, martedì 24 marzo, al Palaffari), costituiscono la principale leva di sviluppo di qui ai prossimi anni, su cui la Toscana si gioca la carta della ripresa.

Anticipazione

In attesa che si compisse un percorso che ha subito ritardi a livello Ue, la Regione Toscana, prima nel panorama nazionale, non ha aspettato l'arrivo effettivo dei fondi ed ha, come noto, deciso di anticipare 82 milioni dal suo bilancio. Queste risorse, sul fronte del Fse, hanno permesso di mettere subito in cantiere interventi per garantire, in una fase delicatissima per l'occupazione, la continuità dei servizi per l'impiego. Grazie a queste risorse si sono inoltre messi in cantiere interventi innovativi come quello per il coworking, sono stati finanziati bandi per i tirocini curricolari, il rafforzamento dei percorsi universitari in collegamento con il mondo del lavoro, incentivi per l'occupazione, le borse Pegaso per dottorati di ricerca internazionali, i Corsi di istruzione e formazione professionale, i buoni servizio per conciliare tempi di vita e di lavoro.

I programmi sono dunque già partiti. Il via libera definitivo da Bruxelles permette ora di partire con la piena operatività.

Approfondimenti

Una strategia innovativa

Con il Por Fse 2014-2020, la Regione Toscana ha fatto precise scelte di campo, orientando interventi e risorse nei settori individuati come trainanti dello sviluppo: innovazione e competitività del sistema produttivo, crescita sostenibile, qualificazione e occupazione dei giovani. Il focus per i prossimi anni sono, appunto, i giovani. La scelta della Toscana è netta: i giovani sono la priorità delle priorità ed è sulle politiche a favore dei giovani che si concentra il 35 per cento delle risorse, pari a oltre 255 milioni di euro in sette anni.

Dotazione finanziaria

La dotazione finanziaria complessiva del Por Fse 2014-2020 è di 732.963.216 euro. Di questi366.481.608 sono a carico dell'unione Europea; 256.537.126 a carico dello Stato e 109.944.482 della Regione. Il programma è suddiviso in cinque assi.

Occupazione: con una dotazione di oltre 380 milioni di risorse, pari al 52,2% del programma. Serviranno fra l'altro a finanziare incentivi per assunzioni o stabilizzazioni di contratti di lavoro (17 milioni),a finanziare voucher per sostenere l'autoimprenditorialità tramite il coworking, informazione e orientamento (50 milioni), lavori di pubblica utilità (con interventi mirati per le aree di crisi). E ancora a tirocini (66 milioni), orientamento, percorsi di apprendistato professionalizzante, istruzione e formazione professionale (38 milioni), alternanza scuola-lavoro (6,5 milioni) e si sommeranno alle risorse per il funzionamento dei centri per l'impiego, per gli incentivi per l'occupazione, agli specifici incentivi per le donne, che sono comunque un tema trasversale ai Por.

Inclusione sociale e lotta alla povertà, con più di 146 milioni (20% del totale). Serviranno, fra l'altro, per sostenere l'accesso ai i servizi per la prima infanzia nei periodi di sospensione delle attività (29,3 milioni), per i bonus per i servizi per la prima infanzia (10,9 milioni) o per l'assistenza ad anziani e disabili (32,9 milioni).

Istruzione e formazione, con risorse per oltre 168 milioni (23%) che serviranno, fra l'altro, a ridurre la dispersione scolastica, migliorare il successo formativo dell'istruzione universitaria, per la formazione finalizzata al reinserimento lavorativo (31,5 milioni), per la formazione finalizzata a ottenere qualifiche professionali (38 milioni).Fra i bandi già finanziati grazie all'anticipazione, quelli per i tirocini curricolari, extracurricolari, e praticantati (8 milioni di risorse in anticipazione), i bandi per sostenere il coworking (200 mila euro), l'Istruzione e Formazione Professionale (circa 2 milioni). Il nuovo Por Fse insiste sul tema della formazione e, fra le altre, prevede iniziative per la formazione e l'adattamento degli imprenditori. Una misura essenziale per il rilancio dello sviluppo e del sistema di piccole e medie imprese, alle prese con problemi di adattamento e riposizionamento competitivo rispetto alle mutate realtà dell'economia.

