Cooperative edili: tre arresti domiciliari a Livorno

Denunciate 7 persone. L'accusa, associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, documentale e patrimonial. Il grido di denuncia del Segretario Filca-Cisl Ottavio De Luca: “Si possono creare subito 10 mila posti di lavoro, dando il via o sbloccando le grandi opere. Politica regionale poco incisiva sullo sviluppo infrastrutturale.”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2016 13:29
Cooperative edili: tre arresti domiciliari a Livorno

Oggi, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finam;a di Livorno hanno dato esecuzione ad un'ordinanza - emessa dal G.I.P. dei locale Tribunale, Dott. Antonio Del Forno - di applicazione degli arresti domiciliari neiconfronti di tre persone (tutte residenti a Livorno), per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurime condotte di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale. L'indagine, svolta sotto la direzione del Dott. Daniele Rosa, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, ha avuto origine nel 2015 a seguito di aicuni esposti e denunce di cittadini. In particolare, sono stati svolti complessi approfondimenti contabili su un gruppo imprenditoriale di fatto, costituito da 7 soggetti giuridici, tra cui quattro cooperative, operanti a Livorno, tutte con sede negli stessi luoghi, che hanno rivestito un ruolo di rilievo nell'edificazione del quartiere di "Borgo di Magrignano" e nella costruzione, di un pregevole complesso di villette ubicate nel quartiere "Montenero". Dalle investigazioni di polizia giudiziaria - sviluppate dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria mediante perquisizioni domiciliari, analisi di documentazione bancaria e acquisizione di informazioni da terzi è emersa l'esistenza di un sodalizio criminale, composto da tre persone, con base operativa a Livorno, di cui due dei soggetti arrestati rappresentavano i promotori, gli organizzatori e i direttori dell'associazione, mentre il terzo costituiva la persona di fiducia degli altri sodali e, soprattutto, il soggetto che aveva il compito di gestire la contabilità delle società. Il sodalizio criminale si avvaleva del supporto di altri quattro soggetti (incensurati ed estranei all'associazione), anch'essi indagati, tre dei quali legati da vincoli di parentela con due degli arrestati, ed utilizzati quali meri amministratori/soci delle sociètà e/o delle cooperative. Gli accertamenti svolti, avvalorati dalle successive relazioni dei curatori fallimentari, hanno acclarato un evidente stato di insolvenza e di dissesto, ormai conclamato da diversi anni, derivante da una complessiva situazione debitoria accumulata (principalmente vero fornitori e banche ma anche nei confronti dell'erario) per circa 26 milioni di euro e dalla sistematica commissione di una serie di operazione commerciali e finanziarie depauperative del patrimonio, effettuate attraverso la fitta rete di cooperative e società per .scopi di arricchimento personale e, comunque, a discapito delle dichiarate finalità mutualistiche. l soggetti giuridici sono stati gestiti, innanzitutto, in totale assenza di trasparenza verso i soci, senza predisporre e depositare, in molti casi, i bilanci soc!etari e con una tenuta e conservazione della contabilità del tutto inadeguata e confusa, tale da rendere particolarmente difficile una completa ricostruzione del patrimonio e del volume d'affari delle società e delle cooperative. In questo contesto, sono state riscontrate condotte dissipative di risorse economiche per.

circa 3,3 milioni di euro, celate da finanziamenti infruttiferi concessi senza contratti, piani di rientri e forme di garanzia, nonché ulteriori fatti di distrazione di denaro per circa 4 milioni di euro, derivanti, per lo più, da crediti infragruppo vantati dalla principale società operativa per le prestazioni di servizio svolte e mai riscossi da anni, con conseguente depauperamento del patrimonio sociale a danno dei soci e dei creditori. In aggiunta, quattro dei soggetti indagati hanno occupato - tre di essi continuano ad occupare (in un caso, da circa otto anni) - tre villette di pregio ubicate a Montenero, costruite da una delle cooperative loro riconducibili, che si è accollata i gravosi mutui ed alla quale gli indagati non hanno corrisposto alcun canone di locazione con un danno patrimoniale quantificato in circa 440 mila euro.

Inoltre, per il solo fine di consentire un usufrutto a titolo gratuito ad un altro indagato, è stata perfezionata una compravendita immobiliare ad hoc tra due cooperative già in evidente stato di dissesto. A seguito della richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, due società e tre cooperative del citato gruppo sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Livorno, tra il mese di ottobre 2015 e il mese di febbraio 2016, consentendo alla curatela fallimentare di apprendere alla procedura 43 unità immobiliari per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro.

“Solo in Toscana si possono da subito creare 10mila posti di lavoro nell’edilizia e attivarne almeno altri 30 mila nell’indotto. Basta dare il via alle opere infrastrutturali di cui si discute da anni o sbloccare quelle impantanate. Purtroppo registriamo invece poca incisività della politica regionale in tema di sviluppo infrastrutturale.” E’ la dura denuncia di Ottavio De Luca, Segretario regionale della Filca, il sindacato del settore edile della Cisl.De Luca lamenta “il forte ritardo sugli investimenti infrastrutturali della nostra regione.

Restiamo ancora in attesa – dice - del completamento della Siena–Grosseto sull’asse della ‘due mari’, ma anche degli investimenti per la migliore viabilità dell’A11 o di tutti gli interventi di manutenzione delle strade regionali, riguardanti la sicurezza stradale. E che dire – aggiunge – della realizzazione del nodo fiorentino dell’alta velocità, della nuova stazione AV e delle opere infrastrutturali connesse, che sappiamo rappresentare un tassello di straordinaria importanza nel programma di modernizzazione del sistema di trasporto regionale ?”“Le grandi opere – riprende il Segretario Filca - non possono restare incompiute.

Ne va invece velocizzata la cantierizzazione, per recuperare il gap di competitività diventato ormai non più sostenibile. Senza la spinta dell’investimento pubblico, anche infrastrutturale e di reti, non si può creare occupazione, né rendere il nostro territorio attrattivo per gli investimenti internazionali che tutti indicano come priorità. Purtroppo in tanti oggi parlano di riformismo, ma si fermano alle parole, senza praticarlo nella realtà, con vere riforme, avviate e realizzate.”“Lo sviluppo infrastrutturale è il primo passo per modernizzare viabilità e mobilità della nostra regione – conclude De Luca - ma anche per far ripartire il settore edile per il quale, a differenza di altri comparti, non s’intravede alcun segnale di ripresa e che appare a dir poco devastato, con aziende storiche che continuano a sparire nell’indifferenza generale.

L’edilizia è un settore che non sembra avere un futuro, un settore abbandonato che non è più considerato, né difeso da nessuno, tranne le associazioni di categoria di imprese e lavoratori.”

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