Firenze sulla terra di riporto: Patrimonio al sicuro?

Il cedimento della tubatura di 70 anni e 70 centimetri di diametro ha messo in allarme i sostenitori dell'antisismicità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 maggio 2016 17:10
Firenze sulla terra di riporto: Patrimonio al sicuro?

Il cedimento del Lungarno Torrigiani a causa della vetustà della rete idrica ha acceso un dibattito difficile da contenere, e forse persino utile in un momento in cui gli occhi del mondo si sono aperti ed aspettano spiegazioni. Immancabile il pensiero al Museo a cielo aperto ed alle tante opere oggetto di donazione, come i beni della Elettrice Palatina, ed ereditati dai cittadini.Chi si è schierato contro la realizzazione di tunnel e parcheggi interrati nel centro storico fiorentino critica oggi le decisioni prese prima di eseguire i carotaggi che molto spesso hanno consentito di individuare un terreno non consono ai lavori da effettuare, e la volontà di perforare in presenza di numerose falde e deviazioni di canali intervenute nel corso dei secoli.

Gran parte di Firenze sarebbe stata costruita su terreno di riporto, se non altro perché molte sono state le canalizzazioni.Il patrimonio mondiale conservato a Firenze è sottoposto alle rigide misure di sicurezza imposte contro il rischio sismico? Da tempo numerosi esperti di opere d'arte ed ingegneri come Fernando De Simone che in numerose occasioni ha perorato la causa della messa in sicurezza, chiedono maggiori attenzioni."Il rischio sismico non è solo un terremoto - commenta De Simone all'indomani della voragine apertasi sul Lungarno Torrigiani - anche uno smottamento può causare danni irreparabili.

Immaginiamoci se fosse ceduto il Lungarno sulla riva destra, quello che regge la Galleria degli Uffizi".Ma De Simone, che ha studiato un progetto di Museo antisismico nel quale riporre tutti i beni di valore inestimabile per salvaguardarli, da anni guarda con apprensione ad un'altra Galleria, l'Accademia che nella Tribuna vetrata conserva il David "Le microfratture presenti nelle caviglie del David di Michelangelo lo mettono a rischio semplicemente a causa del flusso turistico che si disperde intorno alla statua.

Centinaia di visitatori che non procedono in fila indiana ma si muovo creando spostamenti del pavimento. Per non parlare dell'assenza di copri-scarpe o adeguati sistemi che impediscano ai turisti rimasti in fila sotto la pioggia di portare sul pavimento l'acqua raccolta in strada. I copri-scarpe costano 10 centesimi.. ci entrano nel costo del biglietto e sarebbe una buona cosa".Prosegue De Simone "Ciò che più mi spaventa oggi, e dovrebbe preoccupare tutti è l'aver inteso che non è possibile rilevare perdite nella rete che credevamo monitorata costantemente.

Si è parlato nei mesi scorsi di centinaia di chilometri di tubature, alcune vecchie ed in cemento amianto, che viaggiano sotto le nostre strade. Passano anche sotto ai beni più preziosi?".Negli anni passati è stata avanzata l'ipotesi di un cuscinetto per salvaguardare la stabilità del David "Perdonatemi la franchezza, ma questa idea mi ha sempre fatto sorridere amaramente: cosa ne facciamo di un cuscinetto al basamento se poi crolla il pavimento? Qualcosa occorre dirla anche sui sensori.

al momento esistono dei sensori, ma intervengono quando ci sono smottamenti, ma per registrare uno smottamento significa che il terremoto è già in atto, oppure, nel caso di una perdita, che il sottosuolo è già intriso, stracolmo d'acqua. Una cosa però ce la consentirebbero i sensori, di gustarci in diretta il crollo".

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