Criminalità: reati in calo, i toscani denunciano e si sentono più sicuri

Bugli annuncia progetti speciali per le città toscane. Stella (FI): "Bene la diminuzione reati, ma serve task force anti abusivismo e degrado". Presidio della Lega Nord Firenze a San Jacopino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2016 23:34
Criminalità: reati in calo, i toscani denunciano e si sentono più sicuri

FIRENZE– Crimini e sicurezza: se ne è parlato stamani nel corso di un seminario a Palazzo Strozzi Sacrati promosso dalla Regione, con due report al centro dei lavori. Numeri e riflessioni. E a guardare i numeri, la Toscana parrebbe meno sicura di altre parti d'Italia: del sud ad esempio. Ma la conclusione rischia di essere azzardata. Il rapporto dell'Osservatorio sociale della Regione in effetti dice semplicemente che le denunce in Toscana sono più numerose che in molte altre parti, ma non è detto alla fine che i crimini siano in assoluto davvero di più.

Non ovunque infatti c'è la stessa propensione a denunciare un reato subito e ce ne sono alcuni che non vengono scoperti. Chiarito questo si può comunque dire che, in Italia come in Toscana, gli ultimi venticinque anni hanno visto una lenta ma progressiva diminuzione dei reati registrati: solo quelli contro il patrimonio, dagli anni Novanta, sono aumentati. I numeri sono quelli dei crimini denunciati dalle forze dell'ordine alla magistratura. Dopo il picco del 1991, la Toscana ha registrato tre momenti critici, con altrettanti picchi: il primo nella seconda metà degli anni Novanta, il secondo nel 2007 e l'ultimo, più di recente, nel 2012.

Da allora i delitti denunciati in Toscana sono andati calando ogni anno.

Più crimini contro il patrimonioNegli anni Novanta il tasso di delitti in Toscana è rimasto costantemente più basso della media italiana. Poi nel 2002 la situazione si è invertita e da allora la delittuosità della regione è risultata sempre superiore. Nel 2014 si sono contati 5.057 delitti ogni centomila abitanti (in Italia erano 4.627). Nel 2015 sono scesi a 4.884, che in numeri assoluti fanno 182.870 reati denunciati nel corso di tutto l'anno nella regione. La diffusione dei reati sembra seguire la stessa geografia dello sviluppo economico e sociale: più sviluppo corrisponde ad un maggior numero di reati. L'assioma vale in particolare per i reati contro il patrimonio, ovvero furti e rapine, borseggi o truffe, più numerosi dove i redditi sono più alti.

Meno omicidiIl report racconta anche che in Toscana sono diminuiti gli omicidi, in calo nella regione come in tutta la penisola. Dal 1991 ad oggi il livello rispetto alla media italiana è sempre rimasto più basso: nel 2015 ne sono stati contati 18 (volontari) e 54 tentati. Sono invece più frequenti in Toscana che in Italia e costantemente in crescita nel tempo le lesioni dolose: 120,5 (sempre nel 2015) per centomila abitanti, quintuplicato rispetto agli anni Novanta. Ma questo può esser letto anche come un dato positivo, frutto dei soprusi subiti tra le mure domestiche che prima non venivano denunciati ed oggi invece sì. Il numero delle violenze sessuali è stabile: 284 ancora nel 2015.

Rispetto al 2014 meno furtiChecché se ne dica, pare essersi fermati negli ultimi anni anche la crescita dei furti: nel 2015 sono stati 2.783 per centomila abitanti (erano 2.908 l'anno prima). La Toscana pare comunque meno 'protetta' al riguardo a confronto con l'Italia nel suo complesso: la situazione si inverte per le rapine.

Firenze, Prato e Lucca le maggiori denunceL'ultima curiosità riguarda le differenze tra i territori: il tasso di delitti si riduce passando dal nord al sud della Toscana. Le province con i valori più alti, sia pur con differenze e diverse incidenze nella tipologia di reati, sono Firenze, Prato e Lucca, seguono Livorno e Pisa. Un po' più indietro si piazzano Massa-Carrara e Pistoia. Le province più 'protette' sono Grosseto, Arezzo e Siena.

Ma le famiglie si sentono più sicureC'è poi la percezione della sicurezza e del rischio criminalità, che è qualcosa di soggettivo non per forza proporzionalmente legato al numero di reati denunciati. Da questo punto di vista la percezione delle famiglie toscane nella zona in cui vivono è in miglioramento. Nel 2014 un quarto (il 23,6%) avverte molto o abbastanza disagio rispetto al rischio di criminalità: un dato più basso rispetto alla media italiana, che sale al 30 per cento.

Una serie di progetti speciali e sperimentali per accrescere la sicurezza in alcune delle realtà toscane più a rischio. E' quanto ha annunciato stamani l'assessore regionale alle politiche per la sicurezza dei cittadini e la cultura della legalità, Vittorio Bugli, nel corso di un convegno. La Giunta regionale pensa di destinare a questo scopo circa 500.000 euro. "Anche se non abbiamo competenze dirette in materia di sicurezza – ha detto Bugli – intendiamo concentrare le risorse in alcune situazioni campione dando priorità a chi presenta maggiori problemi e diversificando gli interventi.

