Crisi industriali: grave la situazione della Bekaert, ma non è l'unica

Enrico Rossi: Saremo a fianco dei lavoratori". Cerza (Cisl Toscana): In 30 anni di sindacato mai vista una simile arroganza". Paolo Capone “Danno gravissimo per 318 operai di mezza età”. Accordo di programma per Piombino: firma prevista tra il 16 e il 20 luglio. Positivo l'incontro con JSW. Kme: il Ministero sulla base del piano di rilancio riconosce gli ammortizzatori sociali. Ex-Oleificio Toschi: mozione unanime per inserire Porcari nei siti da bonificare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2018 23:50
Crisi industriali: grave la situazione della Bekaert, ma non è l'unica

Nonostante le pressioni unanimi perché la Bekaert sospenda la procedura che in 75 giorni porterà al licenziamento di tutti i 318 lavoratori dello stabilimento di Figline, il vice presidente per l'Europa, Stijn Vanneste, nel corso dell'incontro che si è tenuto al ministero dello sviluppo economico, è stato irremovibile: nessuna sospensione, ma soltanto una disponibilità a discutere, a "contatore" tuttora in funzione e con una spada di Damocle che pende minacciosa sulla testa di ciascun lavoratore.

"La posizione aziendale - afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha provato a chiedere a Bekaert di sgombrare il campo dalla inevitabilità della procedura - è arrogante e inaccettabile. Ed inaccettabile é anche la ferita che in questo modo viene inferta, a tradimento, ai lavoratori. Eppure i volumi produttivi degli accordi commerciali presi con Pirelli non sono diminuiti. Abbiamo chiesto all'azienda che ci faccia capire in cosa consistono i problemi di prezzi che denuncia e ci siamo dichiarati disponibili ad affrontare tutte le questioni". Ma per il presidente Rossi il problema vero è quello di un'azienda che, come ha ricordato uno dei sindacalisti presenti, ha fatto studiare e poi realizzare a Figline un prodotto dall'elevato valore aggiunto, per poi delocalizzarne la produzione dove il costo del lavoro é più basso. "Per questo l'azienda non è credibile - aggiunge Rossi - quando afferma che a Figline non c'é equilibrio economico.

Evidentemente la volontà era quella di acquisirla per impadronirsi delle sue conoscenze e poi ucciderla, così come stanno facendo. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa volontà. Bekaert sta dando prova di uno strapotere inaccettabile che vuole schiacciare storia e persone senza guardare in faccia a nessuno, per realizzare profitti ad ogni costo. Per questo saremo fino in fondo a combattere a fianco dei lavoratori". Il presidente ha detto infine che nei prossimi giorni si deve "continuare a lavorare peer una soluzione positiva, rivolgersi anche alla casa madre e direttamente al Consiglio di amministrazione della multinazionale, per capire bene cos'é accaduto e se riusciamo a creare una prospettiva".

Ha infine ringraziato il ministro Di Maio per la sua presenza all'incontro, osservando come tra Regione e Ministero c'é una perfetta sintonia. Del resto il neo ministro, in uno dei numerosi inviti che ha fatto all'azienda nel corso del confronto, aveva invitato Vanneste a considerare che "la Toscana è una terra di grande cultura sociale e del lavoro". Un appello rimasto, purtroppo, inascoltato.

"In trent’anni di attività sindacale non ho mai visto un atteggiamento così arrogante da parte di un’azienda, alla presenza dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali, degli enti locali e dello stesso Stato italiano, rappresentato a quel tavolo dal ministro."Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, al termine dell'incontro oggi pomeriggio al Mise sulla vicenda Bekaert."L’azienda - ha detto Cerza - non è disponibile a sospendere la procedura, ha detto che per loro si può trattare, ma entro 75 giorni, ben sapendo che 14 se ne sono già andati.

Non ha voluto prendere in considerazione alternative, pur con la disponibilità del ministro di mettere a disposizione tutti gli ammortizzatori possibili e con la nostra disponibilità di cercare una soluzione con l’azienda.""La posizione del governo - secondo Cerza - è stata esemplare. Ha detto chiaramente che in Italia c’è un’etica del lavoro e che una multinazionale non può solo prendere. Ha ribadito che questo atteggiamento da parte loro non viene certo preso bene dallo Stato, che lo porterà a conoscenza degli altri partner europei e che questa cosa non si fermerà in Italia."

“Sono per lo più operai di mezza età che se licenziati, avranno grosse difficoltà per trovare un altro impiego. Oltre il danno anche la beffa: grazie al Jobs Act se un’impresa cessa la sua attività, i dipendenti non hanno diritto alla cassa integrazione. Molti di loro sono anche prossimi alla pensione.” – Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, a seguito dell’incontro di oggi al Mise sulla vertenza Bekaert.

