Emergenza Casa a Firenze, ed i palazzi sgomberati restano vuoti

Di "Schiaffo all'intelligenza" parla il leader del Movimento di Lotta per la Casa

Antonio
Antonio Lenoci
20 giugno 2014 14:02
Emergenza Casa a Firenze, ed i palazzi sgomberati restano vuoti

Molto spesso allo sgombero coatto con forza pubblica non segue nessun intervento di recupero dello stabile che resta miseramente nell'abbandono. Il fenomeno che da un certo punto di vista contribuisce a creare incertezza e provoca la rabbia dei senzatetto, dall'altro lascia perplessi.Come è possibile che interi metri quadrati di superficie abitabile nel centro storico di una città come Firenze siano lasciati nel totale abbandono?"Non avete neppure idea di quante potenziali case ci sarebbero - sorride amaro Lorenzo Bargellini che ci accoglie nella sede del Movimento di Lotta per la Casa - si tratta di qualcosa di veramente osceno.

Siamo davanti ad una grandissima offesa per coloro che hanno necessità di trovare un tetto nella precarietà, nella crisi più nera dove il lavoro non c'è non perché uno non voglia lavorare, ma perché non esiste più".Quante volte vi è capitato di uscire da uno stabile che poi è rimasto vuoto? "Tante, troppe. A volte abbiamo anche rioccupato proprio perché nel frattempo nessuno si era mosso per ristrutturare lo stabile". Nel caso di una delle ultime occupazioni "Dove siamo stati sgomberati letteralmente con la forza, il Comune ha avuto occasione, attraverso la nostra presenza, di rintracciare il proprietario che agli atti risultava un nullatenente e che invece aveva delle rendite da capogiro attraverso case e terreni".Di quali zone stiamo parlando? "Via de' Benci? E' abbastanza centrale? In via dei Benci c'è uno stabile bellissimo, vuoto, inutilizzato.

Ma lo stesso vale per via delle Terme dove negli anni '90 ci andarono gli anarchici, allontanati poi per questione di ordine pubblico, o in via dei Serragli. Parliamo anche di via de' Servi altra zona centralissima. Noi li conosciamo tutti, c'è anche Fiesole con via Buffalmacco, dietro ogni stabile esiste una storia che per ovvie ragioni abbiamo imparato a conoscere. A volte si tratta di anziani che non ne vogliono più sapere, altre sono eredità contese, in alcuni casi c'è addirittura odore di mafia con vari carichi pendenti, c'è di tutto".Molto spesso il Movimento ha avanzato la proposta di auto-riqualificazione degli stabili occupati: "Si, per me si tratta di un procedimento fattibile in cui sono gli occupanti stessi che si fanno carico di ristrutturare gli ambienti, di sistemarli e di salvaguardare un patrimonio che altrimenti crolla a pezzi.

Perché poi è questo l'assurdo, crollano i tetti, vengono giù le pareti, ma nessuno può fare nulla".La proprietà privata nel nostro ordinamento è tutelata: "Si lo è infatti, ma davanti a simili situazioni - sottolinea Bargellini - si tratta di un vero schiaffo all'intelligenza umana. Sono situazioni di degrado che ricadono sulla città, su tutti noi. Ma come si può non prevedere un istituto come la requisizione per coloro che detengono interi stabili in totale stato di abbandono perché non sanno cosa farsene o perché costerebbe troppo rimetterli in sesto".Nel frattempo la situazione è drammatica: "Io continuo a gridare che se non si capisce che la questione deve essere affrontata al pari di una calamità, di un terremoto per intendersi, non se ne esce.

Noi non abbiamo strumenti di tutela, davanti all'offesa di chi resta da solo per strada noi possiamo solo opporci con l'occupazione o la rioccupazione degli spazi. Nel calendario di giugno ci sono 5 sfratti al giorno, oggi per puro caso non siamo in strada a picchettare, la situazione sta degenerando e non ce ne rendiamo conto"Se la proprietà privata resta inutilizzata è giusto espropriarla e sottrarla così all'abbandono? La Costituzione italiana all'art 42 "La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti - e successivamente - La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale" è quanto accade oggi per la realizzazione di opere di interesse pubblico dove campi, prospetti di case o intere palazzine vengono evacuate per consentire l'esecuzione dei lavori.

Ultimo dei casi eclatanti a Firenze gli stabili in piazza Paolo Uccello che impedivano la realizzazione del nuovo ponte per la Linea 1 della Tramvia.Perché non applicare lo stesso principio per il recupero e la ripartizione delle cubature esposte al deterioramento?

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