Empatia: l'uomo vince sempre?

I risultati dello studio del team di ricercatori del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano pubblicati sulla rivista PeerJ

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 agosto 2014 22:47
Empatia: l'uomo vince sempre?

Chi non è mai stato contagiato almeno una volta dallo sbadiglio di un'altra persona? L'uomo e il bonobo sono ad oggi le uniche due specie nelle quali è stato dimostrato che il contagio di sbadiglio segue un gradiente empatico ed è più frequente tra gli individui che condividono uno stretto legame emotivo, come amici e parenti. Ma un nuovo elemento di discussione è dato dallo studio di un team di ricercatori del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa - Elisabetta Palagi, Ivan Norscia ed Elisa Demuru - che ha paragonato le due specie.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica PeerJ, ha messo in luce che una stretta relazione tra gli individui è il fattore più importante nel determinare la risposta empatica e che l’uomo “vince” sul bonobo solo quando sono implicati legami forti, ma questa differenza si annulla quando sono coinvolte relazioni deboli.

I ricercatori hanno osservato entrambe le specie nelle loro attività quotidiane e in particolare hanno confrontato due caratteristiche del contagio, ovvero la frequenza e la velocità di trasmissione degli sbadigli da un individuo all'altro. Il risultato è che l'uomo risponde più frequentemente e più velocemente del bonobo solo quando sono coinvolti amici e parenti, probabilmente perché le forti relazioni umane sono caratterizzate da un sofisticato sistema emotivo in cui si intrecciano processi cognitivi, memoria e ricordi. In questo caso, il circuito positivo che si instaura tra l'affinità emotiva e il meccanismo percezione-azione sembra essere più forte negli uomini che nei bonobo

In sintesi, questo studio suggerisce che i differenti livelli di contagio emotivo tra uomo e bonobo sono attribuibili alla qualità delle relazioni tra gli individui. “Ma quando la complessità dei legami sociali, tipica degli uomini, non è in gioco - spiega Elisabetta Palagi - l'uomo scende dal “podio empatico” per ritornare sul gradino che condividiamo con i nostri cugini più prossimi: le grandi scimmie antropomorfe”.

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