Firenze Elettrica, c'è fiducia: tra lacune normative, adattatori e prolunghe

​Nell'estate 2015 Comune di Firenze, ENEL e Legambiente conducono uno studio sull'efficientamento elettrico del capoluogo toscano

Antonio
Antonio Lenoci
12 aprile 2016 20:09
Firenze Elettrica, c'è fiducia: tra lacune normative, adattatori e prolunghe

L'aumento delle colonnine per la ricarica ha portato Firenze ai vertici nazionali, tanto da essere proclamata dai Media "Capitale della Mobilità Elettrica", ma le prese sono diminuite, gli adattatori si sprecano, gli spazi per la sosta si sono ridotti e la normativa piena di lacune non aiuta certo i cittadini green. Per cittadino green non intendiamo più un ristretto numero di individui fissati con l'idea che l'ambiente vada preservato, ma l'intero genero umano che ha aperto gli occhi spaventandosi dei danni provocati sino ad oggi.  Abbiamo chiesto a Lorenzo Cecchi, Presidente di Legambiente Firenze, di illustrarci quali siano i motivi che tengono Firenze legata al palo degli anni '90."Abbiamo avuto un incontro con gli uffici tecnici del Comune ed altri ve ne saranno a breve proprio per affrontare quelle criticità che hanno fatto arretrare il sistema fiorentino fin dagli anni '90 all'avanguardia nel settore" spiega Cecchi a Nove da Firenze.Quanti fiorentini hanno il mezzo elettrico proprio? "Al momento risultano circa 300 le richieste relative alle Card necessarie ad effettuare la ricarica, considerato che ci sono persone che utilizzano garage ed altri spazi, il numero di veicoli in circolazione si attesta ancora su uno zero virgola..".Sono felici e contenti oppure ci sono problemi che trattengono altri dal convertirsi alla mobilità elettrica? "Io uso il mezzo elettrico con soddisfazione, ma ci sono alcuni problemi.

C'è stata forse una pianificazione parziale, dovuta anche alle nuove normative, che ha comportato una conversione delle prese non proprio facilitativa del servizio. C'è poi il problema della sosta selvaggia per la quale avevamo chiesto di dipingere gli stalli in giallo, ma il Ministero dei Trasporti ha ammesso un vuoto legislativo nel Codice della Strada e Palazzo Vecchio ha promesso che provvederà all'identificazione in altro modo delle zone riservate.

C'è poi il problema del car sharing che anni fa non c'era ed oggi comporta la presenza di mezzi che si ricaricano alle colonnine pubbliche saturandone gli spazi, anziché utilizzare i punti loro dedicati. Stessa situazione di incertezza normativa la abbiamo per la rimozione forzata sia nel caso dei veicoli non elettrici, ma anche elettrici e non in carica o già ricaricati e dunque in sosta vietata".Negli anni '90 era Firenze, oggi è Area Metropolitana. "Viviamo in effetti un piccolo paradosso con veicoli che oggi hanno una autonomia non più di 20Km ma di 100Km e permettono di spostarsi nell'estrema periferia dove però abbiamo necessità di adattatori di ogni tipo.

A Sesto Fiorentino la presa è simile a Firenze, ma in realtà è personalizzata e quindi occorre richiederla appositamente. Occorre ragionare su un sistema standard perché si pensa ancora a veicoli di residenti, ma tra qualche anno arriveranno anche da fuori".Incentivi all'acquisto? "Non credo che la soluzione oggi sia drogare il mercato della vendita dei veicoli, visto che i prezzi già sono in calo, meglio offrire infrastrutture funzionanti e puntare sul miglioramento del servizio".Ambiente Italia per Palazzo Vecchio, Enel e Legambiente compie uno Studio pubblicato nel 2015. "Delineare in maniera per quanto possibile chiara e comprensibile quali sarebbero i possibili benefici dell’efficienza energetica applicata alla vita di tutti i giorni" questo l'obiettivo come ricorda Arpat Toscana.Mobilità. Cosa emerge dallo studio del 2015? "Il Piano Strutturale di Firenze si fonda su un insieme di interventi che assegnano al trasporto pubblico (ferrovie, tramvie, autobus) il ruolo di penetrazione verso il centro e di collegamento bipolare fra il centro storico e le aree cittadine e metropolitane a maggiore domanda di spostamento; la funzione del trasporto privato viene spostata ad una funzione prevalentemente di ripartizione tangenziale degli spostamenti, riconducendo la gran parte degli spostamenti con auto privata in aree esterne e su nuove infrastrutture dedicate.

Nel Piano è prevista inoltre la riorganizzazione dell’uso degli spazi stradali esistenti, orientata alla creazione di percorsi dedicati alle componenti virtuose del trasporto: il trasporto pubblico, la mobilità ciclabile e pedonale". Meglio di un discorso di fine anno, quello dei buoni propositi.I dati reali verso il 2020 cosa dicono invece? "I trasporti pubblici e privati si attestano al 36% dei consumi complessivi. Di questi, circa il 61% è dovuto al trasporto privato di persone, mentre la quota restante è dovuta al trasporto delle merci (34%) e al trasporto pubblico (5%). La benzina rappresenta il 53% del consumo, mentre il gasolio il 44%.

La rimanente quota è occupata dal gas". Lo Studio guarda al 2020 sviluppando 3 ipotesi: Inerziale, Business as Usual, Accelerato. La prima corrisponde ad una debole evoluzione del mercato delle tecnologie efficienti, con la presenza solamente delle misure di sostegno minime attualmente previste per legge, la seconda ipotesi è che le misure in atto continuino anche per i prossimi anni e si consolidino come principali leve di sviluppo, infine c'è l'ipotesi che oltre alle misure in atto intervengano anche altri correttivi come la revisione della tariffa elettrica, una forte riduzione del costo delle tecnologie e misure di sostegno locali.

O bene bene o male male, direbbe Piero Pelù.Risulta infine chiaro dallo Studio commissionato da Comune, Enel e Legambiente che "occorre puntare ad uno scenario accelerato in cui la riduzione di particolato, ovvero delle auto tradizionali, possa portare la città all'incremento della mobilità elettrica con la conseguente riduzione del consumo di benzina". In effetti senza studiarci sopra sarebbe stato difficile raggiungere una tale sintesi.

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