Doppia inchiesta sulla corruzione: dalle forniture di stent coronarici al consumo di latte in polvere

Il Vicepresidente della Commissione sanità Mugnai (FI): «Salute della gente barattata per un po’ di prosciutto e qualche viaggetto. Qui la filiera di controlli e procedure è finita nel cestino». Gelli (Pd): “ Punizioni esemplari per i medici coinvolti e più trasparenza”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2014 22:55
Doppia inchiesta sulla corruzione: dalle forniture di stent coronarici al consumo di latte in polvere

In pochi giorni, la sanità toscana è stata travolta da nuove, gravissime inchieste: quella aperta dalla Procura di Firenze sulle gare per le forniture di prodotti cardio-chirurgici, e quella che ha coinvolto le ASL di Pisa, Livorno e Viareggio, in merito a presunte pressioni da parte di pediatri a neomamme per consumare determinati tipi di latte artificiale, in cambio di benefit da parte delle aziende produttrici. Questi fatti, oggetto di distinte inchieste della magistratura, toccano in profondità il sistema sanitario della nostra Regione.

E scuotono la fiducia dei cittadini, chiamando in causa la filiera dei controlli che evidentemente non ha funzionato.Un spaccato di come si muovono alcuni medici è stato messo in evidenza dai Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell'Arma dei Carabinieri di Livorno e alla Procura della Repubblica di Pisa. I medici sono accusati di aver prescritto latte in polvere ad ignare e “ingenue” mamme anche quando non era necessario; in cambio le solite prebende economiche: essenzialmente viaggi/vacanze, con la complicità di agenzie viaggi che li fatturavano come partecipazione a convegni scientifici.«Quando la salute della gente viene barattata per un po’ di prosciutto o per una gita al mare, o per una giacca di buon taglio sartoriale, vuol dire che siamo davanti a un sistema sanitario avvilito e avvilente che merita le inchieste cui è sottoposto, le ultime due esplose nel giro di pochissimi giorni ed entrambe con l’ipotesi di reato di più bassa lega, ovvero la corruzione.

Nel caso delle forniture di stent per le cardiochirurgie così come in quello che ha condotto agli arresti fior di pediatri in mezza toscana, è ovvio che la filiera di controlli, leggi e procedure è finita letteralmente nel cestino. Vogliamo sapere in quale punto si è generato il vulnus. Da Rossi, che per quindici anni tra assessorato e governatorato è stato il dominus indiscusso della sanità, attendiamo non sfuriate ma risposte». L’attacco parte dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI), sconcertato dal tenore delle cronache e dalle intercettazioni riportate dai quotidiani in questi giorni in merito prima alla vicenda giudiziaria che coinvolge svariati medici delle cardiochirurgie non solo di Firenze ma di tutta la Toscana, e oggi sul caso del latte in polvere di cui pediatri di mezza regione incentivavano l’uso a scapito del latte materno. «Al di là delle responsabilità personali – riflette Mugnai – qui entra in gioco un crollo diffuso dell’etica sanitaria.

Se per quanto riguarda gli stent cardiaci c’è di che interrogarsi sul ruolo e la capacità degli Estav, le centrali d’acquisto d’area vasta che stanno per essere accorpate su nostro input da tre ad una, di procedere all’acquisizione di beni e servizi secondo logiche di trasparenza e vantaggio per la comunità – prosegue l’esponente di Forza Italia – nel caso dei pediatri che dirottavano le neomamme su tipi specifici di latte artificiale per qualche regalìa secondo comportamenti di bassissimo profilo sulla pelle dei cittadini più indifesi non si può che rimanere sconcertati.

Il quadro è assolutamente sconvolgente, anche perché le procedure per le gare ad evidenza pubblica risultano stringenti. La Regione deve spiegarci in quale punto si sia generato il corto circuito». Poi la stoccata politica: «Certo, ora Rossi alza la voce come fosse d’improvviso ruzzolato giù dalla montagna del sapone. Delle sue sfuriate ce ne facciamo poco. A vederlo affibbiare la colpa a qualcun altro malgrado abbia trascorso tre lustri in giunta, due da assessore alla sanità e uno da presidente della Regione, ci siamo abituati: glielo abbiamo visto fare per tutta la legislatura, a cominciare dal caso del crac della Asl1 di Massa Carrara per proseguire con la presenza regionale nelle partecipate, con i premi incentivanti ai dirigenti elargiti a pioggia, con il tallio nell’acqua della Versilia, con le reiterate alluvioni che negli ultimi anni hanno colpito tante comunità toscane e via scaricando barili in qua e in là.

Sì ma lui in questi anni dov’era? Che faceva?»“Un medico che specula sulla salute di mamme e bambini è qualcosa di inconcepibile, un atto gravissimo che va contro l’etica professionale. Vanno accertate tutte le responsabilità ma se, come sembra, i protagonisti di questa vicenda hanno cercato di convincere ad usare latte in polvere al posto di quello materno devono essere puniti in modo esemplare”. Lo ha detto Federico Gelli deputato pisano del PD e membro della Commissione Affari Sociali in merito all’operazione dei Nas di Livorno e della Procura di Pisa che ha portato all’arresto di 18 persone tra cui 12 medici pediatri che avrebbero prescritto una gran quantità di latte artificiale, su pressione delle aziende produttrici, in cambio di regali.

“Questa nuova inchiesta segue di pochi giorni quella a Firenze sulle cardiologie – spiega Gelli – ma sappiamo bene che la sanità pubblica in Toscana è un sistema solido e integro composto da migliaia di professionisti seri e preparati. Purtroppo tutto questo non ha impedito la creazione ad opera di pochi soggetti corrotti, di sacche di malaffare che devono essere estirpate. Oltre a questo – aggiunge – occorre migliorare e rendere più efficiente il sistema di controllo per evitare scandali che danneggiano non solo la stragrande maggioranza di medici e operatori onesti, ma tutta la collettività.

Un contributo in questa direzione può venire anche dalla piena applicazione del Patto per la Salute Digitale. Con l’innovazione tecnologica possiamo monitorare e garantire una maggiore trasparenza di tutte le complesse attività amministrative del Sistema Sanitario Nazionale. Sappiamo bene – conclude il deputato democratico – che semplificazione e trasparenza nella PA sono tra i migliori antidoti contro la corruzione”.I pediatri arrestati dovranno rispondere del loro comportamento alla magistratura, ma è indubbio che nel caso di almeno uno dei pediatri coinvolti – il professor Roberto Bernardini, dal luglio 2007 alla guida del reparto di pediatria dell’ospedale San Giuseppe di Empoli – ci siano responsabilità politiche.

A sollevare il caso è il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, secondo cui “ogni primario, come avviene di norma in Toscana nonostante le nostre ripetute denunce, viene sempre nominato dalla politica, attraverso il direttore generale. Ad Empoli, dunque, quel primario ce l’ha messo il governatore Enrico Rossi. “Normale che oggi Rossi e l’assessore Marroni parlino di indagini interne e di comportamenti inaccettabili – spiegano il capogruppo Giovanni Donzelli e i consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, citando il caso dei 18 medici arrestati in tutta la Toscana – ma è troppo facile scegliere di non ricordare chi ha la responsabilità politica di quella nomina.

Se proprio Rossi vuole evitare ‘un costume civile e morale che dev’essere censurato, contrastato e cambiato’, inizi col cambiare la modalità con cui vengono nominati i primari. Abbiamo presentato una proposta di legge per selezionare per merito e con concorsi trasparenti i primari anziché per appartenenza politica, questa vicenda dimostra che abbiamo ragione”.

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