ChiantiBanca: il Consiglio di Amministrazione approva il progetto di bilancio 2016

Lettera del Presidente Lorenzo Bini Smaghi ai soci. Gestione operativa attiva di 33,5 milioni e passivo d’esercizio di 90,4 milioni, anche a causa delle rettifiche

Nicola
Nicola Novelli
24 marzo 2017 21:15
ChiantiBanca: il Consiglio di Amministrazione approva il progetto di bilancio 2016

Il Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca, riunito sotto la presidenza di Lorenzo Bini Smaghi, ha approvato oggi il progetto di bilancio 2016, il primo successivo alla doppia incorporazione di Banca di Pistoia e Banca Area Pratese, che sarà sottoposto per approvazione all’Assemblea annuale dei Soci, convocata per il 14 maggio 2017.

Al 31 dicembre 2016 la raccolta complessiva ha raggiunto i 3,183 miliardi di euro, con un aumento del 5,5% (+ 170 milioni circa) rispetto alla somma della raccolta dei tre istituti al 30 giugno 2016; nel secondo semestre 2016, post incorporazione Banca di Pistoia e Banca Area Pratese, sono stati erogati circa 150 mln di nuovi crediti a famiglie e imprese; 2,357 miliardi di euro è il dato complessivo al 31/12/2016. In crescita il volume complessivo dei ricavi: il margine di intermediazione ha superato infatti i 79 milioni con un incremento del 7,4% rispetto alla fine del 2015. Il risultato della gestione operativa è in attivo per 33,5 milioni di euro.

Va tutto bene? Ma allora le notizie delle settimane scorse circa le dimissioni dalla Direzione Generale di Andrea Bianchi, ufficialmente per motivi professionali personali, seguito a ruota da cinque consiglieri d’amministrazione dell’istituto?

Il fatto è che su pressione della Banca d’Italia sono cambiati i metodi di rendicontazione aggiornati e gli indici di copertura dei crediti deteriorati, in linea con le “best practice” che anche in Italia tutti gli istituti di credito iniziano a utilizzare. Questo ha costretto l'istituto di San Casciano a effettuare rettifiche sui valori dei crediti erogati negli anni precedenti con accantonamenti prudenziali, validati dalla Banca d’Italia, per un ammontare pari al 5% del valore totale degli impieghi. Il coverage ratio delle sofferenze è ora del 57,5% e il coverage ratio dei crediti deteriorati è del 43,8%, entrambi superiori alla media delle banche di credito cooperativo rilevata al 30  giugno 2016.

In conseguenza di tali rettifiche e di oneri straordinari non ricorrenti e nonostante l’utile della gestione operativa realizzato nel corso dell’anno, il bilancio per il 2016 si è chiuso con un passivo di 90,4 milioni. Anche se l’impatto è stato interamente assorbito dalle riserve di cui dispone la banca. Il patrimonio netto della banca è infatti di 205,3 milioni di euro di cui 154,4 milioni di riserve e 50,9 di capitale sociale. Il Cet1 ratio è pari al 10,03%, ampiamente superiore al minimo richiesto (5,57%); il Total Capital ratio è pari al l’11,37%. “Abbiamo ripulito il bilancio. La banca è sana e solida” ha spiegato il presidente Lorenzo Bini Smaghi con una mail odierna a tutti i 25.000 soci.

Ma allora se la banca è così solida, perché sono bastati 80 milioni di euro di sofferenze impreviste a bilancio per far saltare il vertice dell’istituto di San Casciano? Stiamo parlando di una banca cresciuta in pochi anni a seguito delle acquisizioni di varie BCC locali, tra cui il Credito Fiorentino di Campi Bisenzio, tanto da diventare l’ottava Banca di Credito Cooperativo a livello nazionale. Di questa epopea bancaria i deus ex machina sono proprio i dimissionari Bianchi, Corsi, Mecocci, ecc., che hanno condotto la dimensione di ChiantiBanca 470 lavoratori e 103.000 clienti, tra Siena, Firenze, Prato e Pistoia.

In un'ascesa così impetuosa poteva capitare di commettere errori? Rispetto a una raccolta di 3,1 miliardi di euro, e crediti verso i clienti per 2,6 miliardi, un passivo d’esercizio di 90,4 milioni ci può stare? Paragonato all'indebitamento di Banca MPS appare una piccola cifra. Basti pensare che la banca senese vantava un incaglio di 1,8 miliardi di euro solo nei confronti del primo debitore. Allora? Apparentemente a San Casciano i conti non tornato.

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