Enrico Rossi resta presidente della Regione Toscana: sfiducia respinta

Con 24 voti contrari e 16 favorevoli, l’assemblea respinge l’atto illustrato dal capogruppo FdI, Giovanni Donzelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2017 15:42
Enrico Rossi resta presidente della Regione Toscana: sfiducia respinta

Non passa la mozione di sfiducia al presidente della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 126 comma 2 della Costituzione e dell’articolo 33 comma 3 dello statuto della Regione Toscana. Il Consiglio, per appello nominale (è richiesta la maggioranza assoluta) ha infatti rigettato l’atto con 24 voti contrari e 16 a favore.

Il governatore era assente al momento della votazione e nel corso del dibattito aperto dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, che, illustrando il testo, ha parlato di un’amministrazione ormai “fallita”, di “Governo sparito” e di “una sola volontà: restare attaccati alle poltrone”. “È del tutto evidente – ha spiegato - che lo slogan di Rossi in campagna elettorale, ‘lavoro, lavoro, lavoro’, non era una promessa ai toscani ma una minaccia alla sua maggioranza.

Sembrava infatti dire: se mi sfiduciate dovrete trovarvi un altro lavoro”. Donzelli ha ricordato il motivo della presentazione della mozione, ossia lo “stillicidio” di polemiche tra il capogruppo Pd Marras e Rossi il giorno dopo i ballottaggi delle elezioni comunali, e l’invito aperto a sfiduciarlo in Aula lanciato al Partito Democratico dallo stesso presidente. Per Donzelli, l’assenza del governo regionale è evidente: "Possiamo trovare Rossi e la sua Giunta in qualche trasmissione tv o in qualche colloquio telefonico.

Lontani comunque dai temi che vivono i cittadini toscani”. “Siete attaccati solo alle poltrone” ha continuato il capogruppo FdI spiegando il senso del documento di sfiducia: “Smascherare un gioco delle parti nei litigi interni della maggioranza Pd-Mdp”. Donzelli ha continuato bocciando il lavoro del governatore su più fronti: Rifiuti - “riuscite a riciclare solo il parere di Rossi su Renzi” -; Immigrazione - “secondo voi la tendopoli di Lucca è il modello toscano” -; Sicurezza, Infrastrutture, risposte al Turismo, con l’affondo “avete pensato che la montagna fosse una mucca da mungere”.

Un invito a “restare alla sostanza delle cose” è stato lanciato dal capogruppo Pd Leonardo Marras: “Rossi è stato eletto direttamente. È un valore straordinario”. “Ci siamo trovati ad andare avanti con un governo di coalizione e lo abbiamo fatto con l’atto di programmazione più importante” ha detto riferendosi al Prs (Piano regionale di sviluppo) e spiegando quanto sia stato, “dopo un lungo confronto, dopo essere stati in ogni cantuccio della

Toscana, modificato”. “Siamo un governo di coalizione. Abbiamo un programma su cui c’è il bollo dei cittadini toscani”. “Agli altri il ruolo di fare opposizione” ha detto augurandosi si continui a farlo “sulla base del programma e non su uno sfogo che sta nel politicismo”. “Pensavo di poter definire questa mozione una provocazione nata nel centrodestra dopo la vittoria in qualche Comune. Mi sono invece trovato di fronte ad uno sfogo nel quale i luoghi comuni sono l’unica cosa che si possa apprezzare” ha commentato ancora Marras riferendosi alle accuse di “carenza di azione del governo regionale”.

“Ho sentito cose un po’ diverse dal vero” ha detto ricordando che gli “atti più importanti della scorsa legislatura sono stati presentati alla fine e gli atti più importanti di questa sono stati fatti all’inizio”. Parlando dell’economia regionale, il capogruppo Pd ha ricordato i dati diffusi dall’Irpet che fotografano un mercato del lavoro “migliorato. L’occupazione è cresciuta dell’1,9 per cento nel 2016 e dell’1,6 per cento a inizio 2017” ha detto citando il dato dell’export che ha registrato un “+39 per cento negli ultimi anni”.“Dobbiamo restituire un minimo di chiarezza ai cittadini” ha esordito il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi.

Ricordando il post su facebook scritto dal capogruppo Marras - “Rossi è oggi itinerante dirigente politico di un altro partito” -, Borghi ha rassicurato l’Aula: “Se sfiduciamo il governatore, la Toscana non cade. Possiamo ripresentarci alle elezioni, magari studiando un percorso in linea con le politiche, e tentare magari di fare piazza pulita”. “Non si può far credere – ha stigmatizzato – che un voto sia solo personale. Ci si esprime anche sul partito che rappresenta”.

“Il presidente Rossi ha deciso di fondare un nuovo partito. Deve rispetto a coloro che lo hanno votato nel 2015 e che in quell’occasione non hanno trovato nella scheda il simbolo Mdp” ha esordito Manuel Vescovi (Lega). “Non è un consigliere regionale” ha detto. “È un presidente eletto direttamente che ha scelto di cambiare”.

Favorevole alla mozione ma per motivi “diametralmente opposti” a quelli emersi nel corso del dibattito si è dichiarato Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra). “Il mio voto di sfiducia parte dal fatto che c’è una perfetta continuità nel programma di governo. Ero contrario al principio, continuo ad esserlo oggi” ha detto rilevando come Rossi sia il “presidente perfetto di questa coalizione”.

Di Giunta “sterile” ha parlato il capogruppo Forza Italia Stefano Mugnai. “Il vero problema è che questa legislatura non riesce ad avere una spinta importante per i nodi politici interni alla maggioranza”. “Voler tenere insieme cose che insieme non possono stare, equivale alla paralisi” ha detto parlando della mozione come “possibilità di dare un segnale di discontinuità”.

“Il mio unico argomento per votare a favore della sfiducia risiede nella gestione della sanità pubblica da dieci anni a questa parte” ha detto sinteticamente Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt).

Per Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle) è “necessario passare dalle buone dichiarazioni ai fatti”. Parlando di ”assenza di credibilità” si è rivolto ai banchi della maggioranza: “È finito il tempo dei giochi. Giorno dopo giorno aumenta il consenso di altre forze politiche”.

Di “grande, straordinario, spettacolo” ha parlato Serena Spinelli (capogruppo Art.1-Mdp). “Questo è il bello della democrazia, dibattere anche vagando dall’ago al cannone”. “Con estremo senso di responsabilità e correttezza, continuiamo a governare questa regione. Saranno i cittadini a giudicare” ha concluso chiosando: “idee migliori non le ho mai sentite in quest’Aula”.

“Se passasse questa mozione, la strada alla destra sarebbe aperta” ha detto Paolo Sarti (Sì – Toscana a sinistra) parlando di un presidente che “non ha mai fatto un passo indietro rispetto ai danni fatti”. “In linea con la politica di Renzi, non si è mai ravveduto, neanche di fronte all’evidenza” ha detto ricordando il “caso Macchiarini”.

“I colleghi del Pd sanno di parlare ad una sedia vuota?” ha domandato Elisa Montemagni (vicepresidente Lega). “Rossi non si presenta mai in aula, non ascolta i rappresentati del territorio”. Ricordando come la raccolta differenziata stia “peggiorando e le tariffe aumentando”, Montemagni si è chiesta quale “serietà politica possa esserci nell’attaccare un presidente sulle agenzie e poi sostenerlo in Aula”.

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