Ecco quindi che a Prato interverremo nell'area della stazione del Serraglio, a Pisa in quella della stazione centrale, a Livorno nei quartieri più a rischio e a Firenze sulla movida, così da testare l'efficacia dei progetti, per poi replicarli in altre realtà". Queste ulteriori risorse si aggiungeranno al milione di euro che la Regione ha recentemente messo a disposizione degli enti locali per l'acquisto di sistemi di videosorveglianza ed informatici per segnalare in tempo reale reati, situazioni di pericolo o di degrado. "In entrambi i casi – aggiunge Vittorio Bugli - partiamo dall'analisi dei fenomeni, per dare il via ai primi interventi, così come pensiamo di stilare linee guida regionali in materia di sicurezza, rivolte ai Comuni.

Il nostro intento però non è solo volto alla repressione o alla difesa: la sicurezza la si raggiunge non rimanendo chiusi in casa, ma scendendo in strada, per rendere i quartieri più vissuti e pieni di attività. Per questo favoriremo sia la riapertura dei locali chiusi, sia l'avvio di nuove attività". Una nuova modalità di approccio ai temi della sicurezza che il sindaco di Prato e presidente dell'Anci Toscana, Matteo Biffoni, nel suo intervento di saluto ha detto di condividere, aggiungendo che gli enti locali cercheranno di reperire ulteriori risorse da destinare a questo scopo.

"Salutiamo positivamente i dati che danno in Toscana una diminuzione del numero dei reati e facciamo i complimenti alle forze dell'ordine per questi risultati. Allo stesso tempo, ci preme segnalare che a Firenze il Comune sta perdendo la battaglia contro l'abusivismo commerciale e il degrado. Non è più tollerabile che ciò avvenga senza che le Istituzioni tutelino gli esercenti da questa concorrenza sleale, che solo in Toscana causa danni per 1,4 miliardi di euro”. Lo afferma il coordinatore fiorentino di Forza Italia, il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. “Non bastano più le promesse e gli spot senza seguito contro l’abusivismo – avverte Stella -.

La città ha bisogno di risposte concrete ed efficaci per contrastare questo fenomeno. Gli irregolari distruggono l’attività di tanti lavoratori e famiglie. Purtroppo il piano del Comune di Firenze si è rivelato un flop, e gli abusivi occupano mercati, piazze e strade come sempre. L’unica ricetta è quella che noi chiediamo da anni, inascoltati: una task force permanente anti-abusivismo, non provvedimenti spot che durano qualche giorno, buoni solo ad avere i titoli dei giornali. Tanto è vero che dopo il blitz di qualche giorno fa, gli abusivi sono già tornati in centro con i tappetini". “Il punto di partenza – spiega – è l’attivazione di uno speciale gruppo di investigatori che dovrà anzitutto monitorare il fenomeno, raccogliendo maggiori informazioni possibili che serviranno, in una seconda fase, per attuare azioni repressive ben più ampie dei soliti pattuglioni.

All’azione coordinata di tutte le forze di polizia dovrà poi affiancarsi la collaborazione con le associazioni di categoria, la camera di commercio e l’assessorato al commercio del Comune”.

"Quartiere 1, San Jacopino. Un rione dove le istituzioni latitano, rappresentate da una sola, solitaria telecamera in Via Maragliano. Un rione che aspetta invano di essere riqualificato: i lavori ai giardini di via Maragliano, per i quali sono stati stanziati 30.942,88, suro sono fermi al palo; avrebbero dovuto concludersi il 25 agosto scorso" afferma Filippo La Grassa Segretario Comunale Lega Nord Firenze. "Un rione ostaggio del degrado e dello spaccio di droga; è appena trapelata la notizia di spaccio di droga in piazza San Jacopino.

Un rione nel quale il multiculturalismo si dimostra essere una chimera ed offre un esempio emblematico di convivenza mancata: la moschea abusiva in via Targoni Tozzetti, dove si riuniscono non si sa quante persone benché manchino le più basilari norme di sicurezza ed igienico-sanitarie; a margine, sarebbe interessante sapere se tutti i fedeli sono in possesso dei regolari documenti" continua La Grassa "Si tratta di un luogo di culto a tutti gli effetti anche se spacciato per associazione culturale, che però non è in regola e che non è stato ancora sgomberato.

L’assessore Gianassi predica pazienza ma la misura è colma e non si può indugiare. Non si può nemmeno ignorare l’eventualità della diffusione di un islam radicale tra i fedeli: molto spesso quelli che si presentavano come centri culturali islamici nascondevano attività di reclutamento jihadista tanto che le moschee abusive sono sotto osservazione da parte dell’Antiterrorismo. In un momento storico segnato dal proliferare dell’islam radicale nelle comunità islamiche, bisogna mettere al primo posto la sicurezza l’ordine la prevenzione".

"Un rione" conclude La Grassa "che rischia di diventare una piccola banlieue se non si interviene. Per questo sabato 1 ottobre prossimo saremo in piazza San Jacopino per portare all'attenzione i problemi del rione e per manifestare la nostra vicinanza a quei cittadini che si sentono abbandonati da tutti, in primis dalla politica. Siamo dalla vostra parte".

In evidenza