Al nuovo programma Fse sono legati i temi della riforma della formazione e della gestione dei servizi per il lavoro, attraverso l'agenzia regionale per il lavoro, come anche Garanzia Giovani, che si pone in maniera sinergica e complementare al nuovo Por.

Capacità istituzionale e amministrativa, poco meno di 6 milioni (0,8%) per questo asse dedicato al miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione.

Assistenza tecnica, l'asse si occupa di monitoraggio, valutazione, controllo, informazione e pubblicità, con una dotazione di circa 29 mila euro.

Risultati del programma 2007-2013 Al 31 dicembre scorso, a fronte di circa 660 milioni di risorse programmate, si registra un livello di impegni pari a oltre 637 milioni (96,6% del totale). Le spese sono pari a quasi 568 milioni (86,1% del totale). I progetti avviati sono 58.622 e 53.069 quelli già conclusi. 268.660 i beneficiari dei progetti avviati e 249.504 quelli dei progetti conclusi. Le donne rappresentano il 54% del totale dei beneficiari mentre i giovani 15-29 sono il 35%.Grazie al Fondo sociale europeo è stato possibile, fra l'altro, far partire l'esperienza di Giovanisì, partito nel 2011, ha raggiunto oltre 132 mila giovani per un investimento complessivo di 400 milioni di euro, in gran parte finanziato da risorse Fse 2007-13.

In particolare, con questo progetto, la Toscana è stata la prima regione a rendere obbligatoria per legge una retribuzione ai tirocini, cofinanziandola in gran parte con proprie risorse.Grazie alle risorse Fse si è potuto anche dare incentivi per giovani laureati e ricercatori, finanziare la formazione a distanza con il progetto Trio, avviare la legge per imprese di giovani e donne, iniziative a favore di studio e formazione (borse di studio e contributi mobilità per studenti universitari e delle scuole superiori, corsi di formazione tecnica superiore, corsi di formazione e istruzione professionale, voucher per percorsi di alta formazione in Italia e all'estero, assegni di ricerca, borse Pegaso per dottorandi, incentivi alla mobilità transnazionale di studenti, lavoratori, imprenditori."Qualificare la formazione, investire di più sul capitale umano per dare modo alle imprese dinamiche di crescere ancora e creare occupazione, migliorare il rapporto fra questa offerta qualificata alla domanda che viene dai territori e dalle imprese e che, oggi, non sempre trova risposta.

Saldiamo così, una volta per tutte, il rapporto fra scuola, formazione ma anche università, con il mondo del lavoro". E' in questo circuito virtuoso il senso, secondo il presidente della Regione Enrico Rossi, che la Toscana deve dare agli oltre 732 milioni di euro in sette anni previsti dalla programmazione toscana del Fondo sociale europeo per il periodo 2014-20. "Una formazione mirata è la prima richiesta che viene dal mondo delle imprese – spiega Rossi – per questo la Toscana sta lavorando ad una riforma che rimetterà al centro il problema dell'occupabilità, anche premiando, su questa base, le agenzie formative che riescono a creare davvero un legame con il mondo del lavoro.Abbiamo scelto di puntare sulle imprese dinamiche e potenziare la formazione deve essere funzionale a questa scelta". Oltre all'esigenza di qualificare la formazione professionale per qualificare l'offerta e renderla funzionale alla crescita delle imprese dinamiche, Rossi ha sottolineato la necessità di intervenire sul rapporto fra mondo del lavoro e scuola. "C'è stata una "liceizzazione" forse eccessiva per quanto riguarda l'istruzione secondaria, si è trascurata l'istruzione professionale che ha progressivamente perduto il rapporto con il mondo produttivo.E' anche da qui che nasce la dispersione scolastica.

