Firenze città ambita per i cosiddetti “high spender” del mercato immobiliare

Sant'Orsola: si passa a trattativa diretta. Grassi, Verdi e Trombi: "Comune gran bazar, saldi di fine stagione. In vendita anche gli immobili ERP e garantita opzione per gli appartamenti di Via dei Pepi su cui grava un ricorso davanti al TAR"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2017 22:11
Firenze città ambita per i cosiddetti “high spender” del mercato immobiliare

Non solo fiorentini, ma anche investitori nazionali e stranieri continuano a subire il fascino della città d’arte italiana per eccellenza. Si confermano in testa alle preferenze il Centro Storico e i Lungarni, con una richiesta per appartamenti ristrutturati all’interno di palazzi d’epoca con metrature intorno ai 120 mq e 3 camere da letto; in questo caso la presenza del box / posto auto e della terrazza sono elementi di particolare rilevanza. Nel primo semestre dell’anno è cresciuta anche la domanda per la zona di Poggio Imperiale.

Permane nella città la richiesta di privati interessati soprattutto all’ investimento, da destinare poi a locazioni turistiche di breve-medio periodo, concentrate in zone centrali – commenta Flavio Angeletti, RE private Manager Santandrea Firenze - In crescita anche le zone di Piazza Della Libertà, Piazza Oberdan, oppure le zone di Salviatino, Pian Dei Giullari e Poggio Imperiale, in un mercato molto selettivo che premia la qualità degli immobili e del contesto. Prevediamo un aumento della domanda per i prossimi mesi e, data la richiesta crescente e l’offerta stabile, un progressivo aumento dei prezzi”.

Parlando di prezzi, si è registrata una lieve crescita per il Centro Storico, stabilità per Lungarni, Bellosguardo e Viali. In flessione invece la prima collina. I tempi medi di vendita si sono attestati nel 1° semestre 2017 su una media di circa 7-8 mesi, con sconti del 11% circa. Tra le dotazioni più richieste si segnalano la presenza della terrazza con vista panoramica, oltre al giardino e il box. Tra gli elementi penalizzanti, sono ai primi posti il piano rialzato, seguito dall’assenza di balconi e dal prezzo richiesto considerato non in linea con le caratteristiche dell’immobile. 

La Città Metropolitana di Firenze aveva valutato positivamente un progetto e la relativa offerta economica in ordine al recupero e alla valorizzazione del complesso dell'ex convento di Sant'Orsola, presentata da un gruppo composto dalla mandataria 'Property Finance e Partners spa di Firenze' e, come mandanti, da Almud Edizioni Musicali srl di Cascina, Giulio Tanini spa di Firenze, Gervasi Spa di Firenze, Procogen srl di Impruneta, Gefat srl di Poggibonsi, Tanzini Quintilio e Figlio sas di Poggibonsi, Sant'Ilario srl di Poggibonsi, Bch srl di Firenze.

Dopo il placet della Commissione tecnica istituita dalla Città Metropolitana, si attendeva il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. L'iter è stato interrotto a motivo di una vicenda giudiziaria che ha coinvolto due soci, tra i quali il capofila. Se in un primo momento era sembrato che i mandanti portassero comunque avanti il progetto, il mancato rinnovo della cauzione a garanzia dell'offerta, atteso dalla Città Metropolitana per la fine di novembre per far partire i lavori, comporta di fatto una sospensione del percorso intrapreso dall'ente per la valorizzazione del complesso. Che succede ora? Il recupero di Sant'Orsola va comunque avanti: la Città Metropolitana intende percorrere la via della trattativa privata sul progetto di recupero. Se poi entro marzo nessun privato si farà avanti, in occasione del bilancio consuntivo la Metrocittà sarà pronta a impiegare proprie risorse per realizzare un progetto di ristrutturazione e riqualificazione, senza che ciò comporti alcuna riduzione sugli investimenti in ordine a scuole e strade e alle priorità strategiche dell'ente.

"Comune gran bazar: iniziano i saldi di fine stagione. Questo potrebbe essere l'annuncio del Comune di Firenze per presentare la delibera che di corsa è stata inviata in queste ore al Consiglio comunale perché ne discuta prima della fine dell'anno e sia dato il via libera alla vendita dei 61 immobili comunali al fondo di investimento INVIMIT. - affermano il Capogruppo Tommaso Grassi, il consigliere Giacomo Trombi e la Consigliera Donella Verdi di Firenze riparte a sinistra in Palazzo Vecchio - Oggi, in conferenza dei capogruppo, l'assessore Gianassi ha annunciato la procedura d'urgenza per la discussione consiliare." "Nulla di nuovo rispetto alle notizie apprese nei mesi scorsi se non la previsione farsa, come sostenevamo da mesi, richiesta dalla legge e obbligatoria visto il ricorso pendente davanti al TAR, di sottoporre a temporanea sospensiva l'alienazione degli immobili di Via dei Pepi.

Ci auguravamo che l'amministrazione potesse ripensarci e annullare la vendita degli alloggi soprattutto alla luce delle nostre obiezioni su Via dei Pepi che sembrano aver fatto breccia, dopo mesi di dura battaglia con il Comune, anche negli uffici comunali che prevedono una norma di attesa della sentenza. Da sempre ci chiediamo perché alienare gli edifici di Via Beata Umiliana e non ipotizzare un progetto di riqualificazione e restauro: ne siamo ancor più convinti adesso dopo che leggiamo che il Comune ha inserito in bilancio un valore delle tre palazzine di Via Beata Umiliana di soltanto 900 mila euro, rispetto agli oltre 2,5 milioni che era il prezzo autorizzato dalla Regione Toscana nel 2005" aggiungono Grassi, Trombi e Verdi. "Una delibera che pur di non ammettere il fallimento dell'amministrazione, dopo mesi di nostre obiezioni e rilievi e del ricorso del cittadino a cui era stato assegnato l'appartamento ERP, forza la mano del Consiglio tentando il "golpe" di fine anno e mantiene l'impostazione iniziale con tutti e 61 gli immobili.

Ridicola poi la formula del pagamento del 30% del valore complessivo al momento della vendita e invece del 70% del valore trasformato in quote del fondo immobiliare: ne avevamo viste tante ma un Comune che vende il proprio patrimonio e scommette per guadagnarci sul patrimonio di un fondo di investimento speculativo è davvero il colmo. Noi daremo battaglia sulla delibera e chiederemo di eliminare quantomeno gli edifici di Via dei Pepi e Via Beata Umiliana ma siamo certi che se non si fermerà il Comune lo faranno altri soggetti, TAR e Regione in primis" concludono gli esponenti dell'opposizione di sinistra.

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