Si tratta di 318 famiglie che rischiano di finire sulla strada, soprattutto perché l’azienda dimostra di non avere alcun vincolo di responsabilità sociale nei confronti dei suoi dipendenti. Bisogna, quindi, scoraggiare le multinazionali a delocalizzare la propria produzione all’estero per fini economici, affinché siano tutelati i diritti dei dipendenti. Speriamo che il Governo proceda in tal senso per salvare, in qualche modo, la forza lavoro.”

La firma del nuovo Accordo di programma con la JSW Italy, che sostituirà quello sottoscritto con Aferpi, é prevista tra il 16 e il 20 di luglio. Lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana a Roma, al termine di una giornata densa di incontri sul fronte industriale e produttivo. Per Enrico Rossi é stata l'occasione per richiamare un vecchio impegno. "Un primo maggio di qualche anno fa - ha detto infatti - avevo promesso di fronte ai lavoratori che se non si fossero risolti i problemi della siderurgia a Piombino, avrei dato le dimissioni.

Con la stipula del nuovo Accordo di programma, prevista tra il 16 e il 20 di questo mese, si è trovata una strada che fa ben sperare per il futuro e che mi impegna a lavorare per la buona riuscita del progetto di ritorno della produzione di acciaio a Piombino. Quello sarà un giorno di grande soddisfazione personale, così come per me lo è stato trovarmi a fianco dei lavoratori per rispondere alle loro legittime domande".

"Finalmente - ha detto Rossi - l'accordo si è chiuso con la volontà, da parte di tutti i soggetti interessati, di andare presto alla firma dell'Accordo di programma. È un passaggio di proprietà con impegni precisi da parte delle istituzioni e del privato, che in 18 mesi presenterà il progetto che, attraverso i forni elettrici, permetterà a Piombino di tornare a colare acciaio". Il presidente ha quindi espresso la sua soddisfazione per il risultato raggiunto. "Saremo - ha però subito aggiunto - vigili. Del resto ci siamo impegnati su molti fronti e la Regione é stata protagonista. I lavoratori sono stati all'altezza della loro storia e artefici di un rilancio produttivo per il quale si sono impegnati a fondo". Rossi ha voluto infine ringraziare i funzionari del Ministero e della Regione Toscana che si sono adoperati al meglio per favorire la conclusione dell'accordo, l'ex ministro Carlo Calenda e il nuovo ministro Luigi Di Maio.

Nell’incontro di oggi presso il Ministero dello sviluppo economico è emersa la possibilità di vedere riconosciuto un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria per lo stabilimento di Fornaci di Barga, ciò in virtù di un piano di rilancio, di investimenti e del recupero occupazionale. Alla sede Kme di Firenze ed allo stabilimento Kme di Serravalle Scrivia non sono invece riconosciuti ulteriori ammortizzatori sociali perchè l’investimento si concentra principalmente sullo stabilimento di Fornaci di Barga, ma l’azienda si è impegnata a non aprire procedure di licenziamento ed a ricercare soluzioni concordate con le Organizzazioni Sindacali. L’ accordo sulla Cassa integrazione va definito presso la Regione Toscana, per poi essere riconosciuto dal Ministero Del Lavoro attraverso uno specifico decreto."Noi continuiamo a lavorare affinché gli stabilimenti Kme nazionali risentano di investimenti e di un rilancio complessivo -commentano Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom Gruppo Kme, e Mirco Rota, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Nazionale- Monitoreremo l’andamento aziendale attraverso specifichi incontri e vi saranno anche ulteriori passaggi in sede ministeriale. Siamo impegnati affinché le condizioni di prospettiva industriale e di totale recupero occupazionale, (nonché di tenuta dell’indotto che ruota intorno a questo importante gruppo) dopo molti anni di crisi si concretizzino e si possa tornare a parlare di sviluppo".

“KME non aprirà nessuna procedura di mobilità. Nessun lavoratore sarà quindi licenziato e questa è per noi la notizia più importante emersa dal tavolo con l'azienda e i rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico”. Cauto ottimismo quello del coordinatore nazionale della Uilm Siderurgia, Guglielmo Gambardella, e del segretario della Uilm area Nord Toscana, Giacomo Saisi, subito dopo l'incontro a Roma al Mise con la dirigenza di Kme e i tecnici del Ministero.

