Chiama il suo pusher al telefono, ma all’appuntamento si presenta la polizia

Ieri sera denunciato 23enne tradito dall’odore di droga nell’auto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2015 23:50
Chiama il suo pusher al telefono, ma all’appuntamento si presenta la polizia

Ieri sera la polizia ha arrestato un cittadino tunisino di 40 anni con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente: nella sua abitazione gli agenti hanno sequestrato oltre 50 grammi di eroina, 4 di cocaina e 20 di hashish. Lo straniero girava a bordo di uno scooter rubato quando intorno alle 20.30 è stato fermato in via Celestino Bianchi: in una mano stringeva una dose di eroina. Sul telefonino del fermato non hanno poi tardato ad arrivare un serie di chiamate tra le cui quella di un cliente impaziente di ritirare una dose di “coca” in piazza della Vittoria.

Ma all’appuntamento questa volta si sono presentati gli agenti delle volanti che hanno identificato l’acquirente avvalorando così l’accusa di spaccio di droga nei confronti del cittadino magrebino. Nel frattempo un’altra pattuglia ha individuato vicino al luogo del controllo l’abitazione del pusher rinvenendo l’altro stupefacente oltre a materiale da taglio, per il confezionamento e bilancine di precisione. Lo straniero si trova ora a Sollicciano e dovrà rispondere anche della ricettazione del ciclomotore provento furto sul quale stava viaggiando al momento del fermo.

Ieri, in tarda serata, è finito nei guai un pratese di 23 anni denunciato per detenzione ai fini di spaccio dopo essere stato fermato, durante un controllo intorno alle 23.00, da una pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine Toscana mente stava viaggiando a bordo della sua autovettura in via degli Olmi. Appena il giovane ha aperto il finestrino per esibire i documenti, gli agenti si sono subiti insospettiti dal forte odore di stupefacente che proveniva dall’abitacolo: di lì a poco sono saltati fuori da sotto il sedile alcuni grammi di hashish e marijuana. Altri grammi di hashish sono stati successivamente sequestrati nell’abitazione del 23enne a Prato: erano nascosti dentro una macchina fotografica.

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