Commemorazione 72° anniversario della deportazione fiorentina

Stamani cerimonia nel parco di Villa Vogel. Scioperi del 7 marzo 1944, stamattina la celebrazione solenne a Prato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2016 22:51
Commemorazione 72° anniversario della deportazione fiorentina

Martedì 8 marzo 2016 cerimonia per il 72° anniversario del trasporto dei Deportati Politici della provincia di Firenze verso Mauthausen, in programma alle ore 9.45 in Piazza Santa Maria Novella. L'iniziativa è promossa dall'Anede, con il Comune di Firenze, il Comune di Mauthausen e la Regione Toscana. Programma musicale a cura del Coro del 900 di Fiesole.

Alla presenza del Gonfalone della Città di Firenze, insieme al sindaco di Mauthausen legato a Firenze da un patto di fratellanza, alla delegazione dell'Associazione Nazionale Ex Deportati, a 100 ragazzi delle terze medie della Barsanti e ad alcuni ragazzi profughi richiedenti asilo provenienti dal Mali e da altri paesi africani, il Quartiere 4 ha ricordato la deportazione fiorentina nei campi nazisti di concentramento e di sterminio.“Stamani abbiamo costruito un vero e proprio ponte tra ieri, oggi e domani.

Prima nel parco di Villa Vogel poi nell'auditorium della scuola, con il sindaco di Mauthausen e i ragazzi della media Barsanti abbiamo ricordato – ha spiegato il presidente del quartiere 4 Mirko Dormentoni – quello che non sarebbe mai dovuto succedere ma che invece continua ad accadere in giro per il mondo. E abbiamo consegnato il nostro riconoscimento all'impegno civico “Il Quattrino” al Sindaco Thomas Punkenhofer perché quello che fa andando in giro per l'Europa è molto importante e niente affatto scontato (ci ha raccontato che ancora oggi una parte, per fortuna minoritaria della popolazione della sua cittadina, vorrebbe dimenticare).

Una mattinata così non me la scorderò mai. Le testimonianze dei parenti dei deportati di ieri, quelle dei ragazzi profughi di oggi e le domande degli studenti rimarranno per me indimenticabili. Siamo convinti – continua il presidente Dormentoni – di aver lasciato negli studenti della Barsanti qualcosa di utile per il futuro, per un futuro migliore, con maggiore libertà, pace e lavoro, i tre valori per i quali scioperarono gli operai fiorentini che, per questa sola colpa, 72 anni fa furono portati nei campi di sterminio e, in gran parte, non fecero ritorno.

Gli stessi obiettivi che hanno oggi i ragazzi del Mali scappati dalla guerra, dalle torture, dall'estremismo e dalla persecuzione politica”.Il monumento posto nel parco di Villa Vogel, realizzato venti anni fa dagli studenti del liceo artistico e rinnovato con la targa scritta dagli studenti della Barsanti, ricorda gli 86 minorenni fiorentini che facevano parte di un gruppo più numeroso, composto da 330 persone tra operai e altri prigionieri politici, che erano stati rastrellati dai nazifascisti dopo gli scioperi del 1° marzo 1944 nelle stanze delle Leopoldine.

Uomini e donne, lavoratori delle fabbriche fiorentine, che avevano scioperato per la difesa dei propri diritti. Furono involontarie esche per i loro cari che cercavano di avere notizie sullo stato di salute dei prigionieri, come accadde a Mario Piccioli, giovani che vennero catturati ed inviati sui carri bestiame. Solo una decina di essi fece ritorno a Firenze. La guerra entrò nelle case, tra le famiglie fiorentine. Domani, martedì 8 marzo, le istituzioni, i parenti dei deportati e gli esponenti dell'Aned partiranno da piazza Santa Maria Novella e faranno lo stesso corteo che fecero i deportati.

Celebrazione solenne, questa mattina in piazza delle Carceri, per ricordare gli avvenimenti tragici 7 marzo 1944, quando in seguito allo sciopero generale di quei giorni centinaia di pratesi vennero rastrellati per le strade e nelle fabbriche dalla truppe naziste e fasciste e vennero imprigionate nel Castello dell'Imperatore, da dove furono deportate verso i campi di lavoro di Mathausen ed Ebensee, un viaggio senza ritorno quasi per tutti. Per celebrare quel sacrificio è stata deposta una corona di alloro ai piedi della lapide, posta sotto le mura del Castello dell’Imperatore a ricordo di quegli eventi.

