Deta: il T.A.R. respinge il ricorso presentato dal comitato

Anche a causa di un vizio di forma. Il sindaco David Baroncelli: “il nostro obiettivo primario è il bene comune"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2021 08:54
Deta: il T.A.R. respinge il ricorso presentato dal comitato

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana ha respinto la domanda cautelare proposta dall'Associazione Italia Nostra ONLUS e dal Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d'Elsa, avanzata da questi ultimi contro la Regione Toscana, il Comune di Barberino Tavarnelle, l'Agenzia regionale protezione ambientale della Toscana - Arpat nei confronti della distilleria Deta.

L'esito dell'ordinanza, appena pubblicata e resa nota alle parti interessate, sul ricorso presentato dall'Associazione Italia Nostra Onlus del Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d'Elsa, riporta le motivazioni con cui il T.A.R. è giunto a tale decisione. "Considerato, ad un primo sommario esame, che - si legge nell'ordinanza - sussistono dubbi sulla legittimazione delle parti ricorrenti". La seconda motivazione emessa dall'autorità giudiziaria fa riferimento nello specifico ai lavori previsti per la manutenzione straordinaria del camino della Distilleria Deta. "L'innalzamento del cammino di altezza tripla rispetto a quella attuale - riporta l'ordinanza - appare suscettibile di migliorare, e non di peggiorare, la situazione delle emissioni odorigene provenienti dall'impianto della contro-interessata".

L'istanza formulata con il ricorso, proposta da Italia Nostra ONLUS e comitato per la Tutela e la Difesa della Val d'Elsa, richiedeva l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia, del decreto regionale che ha per oggetto l'aggiornamento dell'autorizzazione unica ambientale dello stabilimento Deta, del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Barberino Tavarnelle alla distilleria per lavori di manutenzione straordinaria dell'impianto di trattamento fumi odori con integrazione sostituzione servizi tecnologici, dell'autorizzazione unica SUAP e della controdeduzione all'osservazione nonché di ogni altro atto presupposto collegato.

Gli avvocati della difesa hanno argomentato: "I ricorrenti affermano di essere proprietari di immobili posti nelle vicinanze dell'insediamento produttivo, ovvero residenti nella zona, titolari di aziende agricole e agrituristiche. Si deve innanzitutto rilevare che essi non dimostrano, né di avere proprietà immobiliari nelle vicinanze dell'area, né di avere con quell'area uno stabile collegamento.....come è notorio, le visure catastali non forniscono la prova della proprietà dei beni immobili, anche perché il catasto è solitamente poco aggiornato".

Al secondo punto sulle emissioni il giudice ha stabilito che "l'innalzamento del camino ad altezza tripla appare suscettibile di migliorare e non peggiorare la situazione delle emissioni odorigene" senza tenere in considerazioni le nostre argomentazioni circa la composizione dei fumi.

Comunque il ricorso al TAR rimane ancora in corso. Questa era la prima udienza per la sospensiva a cui seguiranno le decisioni in merito alle autorizzazioni.

“Prendo atto di quanto espresso in questa fase attendendo con rispetto la decisione sul merito del ricorso – dichiara il sindaco David Baroncelli – adesso, come da sempre, il nostro obiettivo primario è lavorare per il bene comune, è progettare, qualificare, promuovere e agire con gli strumenti e le risorse di nostra competenza per migliorare il territorio, tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale e la comunità che vi risiede e lavora. Perseguiamo con determinazione l’impegno a favorire l’esclusivo interesse della collettività”. “Rinnovo la fiducia nel lavoro della magistratura – continua il primo cittadino - e ringrazio gli uffici comunali e i soggetti e gli enti coinvolti nella vicenda, Regione Toscana ed in particolare Arpat, per il loro costante operato svolto con competenza e professionalità”.