Anche in questo caso credo si debba premiare l'occupabilità".

E se l'obiettivo è quello di riportare i giovani che non studiano e non lavorano dentro un percorso formativo, la Toscana è riuscita, secondo Rossi, a mettere in campo strumenti come Giovanisì, per contrastare lo sfruttamento mascherato dei giovani tramite stage e tirocini. Non solo. Grazie all'efficacia del lavoro svolto dai suoi centri per l'impiego, ha dato piena operatività al programma nazionale Garanzia Giovani, ottenendo su questo dei risultati concreti, come pure si sono ottenuti risultati sul fronte dell'avviamento al lavoro dei disabili.

Rimettere in linea istruzione, formazione e lavoro è l'obiettivo della riforma della formazione che la Toscana sta attuando. Ne ha parlato l'assessore all'istruzione e formazione Emmanuele Bobbio. "Il Fse ci offre la possibilità di qualificare quei percorsi di istruzione e formazione su cui, come Regione Toscana, ci stiamo impegnando in termini di innovazione e cambiamento". Bobbio ha sottolineato la quota riservata a tali settori (circa 168 milioni) e fornito alcune informazioni sul loro utilizzo: nella scuola ("sarà ad esempio possibile innalzare la qualità della didattica, anche attraverso la formazione dei docenti") e nei diversi aspetti della formazione ("l'orientamento in entrata e in uscita, l'integrazione scuola-lavoro, la ricerca: tutto questo deve essere finalizzato a creare occupazione").

Nei prossimi anni - ha concluso Bobbio al convegno fiorentino sul nuovo Fondo Sociale Europeo in Toscana da qui al 2020 - abbiamo "la concreta possibilità di creare collegamenti efficaci tra istruzione, formazione, lavoro. Dobbiamo farcela".

Sugli aspetti sociali del programma toscano Fse è intervenuta la vice presidente Stefania Saccardi. "Per la prima volta proviamo a declinare il FSE – ha detto - non solo sulla formazione ma anche sulle frontiere del di sagio e sulla lotta all'esclusione sociale". Spiegando come la Regione Toscana e, in particolare, l'assessorato alle Politiche Sociali da lei guidato, si sta preparando a gestire la quota (146 milioni) in arrivo, sull'asse dedicato appunto a inclusione sociale e lotta alle povertà.

La vicepresidente ha poi citato lo specifico percorso partecipativo" già effettuato con la società toscana e come, con esso, siano già pervenuti circa 200 contributi. "Serviranno - ha concluso - per costruire bandi davvero declinati sulle esigenze del territorio e capaci di mettere al centro le esigenze non delle strutture ma dei cittadini". "Il Fse ci offre la possibilità di qualificare quei percorsi di istruzione e formazione su cui, come Regione Toscana, ci stiamo impegnando in termini di innovazione e cambiamento".

Emmanuele Bobbio, assessore con delega a istruzione e formazione, sottolineando la quota riservata a tali settori (circa 168 milioni), ha fornito alcune informazioni sul loro utilizzo: nella scuola ("sarà ad esempio possibile innalzare la qualità della didattica, anche attraverso la formazione dei docenti") e nei diversi aspetti della formazione ("l'orientamento in entrata e in uscita, l'integrazione scuola/ lavoro, la ricerca: tutto questo deve essere finalizzato a creare occupazione"). Nei prossimi anni - ha concluso Bobbio al convegno fiorentino sul n uovo Fondo Sociale Europeo in Toscana da qui al 2020 - abbiamo "la concreta possibilità di creare collegamenti efficaci tra istruzione, formazione, lavoro.

Dobbiamo farcela".

