Demanio idrico: passano le modifiche a disposizioni e regole

La proposta di legge, illustrata dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), è stata approvata a maggioranza. Mugnai (FI): «Dalla legge un’unica certezza: la sospensione dell’addizionale è una rincorsa verso la stangata del 2019»

Redazione Nove da Firenze
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15 ottobre 2017 21:27
Demanio idrico: passano le modifiche a disposizioni e regole

Firenze– Disco verde del Consiglio regionale alla legge che modifica alcune disposizioni normative sull’utilizzo del demanio idrico e sui canoni per il rilascio delle concessioni di derivazione delle acque. L’atto, illustrato martedì 10 ottobre, dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), è stato approvato a maggioranza. Il presidente ha spiegato che il primo anno di applicazione della recente legge in materia ha fatto emergere alcune criticità.

“Nella proposta – ha precisato Bugliani – si definiscono le entità delle penalità per il tardivo ed erroneo pagamento dei canoni e le modalità attraverso le quali la Regione deve procedere al recupero dei canoni”. Importante è poi, come ha spiegato Bugliani, “la disposizione che prevede la sospensione dell’imposta per il 2017 e 2018 sulle occupazioni delle aree del demanio idrico e la riapertura dei termini al 30 novembre per il pagamento dell’imposta all’aliquota agevolata al 20 per cento”.

Il presidente ha precisato che “la ragione di queste disposizioni sta nella volontà di non arrivare a reprimere le attività che operano in questo settore e di ridurre il potenziale contenzioso che potrebbe nascerne”. Nelle modifiche si introduce la sospensione dell’imposta regionale 2017 e 2018 sulle occupazioni delle aree del demanio idrico. Si introduce poi la possibilità, per i soggetti facenti richiesta di più di 50 rapporti concessori di derivazione delle acque o per l’utilizzo del demanio idrico e delle relative aree, di stipulare accordi sostitutivi dei provvedimenti concessori o, in alternativa, accordi finalizzati alla semplificazione della procedura di rilascio delle concessioni e volti a definire il contenuto del successivo provvedimento amministrativo.

Mentre specifiche disposizioni sono previste per il riordino delle concessioni esistenti ed in corso di rilascio afferenti al Servizio idrico integrato. Viene, inoltre, disposto il rimborso dei pagamenti effettuati per l’intero ammontare dell’imposta per l’annualità 2017, alla data di entrata in vigore della presente legge. Bugliani ha precisato che viene anche stabilito il rimborso della differenza tra l’ammontare dell’imposta eventualmente corrisposta dal 1° dicembre 2016 alla data di entrata in vigore del provvedimento.

Lo stesso rimborso è previsto per l’applicazione dell’imposta regionale sulle concessioni statali per l’occupazione e l’uso dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile dello Stato. In questo caso, si prevede la riduzione del 100 per cento dell’aliquota dell’imposta di occupazione delle aree per gli anni 2017 e 2018. A decorrere dall’annualità 2019, l’aliquota applicata sarà pari al 50 per cento del canone di concessione. Viene prorogato al 31 dicembre 2019 il termine per il rilascio della concessione ai soggetti che occupavano le aree senza titolo, ma avevano fatto domanda di concessione o avevano pagato quanto dovuto.

Astensione da parte del Movimento 5 stelle è stata espressa da Gabriele Bianchi. “Ci sembra – ha detto il consigliere regionale – un’ennesima soluzione tampone fino al 2018. Manca ancora una volta chiarezza verso i cittadini”. Voto contrario da Forza Italia. “Non c’è chiarezza – ha detto il capogruppo Stefano Mugnai – In ordine alla modifica di entrata nei bilanci della Regione, ho dubbi sulla possibilità di introitare le risorse in assenza di concessioni”. “Ciò che resta di concreto – ha concluso – è che dal 2019 l’aliquota schizzerà al 50 per cento su canoni già aumentati”. Astensione anche da parte di Lega nord. “Una proposta di legge – ha detto Elisa Montemagni – che non risolve del tutto il problema”.