"il nostro Comitato etichettato come infiltrati poco raccomandabili e pifferai magici, non è riuscito a far sospendere i lavori della ciminiera e i soci hanno subìto offesa dai legali del Comune di Barberino Tavarnelle. di non essere legittimati a fare ricorso in quanto non proprietari. La prima riflessione è a che titolo abbiamo pagato l'IMU, la Tari le tasse per decenni? Per quale motivo le carenze e ritardi amministrativi di un ufficio dovrebbero ricadere sui cittadini?" commentano dal Comitato per la tutela e la difesa Val d' elsa.

"Forse il sindaco quando parla di comune parla di interessi comunali, non crediamo parli della collettività. Poi si è subito dato da fare a comunicare il suo successo sui social e rintuzzare chi dissentiva, scevro da ogni vergona per aver permesso la costruzione di questa ciminiera e per tutte le conseguenze che ne deriveranno. Il futuro ci darà ragione e lui non lascerà una traccia encomiabile del suo mandato, quando i patrimoni immobiliari del territorio si deprezzeranno, l'attività turistica subirà un forte calo e le famiglie della Vald'Elsa avranno minore reddito e forse saranno soggette a brutte malattie" precisa la Vicepresidente Antonella D'Isanto.

"Il primo cittadino, bisogna darne atto, è il sindaco più social d'Italia e giornalmente somministra amenità di vario livello, a volte spudoratamente faziose ed irritanti per chi quì vive e lavora. Posta su una decina di pagine Facebook e in altrettante chat sui whatapp delle frazioni del Comune (operazione alla grande fratello), è sempre alla costante ricerca di consenso e applausi. Agli attacchi su alcune pagine Fb risponde con toni di lesa maestà. Infatti alcuni cittadini, che hanno capacità di analisi critica, hanno contestato il suo operato in merito alle benemerenze concesse ad un'azienda impattante".

"Per noi si apre un periodo durante il quale la battaglia sarà intensificata. Sono tanti i dubbi e le perplessità insorte ma una particolarità temporale ci lascia perplessi: la distilleria era ferma da tre mesi, dopo la mitica ordinanza di marzo della bava di vento. E' singolare che proprio la mattina dell'udienza, prima ancora delle decisioni del giudice, l'azienda abbia ripreso i lavori per l'istallazione dell'elettrofiltro, utile alla nuova ciminiera. Ergo hanno una palla di vetro molto efficace che prevede il futuro.

La legittimazione a questa affermazione è fondata anche sulle dichiarazioni fatte dal Direttore di stabilimento il dottor Montalbano che in un'intervista a gennaio su radio tv Siena ha affermato che loro avevano già comprato l'elettrofiltro impegnando circa un milione e mezzo di Euro. Praticamente un mese prima che la Regione Toscana rilasciasse l'AUA il 19 febbraio 2021 e dell'autorizzazione comunale del successivo marzo. Con quale certezze hanno fatto queste spese? Potenza delle premonizioni".

"E' innegabile che dalla ciminiera ci siano esalazioni di fumi dei quali non si conosce la totale composizione. Il termine diossina è stato usato da un dirigente dell'Arpat la sera del consiglio aperto il 20 maggio, aggiungendo che: avevano fatto cinque sopralluoghi perchè avevano trovato nella distilleria una situazione più critica di quanto credessero e purtroppo non sappiamo cosa hanno trovato di critico".

"Il termine green è stato barattato con l'abbassamento della concentrazione delle emissioni che però contrasta con i principi della scienza: il cui concetto di malattia da sostanze tossiche dipende dalla quantità e dal tempo di esposizione. Che senso ha abbassare le emissioni se poi per 24 ore e 300 giorni l'anno respireremo fumi dei quali non conosciamo la composizione, che potrebbero contenere sostanze nocive, citate in letteratura scientifica con la definizione di cancerogene. Serve chiarezza su cosa respiriamo e non vogliamo deturpata questa valle" concludono dal Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d'Elsa.

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