Dramma e speranza: un viaggio nel pallone tra Siena e Bari con un’idea per la rinascita

Fallimento del Bari: una tifoseria in fermento mentre nella città del Palio la società si tutela legalmente perchè vuole il ripescaggio in B

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
19 luglio 2018 08:58
Dramma e speranza: un viaggio nel pallone tra Siena e Bari con un’idea per la rinascita

Dopo più di un secolo di gol, emozioni, gioie e dolori la storia finisce qui. 110 anni di Bari si chiudono con un fallimento e tanta amarezza in una delle piazze, calcisticamente parlando, più calde e importanti del sud Italia. Dici Mezzogiorno e pensi anche all’Avellino: situazione non facile con la squadra che, al momento, non può sostenere il campionato di B. Ancora Cesena: i bianconeri sono già fuori. Tre società , tre mondi del pallone nel dramma. Inutile cercare responsabili, c’è prima da elaborare un “lutto sportivo” non di poco conto che coincide con l’arrivederci al professionismo. Con esso, l'amarezza di tante persone che, "nel circo calciofilo" di casa nostra trovavano degna occupazione e sostegno economico per le proprie famiglie.

Parallelamente, mentre si guarda con attenzione a quanto sta avvenendo, ci sono realtà che risultano spettatrici particolarmente interessate. Tra queste il Siena. La squadra toscana è tra le favorite nella corsa al ripescaggio con il quale disputerebbe il campionato cadetto a dispetto della finale dei play off persa, male (ricordiamo la rosa falcidiata da squalifiche e infortuni), contro il Cosenza.

A dire il vero i vertici della società, in tempi recenti, già si erano affrettati nell’affermare che tutta la documentazione sarebbe stata pronta in caso di possibile ripescaggio. Quasi che, nella città del Palio, si sentisse già profumo di una nuova possibilità, di un’altra chance, di un altro appiglio per il salto di categoria. Un profumo che, con il passare del tempo, si è fatto essenza sempre più forte, marcata, presente.

Una conferma arriva dal comunicato emesso ieri dalla società: “La società Robur Siena S.p.A. nella persona della presidente Anna Durio, alla luce degli avvenimenti di questi giorni relativi alla partecipazione delle squadre legittimate al campionato di serie B, cosiddetti ripescaggi, ha deciso di affidare la tutela dei propri interessi all’avvocato Antonio de Rensis. La società rimane fiduciosa sul fatto che verranno rispettati i giusti criteri per determinare gli aventi diritto. Resta inteso che in caso contrario si tutelerà nelle sedi opportune senza indugio”. Parole chiare, senza indugi.

Anche l’addio a Marotta non è sembrato del tutto casuale. Il capitano, forse, in C sarebbe rimasto. Si è preferito, probabilmente, un percorso che prevedesse strade separate per garantire a lui, all’ex Bari (ironia della sorte), una maglia da titolare che, in B, non sarebbe stata, necessariamente, sempre assicurata: anche per un’età non più verde. Come due fidanzati che, amandosi ancora, non vogliono farsi del male: si lasciano affinché nessuno abbia dispiaceri.

Sullo sfondo l’attesa di tutta una tifoseria che ha visto, immeritatamente, sfumare il sogno della promozione diretta in un campionato giocato con saggezza, caparbietà e spirito di sacrificio. È mancata, forse, una dose di esperienza per gestire l’emotività di certi momenti che hanno causato la perdita di punti importanti poi divenuti decisivi.

Una città che ora aspetta di sapere, di conoscere, di avere certezze definitive. Questione di giorni e sapremo. Documenti e sogni sono pronti già da un po’.

Chiusura dedicata alla vicenda barese. Sono passati anni (ahimè tanti) da quando, accompagnato da mio padre, ammiravo, dagli spalti del sempre troppo rimpianto “Stadio della Vittoria”, le imprese dei galletti. Una compagine che ha calcato sempre palcoscenici prestigiosi mettendo in luce talenti, anche locali, come quello recentissimo di Antonio Cassano. Gli echi che giungono dalla città di San Nicola fanno intendere che il Bari avrebbe potuto anche iscriversi alla serie C grazie all’intervento del presidente del Bisceglie calcio che, attraverso un’operazione di “fusione” ed acquisto del titolo sportivo, sarebbe subentrato quale presidente di un nuovo club frutto delle “ceneri” dei vecchi. L’operazione non è stata gradita da parte del tifo organizzato che non ha fatto mancare espressioni di dissenso scritto parlando di “tutela della dignità”. Risultato: possibilità accantonata e squadra destinata alla D.

Mi si consenta, da barese, una piccola riflessione. Una squadra di calcio professionista non è solo passione ed emozioni. E’ anche indotto considerando posti di lavoro, volume economico legato agli eventi sportivi ed, in generale, sviluppo del tessuto economico . In tal senso, sicuramente, la C sarebbe stata meno penalizzante. Al cuore non si comanda, la dignità non ha prezzo. Tutto vero anche se, a volte, tristemente, la razionalità è da preferire. Per se, per gli altri, per un’intera città.

Arrivederci a presto con una speranza: sui social media diversi ex giocatori, direi “bandiere”, del Bari che è stato hanno mostrato vicinanza alla squadra e alla città in un momento così buio. Nelle loro parole anche un chiaro risentimento nei confronti di Giancaspro il presidente del fallimento. Ora che il Bari, per ripartire, necessità di risorse finanziarie nonché di un progetto serio sarebbe bello promuovere una “cordata di ex” che si prendesse l’onore della rinascita. Il tutto per un messaggio, anche di vicinanza ai colori sociali, che vada oltre ciò che è stato per guardare al futuro con l’orgoglio di chi quella maglia, con onore, l’ha indossata e amata.

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