“L'esito è stato tutto sommato positivo – ribadisce Saisi – almeno per quanto riguarda la salvaguardia dei posti di lavoro. Stiamo lavorando, inoltre, alla definizione degli strumenti da utilizzare come ammortizzatori sociali. Non è ancora certo, ma c'è la possibilità di trasformare i contratti di solidarietà in essere in cassa integrazione straordinaria in modo che dopo il 23 settembre, quando scadranno gli ammortizzatori sociali in essere, potremo chiedere una proroga di altri 12 mesi di Cigs.

Le possibilità sono alte, come ha confermato il Ministero”. Confermati anche i numeri degli esuberi, 90 per lo stabilimento di Fornaci di Barga (Lucca), per i quali l'azienda andrà poi a chiedere gli aiuti a Roma. “L'azienda ha poi ribadito la volontà di andare avanti con la stesura del progetto definitivo sin qui annunciato e anche questo è un dato positivo perché la Cassa integrazione straordinaria viene concessa con maggiori probabilità se viene legata a un serio progetto di riorganizzazione e rilancio dello stabilimento.

Confermato quindi il progetto di autoproduzione dell'energia elettrica tramite pirogassificatore del pulper e la creazione di una Academy sull'economia circolare in collaborazione con la Scuola S.Anna di Pisa nell’ex Centro Ricerche con importanti ricadute su tutto il territorio, in termini economici ed occupazionali. In tutto si parla di 70 milioni di euro di investimenti”. “Oggi abbiamo avuto un elemento di certezza fondamentale per gli ammortizzatori sociali allo stabilimento di Fornaci che era mancato allo scorso incontro – ha dichiarato poi Gambardella -.

Non è una soluzione di prospettiva ma ci consente di gestire almeno la prima fase iniziale per la realizzazione del piano di rilancio di Kme. Gli esuberi ci sono ma se saranno confermate le previsioni di mercato e l'incremento della produzione già da quest'anno sarà possibile riassorbire ben presto alcuni lavoratori in esubero ridimensionando anche l'importo degli ammortizzatori. La prossima scadenza essenziale è quella che riguarda la presentazione del progetto definitivo: l'azienda deve portarlo entro la fine di agosto o l'inizio di settembre.

Come sindacato abbiamo chiesto che Kme acceleri i tempi e il Ministero ha sostenuto la nostra richiesta: dalla presentazione e approvazione del progetto ci saranno poi 18 mesi per realizzarlo. Quindi, prima parte il piano prima possono essere riutilizzati i lavoratori. Infatti – conclude Gambardella – la società si è impegnata a utilizzare parte degli esuberi nel cantiere per il rilancio dello stabilimento e anche all'interno dell'Academy che sorgerà all'ex centro ricerche.

Noi monitoreremo l'iter passo dopo passo”.

"Dopo l'incontro di questa mattina le prospettive per la KME sono incoraggianti. L'azienda presenterà il suo piano, così come noi avevamo di richiesto, entro settembre. E questo può rappresentare il primo e decisivo passo per il suo consolidamento nella Media Valle. In ogni caso sono convinto che qualunque sia la soluzione che verrà prospettata, il bilancio ambientale per il territorio debba essere migliore rispetto alla situazione attuale". È ottimista il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

"La Regione è pronta - aggiunge il presidente - ad autorizzare gli impianti a condizione che rispettino le normative. Sul fronte occupazionale l'impegno dell'azienda a presentare un progetto di sviluppo consente di ottenere la proroga degli ammortizzatori sociali. È un passo importante che mi auguro apra strade che portino ad una ripresa degli investimenti, che del resto possiamo sostenere con fondi regionali e nazionali, oltre a ricercare le modalità con le quali sia possibile ridurre il costo dell'energia".

Enrico Rossi si è infine detto convinto che se le cose andranno in porto "si tratterà di un atto di politica industriale che concetrerebbe in Garfagnana la produzione europea di rame".

ll futuro dell’area dell’Ex-Oleificio Toschi a Porcari (Lu), al centro della mozione presentata dal presidente della commissione Ambiente del Consiglio regionale, Stefano Baccelli (Pd), votata all’unanimità nel corso della seduta di oggi, giovedì 5 luglio. Nel testo si chiede di attivare una nuova fase di monitoraggio della situazione ambientale nell’area adiacente alla ferrovia di Porcari, interessata dallo sversamento di liquami provenienti dall’ex-Oleificio, ma anche di valutare l’inserimento del sito nell’anagrafe di quelli regionali oggetto di bonifica. La messa in sicurezza del territorio è considerata dal presidente una “assoluta priorità” che ribadisce la necessità di dare sostegno all’amministrazione comunale che dal febbraio 2017, attraverso accertamenti e risorse, si è attivata per gestire una situazione di emergenza ambientale dovuta al continuo sversamento di liquami oleosi nella fossa adiacente la ferrovia.

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