Alla cerimonia hanno presenziato il sindaco, Matteo Biffoni, il prefetto Maria Laura Simonetti, i rappresentanti dei Comuni di Poggio a Caiano, Carmignano e Vernio, le autorità civili, religiose e militari della città, l'Associazione nazionale ex deportati (Aned) e le associazioni combattentistiche e d'arma. Ad assistere alla cerimonia anche gli alunni di alcune classi delle scuole secondarie di primo grado Ser Lapo Mazzei, Malaparte e Carlo Alberto dalla Chiesa. Dopo la cerimonia, il corteo, aperto dai gonfaloni dell’Aned e del Comune di Prato, ha raggiunto il palazzo comunale dove, nel salone consiliare, si è svolto un incontro con gli studenti, che è stato voluto e organizzato dalla presidente del Consiglio comunale Ilaria Santi e dall’assessore alla pubblica istruzione Maria Grazia Ciambellotti. Il sindaco Biffoni, salutando i ragazzi, ha ricordato che “è necessario tramandare la memoria di un atto di coraggio come quello compiuto dai lavoratori e dai cittadini pratesi nel marzo del 1944 perché rappresenta una testimonianza alta per l’affermazione della libertà”. Il dovere di ricordare, per scongiurare il ripetersi dei drammi avvenuti nella seconda guerra mondiale, è stato sottolineato anche dal presidente dell’Aned Giancarlo Biagini, che ha invitato alla fine del suo intervento i ragazzi a soffermarsi alla vetrina che dà su Corso Mazzoni, per leggere i nomi dei deportati e ad immaginarne i volti e le storie. Un altro invito a leggere i nomi dei deportati è stato rivolto agli studenti presenti dalla Presidente del Consiglio Ilaria Santi, questa volta in relazione alle pietre d'inciampo, dodici sampietrini di ottone posati dall'artista berlinese Gunter Demnig sui marciapiedi del centro storico dove furono arrestati i 133 pratesi, nell'ambito di un'iniziativa europea partita a Colonia nel 1995. E' stato, poi, proiettato il film "Voci dai lager", al quale è seguito il concerto di flauto, tastiere e violini di alcuni ragazzi delle Ser Lapo Mazzei, intervallato dalla lettura di alcuni temi scritti dagli stessi studenti.

"Usciamo da questa giornata tutti un po' migliori perché abbiamo attualizzato i temi di questo momento di ricordo. E' stato bello vedere i ragazzi riflettere e raccogliere il testimone di chi queste cose le ha vissute", ha affermato nelle conclusioni l'assessore alla pubblica istruzione Mariagrazia Ciambellotti.

In Toscana ci sono 31 delle 54 case della memoria presenti in Italia. È un patrimonio straordinario che dobbiamo valorizzare e mettere sempre più a disposizione dei cittadini e, soprattutto, degli studenti della nostra regione. Per questo intendiamo proporre alla direzione scolastica regionale un protocollo d'intesa per creare percorsi tematici che permettano ai nostri ragazzi di conoscere pezzi importanti della storia d'Italia direttamente nei luoghi dove i protagonisti sono nati, cresciuti e hanno vissuto".Così i consiglieri regionali PD Antonio Mazzeo e Paolo Bambagioni che questa mattina hanno visitato a Firenze la casa-museo dove vissero Elizabeth Barrow e Robert Browning e incontrato presidente e vice presidente della Associazione nazionale Case della Memoria Adriano Rigoli e Marco Capaccioli. “La Toscana – proseguono i due consiglieri Pd – è la terra che ha dato i natali o ospitato per anni nel corso della loro vita personaggi del calibro di Dante Alighieri, Giotto, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Leonardo da Vinci senza dimenticare Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Benvenuto Cellini, il Pontormo, Francesco Datini o Giacomo Puccini solo per citare alcuni tra i più grandi.

I loro luoghi, così come il materiale storico, artistico o culturale che è rimasto all’interno delle loro dimore, possono essere elementi preziosi per rendere ancora più interessante e coinvolgente lo studio e l’approfondimento per i ragazzi delle nostre scuole. La nostra idea, dunque, va proprio in questo senso e nelle prossime settimane lavoreremo per trovare i modi e le forme adatte per poterla tradurre al più presto in realtà”.

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