Chi si ricorda di Massimo Mattei?

Un anno fa le dimissioni dell'Assessore comunale, associate dalla stampa all'inchiesta a luci rosse, da cui era estraneo

Nicola
Nicola Novelli
15 giugno 2014 18:21
Chi si ricorda di Massimo Mattei?

FIRENZE- Noi ce ne ricordiamo bene. Un anno fa Massimo Mattei, assessore comunale con delega a Mobilità, manutenzioni e decoro, annunciò le proprie dimissioni per motivi di salute, mentre si ricoverava in clinica per accertamenti medici. La stampa locale e nazionale mise invece in connessione il passo indietro dell'esponente PD con la contemporanea inchiesta giudiziaria sullo sfruttamento della prostituzione organizzato in due alberghi fiorentini. Mattei tuttavia non aveva ricevuto alcun avviso d'indagine, né fu poi rinviato a giudizio. Perché allora il mondo dell'informazione, quasi unanime, lo aveva tirato in ballo con un'attenzione insistente che durò settimane?

L'assessore conosceva Adriana, una delle escort protagoniste dell'inchiesta, che era stata dipendente di una delle cooperative di cui Mattei era dirigente, prima di ricoprire incarichi politici. E le aveva concesso in uso temporaneo un appartamento di proprietà del consorzio. Circolarono sui giornali stralci di intercettazioni telefoniche che dimostravano una conoscenza e una frequentazione personale, ma tutte prive di rilevanza penale. Negli articoli si insisteva sul fatto che tra i clienti del giro di squillo ci fosse anche un dipendente dell'Assessorato. E per settimane la città e il paese furono indotti a interrogarsi sull'identità dei protagonisti, rincorrendo voci confuse e incontrollate.

Negli articoli più piccanti, si faceva capire, con tono allusivo e suggestivo, che ci fosse “chi sostiene che alcuni incontri a luci rosse hanno avuto luogo anche a Palazzo Vecchio e coinvolgerebbero esponenti dell'Amministrazione”. Una frase che si può reperire on line ancora oggi in molti di quei pruriginosi articoli, ma che non trova fondamento nell'inchiesta della magistratura. A un anno dalle dimissioni e due dalla chiusura indagini, Mattei non è oggetto di alcun procedimento.

Approfondimenti

Ristabilita la propria salute, Massimo Mattei è tornato alla professione di dirigente di cooperative. Il suo consorzio gestisce case di riposo, che impiegano centinaia di dipendenti. Dopo lo stop alla sua attività amministrativa, continua ad essere un iscritto e un attivista del PD, nonostante l'imbarazzo che accolse le sue dimissioni. E si è chiuso di un assoluto riserbo circa la vicenda di cui è stato vittima.

Difficile dire, ancora oggi, chi abbia voluto e animato una campagna di stampa che, con il passare del tempo, si connota per i suoi accenti diffamatori. Possiamo invece provare a immaginare a chi avrebbe fatto comodo, se fosse andata a segno. Nel giro di un anno che ha cambiato l'Italia, l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha conquistato la segreteria del Partito Democratico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per poi far vincere al PD le elezioni europee con una percentuale di voti che mai, alcuna forza di sinistra aveva raggiunto da un secolo a questa parte. Sull'altro fronte l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non solo non siede più in Parlamento, ma sconta una pena alternativa e lo schieramento di destra ha raccolto il più deludente esito elettorale degli ultimi 20 anni.

Se oggi Firenze fa a meno di un esponente politico, che prima in Provincia, poi in Comune, aveva raccolto consensi e attestazioni di merito, possiamo ringraziare l'estate in cui -parafrasando Philip Roth- gli spirti maligni della "political correctness" invasero la mente di tutti con il pene di qualcuno.

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