“Ho interpretato questa proposta di legge – ha affermato Monica Pecori (Gruppo misto) – come un condono fiscale per tutti gli operatori economici che negli anni passati hanno agito in violazione delle norme tributarie”. Il giudizio negativo deriva anche dal fatto che nelle concessioni “non viene stabilita nemmeno la quantità prelevabile di acqua”.

L’astensione dal gruppo Sì-Toscana a sinistra è stata espressa dal capogruppo Tommaso Fattori che ha definito la proposta una “norma insoddisfacente”. “Avremmo voluto – ha però rilevato - delle esenzioni per i concessionari che dalle interferenze demaniali non producono reddito e, viceversa, un’imposta progressiva per chi dalle concessioni trae profitto”.

Antonio Mazzeo (Pd) è intervenuto nel dibattito per illustrare una proposta di emendamento, poi accolta, per “estendere, anche ai consorzi che raggruppano utenti di derivazioni di acque pubbliche, la possibilità di stipulare accordi per introdurre modalità semplificate di gestione delle procedure di rilascio, variazione e rinnovo delle concessioni idriche”.

L’assessore regionale al Bilancio, Vittorio Bugli, ha ricordato che i gestori idrici “hanno tutti i contatori dell’acqua”. “Noi – ha chiarito - insistiamo molto su questa questione. Una volta si dava la concessione in base a un quantitativo d’acqua massimo utilizzabile, con queste modifiche normative si intende far pagare il concessionario in base al consumo d’acqua così da avere un contenimento dell’uso della risorsa. L’obiettivo è quello di spingere tutti all’installazione dei contatori e in agricoltura abbiamo pensato ad un premio per chi ne fa uso”.

Un sospiro di sollievo di due anni, con la sospensione dell’addizionale regionale sul canone concessionale per l’utilizzo del demanio idrico e l’occupazione delle acque fino a tutto il 2018, poi, dal 2019, la riattivazione del tributo con aliquota 50% su canoni che però sono già aumentati: «E’ sostanzialmente una rincorsa verso la stangata», tuona il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai esaminando la legge in discussione oggi in aula.

«Ed è però anche – prosegue – la sola certezza in un articolato di desolante incertezza sul settore». La faccenda è complicata. Le concessioni di demanio idrico riguardano un ampio ventaglio di attività che vanno dall’utilizzo delle acque ad esempio per scopi irrigui o agricoli alla tenuta di capanni da pesca, ad esempio, o attraversamento di corsi d’acqua con condotte… di tutto e di più. Con particolarità come quelle dell’area di Golena d’Arno, nel Pisano, interessata dalle postazioni di rimessaggio.

Un arcipelago vasto e vario su cui, all’indomani del trasferimento delle titolarità tributarie dalle Province alla Regione, quest’ultima ha deciso uno stop al pagamento dell’imposta regionale sui canoni in attesa di uniformarli su tutto il territorio. Buona idea, di principio. L’applicazione però, secondo Mugnai, lascia a desiderare: «Vi sono certezze solo in senso negativo per gli utenti. Intanto – incalza – si rimanda al 2019 il rilascio delle concessioni ma nulla si specifica circa la durata che avrà il titolo.

Contestualmente, sempre nel 2019, tornerà in vigore l’addizionale regionale sul canone, già aumentato vigorosamente, ma con un’aliquota al 50% su tutte le posizioni. Inoltre, se mancheranno i requisiti idraulici per il rilascio della concessione si prevede che l’occupante liberi immediatamente l’area ma come si potrà evitarlo se non è menzionato alcun procedimento normativo di riordino delle varie situazioni?» Anche per questo punto specifico Pisa sarebbe afflitta dal maggiore (e peggiore) impatto: «Il Comune di Pisa sta elaborando un Regolamento per la Navigabilità il cui obiettivo è proprio quello di mitigare i vincoli idraulici per le strutture pertinenti l’attività che abbiano dimostrata storicità.

Si rischia il pandemonio di un combinato poco combinabile, dato che il nodo del riassetto dell’area golenale del fiume Arno non è mai stato sciolto».

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