Domenica fiaccolata a Firenze per i rifugiati di Ventimiglia

Un’opera d’arte in Consiglio regionale e una giornata per l’infanzia in ricordo di Aylan. Lettera-appello di Radio CORA ai compagni dell’ANPI. Rossi: "L’accoglienza è un problema a cui si può dare un verso"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 settembre 2015 16:21
Domenica fiaccolata a Firenze per i rifugiati di Ventimiglia

Firenze– La Campagna Basta morti nel Mediterraneo ha organizzato per domenica 6 settembre a Firenze una fiaccolata in solidarietà con l’attivista arrestato dai francesi per essere stato dalla parte dei rifugiati di Ventimiglia. L’appuntamento è alle ore 21 in Piazza Ognissanti, il corteo terminerà alle 23 in Piazza Santo Spirito. Alle detenzioni e le deportazioni dei migranti a cui assistiamo da mesi, qualche giorno fa si è aggiunto l’arresto di un partecipante al presidio no-borders da parte della polizia di frontiera francese (PAF) per aver solidarizzato con i migranti rinchiusi nei container di Ponte San Luigi, ora rinchiuso nel carcere di Nizza, in attesa di un processo che lo vede accusato di oltraggio e resistenza.

Intanto l'Associazione Radio CORA chiede all’Anpi che si faccia promotrice di un’opera di accoglienza dei profughi in ogni sua sezione, da ogni suo iscritto e iscritta, a partire da subito.

Una giornata per l’infanzia da celebrare il 3 settembre in Toscana e un’opera d’arte ispirata al dramma di Aylan, il piccolo bimbo siriano annegato, a soli tre anni, durante il tentativo di raggiungere la Grecia. A proporli è il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani. “Il 3 settembre è davvero un giorno triste per l’infanzia – ha spiegato Giani -. Il 3 settembre 2004 si consumò a Beslan la terribile tragedia della morte di quasi duecento bambini; il 3 settembre 2015 si è consumata la tragedia di Aylan”.

Per questo il presidente del Consiglio regionale ritiene che ogni anno in questa data “sia opportuno celebrare la giornata dell’infanzia da parte di chi, come i cittadini della Toscana, hanno sempre manifestato una grande e particolare sensibilità per questi temi”. Giani lancia anche la proposta di un’opera d’arte che ricordi le piccole vittime dell’esodo. “Penso che tra le tante opere artistiche che sono collocate nella collezione permanente in Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana – ha spiegato ancora Giani - si debba ritagliare uno spazio anche per un’opera ispirata al dramma di Aylan e di tutti i bambini vittime dell’esodo, che sta caratterizzando questo periodo storico europeo.

Per la realizzazione dell’opera, per la quale svilupperemo un concorso pubblico, chiameremo a partecipare anche il padre del piccolo Aylan, del quale abbiamo sentito la drammatica testimonianza sui giornali”.

Cinquemilaquattrocento migranti in fuga dal loro paese sono arrivati in Toscana dall'anno scorso e tuttora sono ospiti. Entro la fine dell'anno potrebbero diventare seimilacinquecento. "L'immigrazione è certamente un problema – si sofferma il presidente della Toscana, Enrico Rossi –, richiede impegno e scelte intelligenti. Ma dove questo c'è, dove cioè si affronta il problema, il problema diventa meno problema e questo sforzo di accoglienza che si coniuga con un impegno di integrazione può trasformarsi in un'occasione di crescita per tutti.

Lo dimostrano i tanti progetti che si stanno realizzando in tanti comuni ". Il presidente della Toscana lo ripete più a volte, a San Giuliano Terme in provincia di Pisa e ad Empoli, dove nel pomeriggio ha incontrato amministratori e ragazzi accolti in Toscana, visitando assieme a giornalisti di televisioni, radio e carta stampata alcune strutture dove i migranti sono ospitati e stanno imparando un mestiere, la lingua ma anche a farsi conoscere e a conoscere il Paese che li ospita. Con l'aiuto anche del volontariato, in attesa che la commissione si pronunci sulla loro richiesta di asilo.

Ad Empoli, ad accompagnare il presidente, c'era anche l'assessore Vittorio Bugli. "L'accoglienza di questi giovani – dice – è un problema che può essere gestito. La civiltà della Toscana si riassume in fondo anche in questo: nel trovare in tutto un verso". Lo dice rivolto anche ai sindaci di quei territori che ancora non si sono fatti avanti. Il modello di accoglienza diffusa aiuta. A San Giuliano Terme, ha raccontato il sindaco, ci sono cittadini che anziché alzare barricate si sono fatti avanti spontaneamente per chiedere se e come potevano essere d'aiuto.

"In Tosc ana – ricorda Rossi - abbiamo raccolto la sfida dal 2011 e continuiamo a farlo: senza troppe parole e senza paura, con quel modello di accoglienza diffusa su cui tutti alla fine ci hanno dato ragione, anche quelli a cui rimaniamo meno simpatici". Nel lungo pomeriggio c'è spazio alla fine anche per una parola sui tempi, troppo lunghi, per avere una risposta sulla richiesta di asilo politico. Passano almeno sei mesi, a volte anche un anno e più. Un problema da risolvere. "Si tratta di iter non semplici – spiega Rossi -, complicati da rapporti con i paesi di origine in cui lo Stato a volte non esiste più.

Abbiamo chiesto di sveltire le pratiche. Non è facile, ma è un problema che merita la giusta attenzione" "A volte – conclude Rossi – quando parliamo di immigrazione e di gente che fugge dai propri paesi si rischia di tradurre queste persone solo in numeri, ma dietro i numeri ci sono queste persone e le persone che le accolgono".

In evidenza