Nella crisi che è seguita al 2009 la Toscana ha tenuto più di altre regioni. Ha perso posti di lavoro e ricchezza, ma meno di altri. Ed è cresciuta nell'export. "Risultati positivi" sottolinea l'assessore alle attività produttive della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini. Lo fa davanti ad una folta platea di addetti ai lavori, impreditori, sindacati ma anche universitari, venuti al Palazzo Congressi di Firenze per saperne di più sull'utilizzo fino al 2020 delle risorse del fondo sociale europeo. "Risultati positivi – rivendica l'assessore - che sono il frutto anche del modo con cui abbiamo utilizzato i fondi europei".

Soldi che "l'Europa ci ritorna", dice l'assessore, perchè l'Italia è un contribuente netto e dà più di quello che riceve. Soldi che la Toscana ha sempre utilizzato fino all'ultimo euro e in qualche caso anche oltre, aggiudicandosi talvolta le risorse residue rimesse in circolo. "Anche per questo - ammette l'assessore – siamo stati quasi 'obbligati' ad anticipare 82 milioni dal nostro bilancio, per evitare che il 2014, in cui le risorse europee del settennato non sarebbero arrivate, si rivelasse un anno vuoto".

Ma anche questo è un primato, perchè nessuna altra Regione lo ha fatto. La Toscana dunque è già partita: tra continuità e scelte innovative. Con il 35% delle risorse del Fondo sociale europeo destinate ai giovani, forti dell'esperienza di Giovanisì, il progetto voluto dal presidente Rossi all'inizio della legislatura e che ha coinvolto in tutti questi anni 132 mila giovani in esperienze di tirocini e inserimento nel mondo del lavoro. Con il 72 per cento di risorse del Fesr – di cui si parlerà domani - destinate alle imprese e di queste l'80 per cento alle piccole e medie imprese.

Con l'obiettivo di fare inclusione sociale non in modo assistenziale ma facendo crescere la competenza dei lavoratori e in futuro, per i prossimi sette anni, anche degli imprenditori e del mondo delle professioni. Con risorse che nel nuovo settennato, altra novità, potranno essere utilizzate anche per l'istruzione. Cosa che nell'ultimo periodo non era possibile fare.Ha compiuto un anno il Priim, il piano regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità, approvato nel febbraio 2014 dalla Giunta Regionale e già ha destinato risorse per 754 milioni di euro, oltre 500 dei quali già liquidati.

E' quanto è emerso dal primo monitoraggio di attuazione del Piano, presentato nella seduta odierna della Giunta regionale dall'assessore a trasporti e infrastrutture Vincenzo Ceccarelli. "Il Priim è stato una novità amministrativa e di programmazione di grandissima portata - ha ricordato l'assessore - per la prima volta la Toscana ha avuto una elaborazione congiunta e coordinata delle politiche relative ai trasporti e alle infrastrutture.

A chi non conosce la complessità di questo settore, potrebbe apparire un fato quasi scontato, ma non lo è. Nella realtà si è trattato di un lavoro lungo ed estremamente articolato, che però ha già dato i suoi risultati". "Tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 - prosegue l'assessore - abbiamo infatti non solo varato il Priim, ma concretizzato già alcuni dei suoi obiettivi: è nato il sistema aeroportuale toscano, con l'integrazione tra il Vespucci di Firenze e il Galilei di Pisa; abbiamo finanziato nuove ciclabili e gettato le basi per il completamento della Ciclopista dell'Arno; è nata Centralia, la società che lavorerà per realizzare finalmente la 'Due mari' Grosseto-Fano ed è stato approvato il nuovo Piano regolatore portuale di Livorno.

Tutto questo senza contare che la gara per l'assegnazione del servizio di tpl in tutta la Toscana sta arrivando alla fase decisiva, con la presentazione delle offerte da parte delle aziende interessate". Dunque il Priim in 12 mesi sono stati finanziati 754,2 milioni (su un totale di 2.695 milioni necessari per realizzareq uanto previsto nel Piano). Il 68% delle risorse impegnate (pari a 510 milioni) è anche già stato liquidato, con evidenti ricadute positive sull'economia e l'occupazione. Il monitoraggio sull'attuazione di Priim, approvato dalla Giunta, sarà ora trasmesso al Consiglio regionale.

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