Cospe dalla parte dei rom: "Basta alla crociata contro i poveri". Città spaccata tra favorevoli e contrari

La denuncia dell'associazione onlus per la Cooperazione e lo sviluppo dei paesi emergenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2014 19:24
Cospe dalla parte dei rom:

FIRENZE - Prosegue la spaccatura in città tra coloro che sono soddisfatti per il divieto di accesso alla stazione per chi è sprovvisto del biglietto del treno, di fatto impedendo di andare a elemosinare, e chi invece mostra tutto il proprio disappunto per una decisione che metterebbe ancora più in difficoltà chi già vive di poco. 

Cospe onlus (associazione per la Cooperazione e lo sviluppo dei paesi emergenti) si schiera dalla parte dei rom e fa un appello affinché finisca, quella che definiscono "una crociata" contro i poveri. 

In una nota stampa scrivono: "È dal mese di febbraio di questo anno che periodicamente la direzione FS di Firenze e le autorità cittadine (Comune e Prefettura) ci ripropongono l’esibizione di muscoli contro i rom che chiedono elemosine alla stazione di Firenze SMN. Il dispiegamento di un imponente apparato di controllo che coinvolge il personale FS, le forze di Polizia e guardie giurate, viene detto senza ambiguità, serve a tutelare il ‘decoro’ della città e la stazione ferroviaria che accoglie turisti deve essere il “biglietto da visita della città”. La povertà infastidisce di per sé molti fra le persone che non ne sono toccate, questo a prescindere dagli eventuali comportamenti ‘fastidiosi’ ma non illegali dei poveri.

Per molte persone, meno si fanno vedere i poveri, meglio è. Sarà per questo che s’investe tanto impegno istituzionale per difendere “il decoro” della città, nonostante che le autorità non imputino alcun reato ai rom che chiedono elemosine alla stazione: un comunicato del 20 febbraio 2014 della Prefettura aveva preannunciato l’intensificazione delle misure contro “l’accattonaggio” alla stazione FS pure specificando che 'non siamo in presenza di reati'". 

Cospe sottolinea poi il proprio dissenso per una politica fondata su quella che viene definita la percezione del fastidio anziché quella che loro ritengono reale sui diritti lesi: "Come organizzazione impegnata nelle promozione e tutela dei diritti di tutte le persone, in particolare, di chi ha minori mezzi per tutelarsi da solo/a, non possiamo esimerci dall’esprimere dissenso verso una politica fondata sulla percezione del ‘fastidio’ da parte di alcuni e non sulla protezione dei diritti lesi. Allontanare i rom che chiedono elemosina alla stazione qualche metro in là è una misura-manifesto che rassicura chi ha paura mentre riproduce e rafforza lo stigma nei confronti dei rom, come si vede dalla narrazione che i giornali hanno fanno fin qui di questa vicenda.Siamo intervenuti in altre circostanze per sollecitare i media ad una corretta ed equilibrata rappresentazione della notizie che riguardano i rom così come gli immigrati, i rifugiati e i richiedenti asilo e al rispetto dei principi che, al riguardo, gli organismi di governo e promozione della professione giornalistica si sono autonomamente dati nella ben nota Carta di Roma".

"Abbiamo letto in questi giorni racconti delle misure contro l’elemosinare alla stazione SMN che ripropongono il linguaggio stigmatizzante oltre che allarmante nei confronti dei rom e nessuno di questi racconti si è curato di riferirci come i rom rappresentati vivono e percepiscono questa situazione. L’uso di parole come ‘bande’, ‘maree’, ‘assalto’ ecc. per definire le persone che chiedono elemosina e il loro comportamento trasforma le stesse persone da ‘poveri’ che mendicano a ‘minaccia’ per gli altri che usano la stazione. Le minacce generano paure e queste, a loro volta, possono essere utilizzate per giustificare azioni prevaricatrici nei confronti di chi viene identificato/a come fonte di minaccia.

Rinnoviamo caldamente agli operatori dei media, l’invito ad evitare una rappresentazione stigmatizzante nei confronti dei rom, nel riferire i fatti che accadono alla stazione di Firenze SMN come nella vita pubblica in generale. Come organizzazione, è nostra intenzione proseguire con gli sforzi di dialogo con i giornalisti su questi argomenti nella convinzione che una corretta ed equilibrata narrazione di quel che avviene nella vita pubblica costituisce un contributo fondamentale alla costruzione sociale della realtà che sia più rispettosa per tutti.

Il ‘decoro’ della città non può esaurirsi solo in ‘quel che si vede’ ma deve comprendere, siamo convinti, una politica che promuove una convivenza a bassa conflittualità tra i cittadini nel più ampio rispetto dei diritti di tutti/e. La risposta all’acuirsi degli effetti della crisi economica e sociale attuale non deve essere un ulteriore marginalizzazione di poveri che sono indubbiamente fra i più colpiti dalla crisi stessa. Non disconosciamo i problemi di scarsità di risorse da parte delle autorità pubbliche per politiche attive contro la povertà ma rivendichiamo la necessità di dare priorità nell’uso dell’esistente a misure più inclusive e contro la marginalizzazione di chi si trova, in partenza in condizioni di estrema esclusione come coloro, rom e non-rom, che ricorrono alla richiesta di elemosina".

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