Consiglio regionale della Toscana: nomi e cognomi, gettoni e promesse

Sono passati da 55 a 40, costano alla collettività 130 mila euro l'anno ciascuno

Antonio
Antonio Lenoci
04 giugno 2015 13:34
Consiglio regionale della Toscana: nomi e cognomi, gettoni e promesse

Durante l'ultima legislatura, trascinati dagli scandali di altre regioni italiane, c'è chi ha guardato a stipendi e benefici concessi alle poltrone nostrane: si va dai 9/11 mila euro lordi mensili ai gettoni di presenza, rimborsi chilometrici e telepass o maggiorazioni per presidenti o vicepresidenti e segretari di commissione. L'indignazione è finita presto ed è caduta nel vuoto la proposta di pescare gli assessori esclusivamente dai 40 consiglieri eletti, in modo così da ridurre il budget.La Toscana avrà un consiglio regionale con il 60% dei posti assegnati a rappresentanti del Partito Democratico capitanati dagli ex Vincenzo Ceccarelli, Eugenio Giani e Paolo Bambagioni.

Solo 16 i consiglieri di opposizione, poche le conferme come Giovanni Donzelli e Stefano Mugnai.Per esprimere preferenze occorreva rispettare il criterio di genere e per "facilitare" l'elettore le liste sono state compilate a generi alterni. Se la matematica non è un'opinione sembra esserlo invece l'esito elettorale che porta 9 elette nel PD, 1 tra Lega Nord e Fratelli d'Italia, 1 nel Movimento 5 Stelle, nessuna in Forza Italia e nessuna nella Toscana a Sinistra.

Solo 11 donne su 40 consiglieri. La parità, questa sconosciuta.Il popolo dei "rossiani" si presenta già spaccato nei fatti: si parla di 17 renziani e di 7 svincolati. Perché l'appartenenza storica, l'albero genealogico che attinge alla linfa dell'elettorato, è pura scienza e non risponderebbe alle logiche del momento, pur essendo mutevole all'occorrenza. Chi sono? Sono Vincenzo Ceccarelli e Lucia De Robertis da Arezzo, Stefania Saccardi, Eugenio Giani, Fiammetta Capirossi, Serena Spinelli, Enrico Sostegni, Monia Monni e Paolo Bambagioni da Firenze.

Da Firenze dopo che Stefania Saccardi sarà entrata in Giunta, arriverà anche Elisabetta Meucci.Troviamo poi Leonardo Marras da Grosseto, Gianni Anselmi e Francesco Gazzetti da Livorno, Stefano Baccelli, Ilaria Giovannetti da Lucca, Giacomo Bugliani da Massa Carrara, Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini e Andrea Pieroni da Pisa, Marco Niccolai e Federica Fratoni da Pistoia, Nicola Ciolini e Ilaria Bugetti da Prato, Stefano Scaramelli e Simone Bezzini da Siena.L'unico ex Presidente di Provincia non eletto, contrario come gli altri alla chiusura dell'Ente voluta dal suo stesso Partito, è Andrea Barducci.

Per tutti gli altri è stato detto "C'è il premio di consolazione" oppure c'è il riconoscimento del lavoro svolto e forse una grossa conferma di quanto fosse utile la Provincia.

E gli altri? Per la Lega Nord entra in Consiglio Claudio Borghi. Da Arezzo Marco Casucci, da Firenze Jacopo Alberti, da Lucca Elisa Montemagni e da Pisa Roberto Salvini. C'è anche Manuel Vescovi che però nessun elettore ha trovato sulla scheda perché era inserito nel listino bloccato.In coalizione con la Lega Nord, Fratelli d'Italia raggiunge il 3,8% e salva lo scranno di Giovanni Donzelli.Giacomo Giannarelli guida il Movimento 5 Stelle che annovera anche Andrea Quartini da Firenze, Enrico Cantone da Livorno, Gabriele Bianchi da Lucca ed Irene Galletti da Pisa.

Forza Italia conferma Stefano Mugnai e da Firenze apre le porte a Marco Stella.

Sì Toscana a Sinistra porta in Consiglio il candidato Tommaso Fattori e da Firenze, Paolo Sarti.Mancherà la spina nel fianco di Fratelli d'Italia ridotti ad una unità seppur squillante ed intraprendente come Donzelli, ed appare a dir poco claudicante l'opposizione di Forza Italia anche se Stefano Mugnai è stato riconosciuto tra i consiglieri più preparati, al suo fianco il mancato sindaco di Firenze, Marco Stella, potrebbe essere una incognita. Sono una vera incognita invece i 6 consiglieri della Lega Nord ed i 5 del Movimento di Beppe Grillo che, come accaduto al Comune di Firenze, potrebbero trovarsi a sposare le battaglie della Sinistra di Tommaso Fattori e Paolo Sarti oppure appoggiare di volta in volta le segnalazioni delle opposizioni di destra, magari sottoscrivendo atti di proposta.

"Siamo di gran lunga il Pd più votato d’Italia con il 46,4%, e quello che cresce di più rispetto alle ultime regionali (+4,2 punti %). Enrico Rossi, col 48% e 28 punti di distacco sul secondo arrivato, è il presidente Pd più votato d’Italia. Siamo quelli che con più coerenza e successo abbiamo praticato la scommessa del partito a vocazione maggioritaria. Cosa che ci permetterà di avere una maggioranza autosufficiente e ipercoesa in consiglio regionale, abbiamo visto nell’ultima legislatura quanto ciò sia importante quando si devono fare riforme incisive" così ha commentato il segretario, Dario Parrini che probabilmente già pensa alle famose 25 promesse delle cose da fare nei primi 100 giorni. Se avessero detto ad Enrico Rossi qualche anno fa che avrebbe proposto un elenco di cose da fare in 100 giorni avrebbe risposto "Non scherziamo, prima c'è da spostare la Concordia".

"Tra i consiglieri regionali viene largamente premiato il rinnovamento" sottolinea Parrini che poi commenta "Molto modesto il risultato del M5S" che però entra nella massima istituzione della Toscana per la prima volta e ci entra con 5 consiglieri sconosciuti ai più, costretti a dimostrare, dopo le critiche piovute sulle tempestose vicende di Palazzo Vecchio, uno spirito di appartenenza un po' più duraturo. Il risultato ottenuto dall’estrema sinistra di Tommaso Fattori è quasi oggetto di scherno da parte di Parrini: "Puntava al 10% e, al pari di Lega e M5S, sognava di mandare il Pd al ballottaggio.

Invece di arrivare al 10% si è fermata al 6% perdendo un terzo dei consensi rispetto alle regionali del 2010. Le scelte di rottura di questa sinistra velleitaria e minoritaria, acerrima avversaria della sinistra di governo, vengono come al solito sonoramente bocciate dagli elettori dove il Pd, come in Toscana, si mostra unito e presenta candidature solide e lungimiranti".

Le scelte lungimiranti. Nel 2010, su 55 posti a sedere, furono 23 i consiglieri regionali Pd oltre il Presidente: 5 le donne. Stavolta sono 24 più Enrico Rossi su 41 di cui 19 su 24 risultano neoeletti. Ben 9 su 24 le consigliere elette.Discussione a parte per l'esaltazione del confronto di genere che per alcuni non fa altro che allontanare ancor più la parità dei sessi, il fatto che vi sia stato un forte ricambio dovrebbe far riflettere sul lavoro svolto. Che qualcuno sia stato semplicemente bocciato a fine anno?

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