"Francisco Smythe e Firenze"

A Palazzo Medici Riccardi è in corso sino al 29 marzo 2018 una mostra dedicata agli anni fiorentini dell'artista cileno.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
10 marzo 2018 13:41

L'esposizione, a cura di Antonio Arévalo e Paulina Humeres. è promossa dall'Ambasciata del Cile in Italia, con la collaborazione della Città Metropolitana, il Ministero degli Affari Esteri del Cile e il Comune di Firenze e il patrocinio dell'Istituto Italo – Latinoamericano.

Francisco Smythe (Puerto Montt, 17 aprile 1952 -Santiago, 23 novembre 1998) visse in Cile i cambiamenti culturali dei brevi e intensi anni dell’Unidad Popular, durante i quali, all'impegno politico ed etico, si aggiunse un'apertura delle frontiere visive - come l'arte informale spagnola - che segnarono la sua attività artistica. Visse anche i primi cinque anni del Cile della dittatura, dove fu uno dei padri dell'arte concettuale, che più tardi negli anni '80 si chiamò la "Escena de Avanzada".

Visse a lungo a Firenze, dove arrivò nel gennaio 1979. Firenze fu per diversi anni il centro della sua creatività. Lo furono le sue opere, sua moglie, i suoi amici. Adesso il suo ritorno a Firenze, attraverso una buona scelta di opere, a venti anni dalla sua improvvisa scomparsa, quasi lo restituisce ai suoi molti amici fiorentini. Nelle sale si snoda un percorso, dove domina il ritmo e le vibrazioni delle forme, un immaginario fantastico che è in rapporto con la sua terra natale. In Italia l'artista mostrò una chiara influenza dell'espressionismo astratto americano.

Smythe utilizzò il dripping, la macchia e materiali extra pittorici come la fotografia, le pagine di giornale e i segni geografici. Visse in Italia a contatto con i maggiori esponenti dell'arte contemporanea e ne subì proficue influenze, evidenziando sempre la peculiarità della sua incessante ricerca artistica che incontrò il favore della critica. Come scrive Antonio Arévalo nel bel catalogo” Francisco riuscì nel suo passaggio in questa vita, a seminare segni, perché la sua parola visiva aveva bisogno di comporre di organizzare continuamente, come costantemente sentiva il bisogno di evitare la stagnazione, le attese prolungate, i ritardi; un desiderio quasi di precederci e sorprenderci che non soltanto hanno dato fragranza al suo pensiero, ma l’hanno reso profondo”.

Adesso nelle sale di Palazzo Medici Riccardi ammiriamo il suo fantastico percorso e ci sembra quasi di scorgere, improvviso tra le opere, il volto ironico e sorridente da antico Hidalgo di Francisco Smythe.

La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 6 al 29 marzo 2018. Orario di apertura: dal lunedì alla domenica dalle 09.00 alle 19.00 (chiusura mercoledì). Sale Fabiani - Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour 1 - 50123 Firenze.

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