Comune di Prato: la crisi di liquidità in cassa ammonta a quasi 23 milioni

Lunedì 30 giugno, ultimo giorno utile, l'approvazione del rendiconto in Consiglio comunale. Il sindaco: «Un atto dovuto nell'interesse della città»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2014 23:17
Comune di Prato: la crisi di liquidità in cassa ammonta a quasi 23 milioni

Il Bilancio consuntivo 2013 sarà discusso nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 30 giugno. «Un atto dovuto nei confronti della città». Così il sindaco Matteo Biffoni ha commentato questa mattina in Palazzo comunale, insieme all'assessore al Bilancio Monia Faltoni, la decisione della giunta di approvare il bilancio consuntivo 2013. Il rendiconto era stato bocciato durante la scorsa legislatura, con 21 voti contrari e 20 favorevoli, nella seduta consiliare del 15 maggio. Tornerà sui banchi del Consiglio comunale lunedì 30 giugno, ultimo giorno utile per evitare il rischio del commissariamento da parte della Corte dei Conti.

«Si tratta di una scelta di responsabilità per evitare l'amministrazione controllata - ha spiegato il primo cittadino - . Ho chiesto un impegno politico importante alla maggioranza per salvaguardare l'interesse dei cittadini. E' un'approvazione tecnica – ha puntualizzato il sindaco Matteo Biffoni - . Pur non condividendo il percorso che ha portato a questa circostanza, infatti, faremo nostro quello che nostro non è, affinché la città mantenga la sua guida politica». Una situazione che, come fatto notare dal sindaco, non si era mai verificata prima a Prato e neppure a livello nazionale.

L'assessore al Bilancio Monia Faltoni e il primo cittadino hanno poi illustrato i dati del bilancio per fare chiarezza sulla situazione economico-finanziaria dell'Ente.

Approfondimenti

Questi gli aspetti principali:

- Avanzo di competenza in parte corrente 270mila euro, di fatto non disponibili perché il Comune si trova in anticipazione di tesoreria e il fondo di svalutazione non è congruo;

- Avanzo in conto capitale 1,3 milioni;

- Anticipazione della Cassa depositi e prestiti per debiti inesigibili pari a 11 milioni da restituire con un piano di ammortamento in 30 anni;

- Incongruità del fondo di garanzia per i debiti di dubbia esigibilità che dovrebbe ammontare a 64 milioni e oggi ha un valore di 30 milioni;

- Di fatto la differenza di disponibilità del Comune è di 22,9 milioni di euro, data dalla differenza tra i 261 milioni di incassi registrati nel 2013 a fronte di 284 milioni di pagamenti.

«A questi dati si è arrivati dopo anni di mancata programmazione strategica – ha commentato l'assessore al Bilancio Monia Faltoni –, come già indicato dal collegio dei revisori che avevano già nel 2013 avanzato forti critiche sulle modalità di redazione del bilancio. Di fatto l'amministrazione precedente aveva messo nel bilancio preventivo una cifra spropositata di possibili entrate, ovvero circa 28 milioni di multe, 18 del 2013 più 10 del 2012, dei quali ben si conosce la bassa percentuale di effettiva riscossione.

Al contempo negli ultimi cinque anni, pur consapevoli dei tagli di trasferimenti da parte del Governo centrale, il Comune non ha provveduto a modulare tasse e imposte, né a contenere le spese. Per chiudere il bilancio di previsione 2014 in pareggio sono necessari 9 milioni di euro al netto delle tasse: una situazione di difficoltà di cui la precedente amministrazione era ben consapevole, come dimostra la famosa delibera numero 99, che prevedeva l'IMU al massimo sulle seconde case e un taglio del 9 per cento sulla spesa corrente».L'idea del primo cittadino e' di ottenere dall'associazione nazionale dei Comuni un attestato di congruità delle finanze municipali per avere il bollino decisivo che testimoni alla citta' intera la gestione allegra delle economie del Comune da parte del suo predecessore.

Nei primi mesi dell'anno, per fare un altro esempio citato dai tecnici e dall'assessore al Bilancio, le anticipazioni di tesoreria- sotto forma di prestiti ad interesse presso Cassa Depositi e Prestiti- sono volate fino  ad un massimo di 27 milioni di euro, mostrando la massima ampiezza del 'buco' dell'erario comunale. In piu', il fondo svalutazione crediti si attesta ad appena 30 milioni di euro, ben 34 in meno di quelli richiesti per legge dal governo centrale. Negli ultimi anni sono volate anche le consulenze legali esterne, che galoppano ad una media annua di 200 mila euro, in gran parte legate alla 'guerra del gas' con la propria società partecipata Estra.

Numeri che hanno gettato sgomento anche nella ragioneria del Comune, i cui criteri prudenziali sembrano essere stati disattesi dalla passata giunta. I 'mandarini' dei conti pratesi sono riusciti a ottenere di stralciare dal bilancio ulteriori 8 milioni di euro di crediti inesigibili, legati alle sanzioni del codice della strada elevate negli anni antecedenti al 2009.

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