Cosa rischiano gli obbligazionisti del Monte dei Paschi?

Anche i Correntisti nel panico. Risponde l'Associazione Vittime del Salva Banche. Carismi: nei prossimi giorni incontro Regione-banca

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2016 23:38
Cosa rischiano gli obbligazionisti del Monte dei Paschi?

FIRENZE– Le notizie sui giornali rimbalzano e si contraddicono senza sosta nei giorni dell’instabilità politica, come se i problemi delle banche fossero dovuti solo alla crisi di governo. Ma i piccoli obbligazionisti di Mps rischiano i loro risparmi. Si sente parlare di Burden Sharing o Bail-in ma se non sei un giornalista economico o un azzerato di Banca Etruria and Co. non è possibile capire quali siano i potenziali scenari e i rischi che questi comporteranno per i risparmiatori. In questo contesto in cui la banca MPS e’ nell’occhio del ciclone per le sue vicende, sono diversi i risparmiatori che si fanno venire dei dubbi. Ma oltre ai risparmiatori ci sono anche i correntisti “semplici o comuni”, che poco, o male informati, corrono il rischio di entrare nel panico per quanto hanno sul conto nella gestione quotidiana.

Per queste ragioni, l’Associazione Vittime del Salva-Banche, ha aperto un filo diretto con gli obbligazionisti e azionisti del Mps cercando di spiegare chiaramente l’attuale scenario ed i rischi tangibili che corrono a seconda del tipo di investimento che hanno fatto. Tutti i risparmiatori che avessero dubbi, incertezze o semplici richieste in informazioni potranno mettersi in contatto con noi scrivendo all’indirizzo: direzione@vittimedelsalvabanche.it.

Nel caso MPS il Burden Sharing viene presentato come una opzione positiva rispetto al Bail-in; ma nessuno si chiede cosa cambia? Il Burden Sharing non è altro che una forma attenuata del Bail-In, gli azionisti saranno fortemente diluiti, ovvero il valore delle loro azioni rimarrà ad una percentuale minima del capitale investito, mentre per gli obbligazionisti subordinati è prevista la conversione forzosa di tutte le obbligazioni subordinate, per un valore 4,2 miliardi. Tale conversione, che sarà effettuata a valori di libro, potrebbe portare ad una perdita effettiva massima sul capitale investito anche del 90% nel caso in cui l’ex obbligazionista decida di liquidare immediatamente l’investimento forzatamente convertito in azione. I restanti 800 milioni, per la ricapitalizzazione di 5 miliardi, verranno reperiti tramite intervento pubblico.

In caso di Bail-in se confermata la ricapitalizzazione di 5 miliardi del Mps, gli azionisti saranno fortemente diluiti e il valore delle loro azioni rimarrà ad una percentuale minima del capitale investito, mentre gli obbligazionisti subordinati, soggetti a conversione forzosa effettuata a valori di libro, in caso di liquidazione immediata dell'investimento, potrebbero avere una perdita effettiva massima sul capitale investito pari al 90% Per le obbligazioni senior, la cui conversione forzosa avverrà per il 6,8% del valore delle obbligazioni ordinarie, la perdita effettiva massina sarà del 5% sul capitale investito. In caso di Bail-In, non è previsto alcun intervento pubblico.

Sostanzialmente, per gli azionisti e per i possessori di obbligazioni subordinate non cambia nulla se non essere quasi azzerati da un strumento (burden sharing o bail-in) rispetto che dall'altro, la sola differenza sostanziale è l'intervento pubblico per 800 milioni in alternativa ad un haircut del 5% sul totale dei 12 miliardi di obbligazioni ordinarie MPS.

Incontro, nei prossimi giorni, tra Regione e i rappresentanti del Cda della Cassa di Risparmio di San Miniato (Carismi) per discutere delle prospettive di rafforzamento dell'istituto. Lo ha annunciato il consigliere del presidente Enrico Rossi per il lavoro, Gianfranco Simoncini, che ieri a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze ha incontrato le organizzazioni sindacali del settore bancario. All'incontro hanno partecipato anche i sindaci di San Miniato, Vittorio Gabbanini, e di Santa Croce sull'Arno, Giulia Deidda. L'incontro richiesto dai sindacati, come ha spiegato Simoncini, è servito per aprire un tavolo di discussione circa le prospettive di consolidamento dell'istituto, dopo il blocco della trattativa con il fondo Pve Capital, e le preoccupazioni sindacali per una banca che, oltre a contare oltre 600 dipendenti, rappresenta, come hanno sottolineato anche i rappresentanti istituzionali locali e regionali, uno dei punti riferimento per l'economia del territorio. Il consigliere del presidente Rossi, oltre a ribadire il valore che la giunta regionale attribuisce all'istituto non solo per il territorio pisano ma per tutta la Toscana, ha spiegato che l'incontro tra Regione e dirigenza della banca servirà per cercare di comprendere le iniziative che questa ha intenzione di portare avanti per il superamento delle difficoltà ed il rilancio.

I rappresentanti dei sindacati hanno quindi chiesto che dopo questo incontro ne possa seguire un altro che li veda coinvolti insieme a banca ed istituzioni. Su questo Simoncini si è riservato di sentire la disponibilità della banca.

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