Coldiretti: preoccupazione per le scelte protezioniste di Trump

Occorre ripensare le sanzioni verso Putin

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2018 08:50
Coldiretti: preoccupazione per le scelte protezioniste di Trump

Alla fine Trump ha dato il via libera alla guerra commerciale alzando i dazi del 25% per l’acciaio e del 10% per l’alluminio facendo salire le preoccupazioni europee. Anche nel mondo agricolo sale la tensione perché le guerre commerciali non sono mai circoscritte e si allargano facilmente e gli Stati Uniti assorbono oltre il 27% dell’export agroalimentare toscano, in primis vino.

E’ per questo che in casa Coldiretti si sottolinea come, dopo quasi 4 anni, i cambiamenti del quadro internazionale impongono un tempestivo ripensamento delle sanzioni economiche decise nei confronti della Russia dall'Unione Europea in scadenza a giugno prossimo.

Le sanzioni europee a suo tempo hanno scatenato la rappresaglia della Russia che ha risposto con l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con un decreto dell’agosto 2014, più volte rinnovato. Il risultato è stato che per questi prodotti agroalimentari le spedizioni italiane in Russia sono state completamente azzerate. L’embargo ha prodotto un crollo delle esportazioni del nostro Made in Tuscany del 35% passando da 23 milioni a 15 milioni.

Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti - si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

“Come spesso accade, la guerra e le sue conseguenze seminano distruzione, odio e morte ed uccidono il commercio buono e fanno proliferare quello cattivo: il rischio è che per l’export agroalimentare Made in Italy nel Paese di Putin si possa giungere ad un punto di non ritorno con la perdita definitiva degli spazi commerciali dopo anni di intensa crescita. - analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - Una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno superate e l’embargo spero presto eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano e i consumatori russi potrebbero fare scelte patriottiche eliminando il Made in Italy dalle loro tavole. Una dinamica che il nostro Paese, i cittadini e le imprese non possono sopportare ed accettare”.

“Dopo le decisioni di Trump sull'acciaio si apre – sostiene Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - un pericoloso terreno di scontro che rischia di estendersi all’agroalimentare in un periodo in cui il Made in Tuscany ha concluso un brillante 2017 dell' export nel mondo a circa 2.4 miliardi di euro. Gli Usa - continua Marcelli- si collocano al primo posto con il 27% seguiti da Germania (15%) e Francia (9%). Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. Una bottiglia di vino su quattro che vola oltre oceano è toscana”.

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