Cgil Toscana a Roma: meno contratti, più apprendistato e voucherizzazione

La crisi si aggrava sulla costa dove stanno finendo gli ammortizzatori sociali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2017 15:22
Cgil Toscana a Roma: meno contratti, più apprendistato e voucherizzazione

 Stamani presso la sede di Cgil Toscana a Firenze è stato presentato il Focus Ires sull’economia toscana "Prosegue, per il quarto anno consecutivo, una dinamica della crescita regionale che sostanzialmente conferma il dato dello scorso anno (+0,8%, + 0,9%). Un dato che si consolida, quindi, ma che rimane al di sotto della soglia fisiologica del’1%. L’andamento del mercato del lavoro presenta un saldo positivo (sorretto da contratti a termine e apprendistato) mentre calano i contratti a tempo indeterminato (-8,7% sul 2016, -38% sul 2015: la disponibilità di incentivi ha alimentato una dinamica evidentemente artificiale); il credito presenta sofferenze a livelli record a dicembre; l’export resta elemento trainante dell’economia toscana; se l’occupazione ristagna, si assiste a una voucherizzazione dell’economia toscana: i voucher si confermano infatti molto usati, a marzo 2017 sono stati il 43% in più dello stesso periodo dell’anno precedente".

Inoltre, spiega Gianfranco Francese (presidente di Ires Toscana), “il rallentamento dei consumi rappresenta uno degli indicatori più significativi della debolezza dell’economia Toscana. Un rallentamento determinato non solo da un atteggiamento prudente rispetto alla percezione comune di una crisi tutt’altro che passata, ma alimentato anche dal venir meno nei bilanci familiari di fattori temporanei di sostegno al potere d’acquisto e alla domanda interna come il bonus degli ottanta euro o, per altro verso, come la ripartenza dei prezzi petroliferi. Se a ciò aggiungiamo andamenti salariali ancora molto modesti e mancanza di certezze sulla continuità lavorativa, va da sé la composizione di un quadro che mina fortemente la propensione al consumo”.

La segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini ha spiegato: La strada seguìta, purtroppo, resta quella di comprimere il costo del lavoro e di competere al ribasso. In questo momento, oltre a denunciare questo, siamo impegnati per la manifestazione di sabato 17 giugno a Roma, in cui vogliamo stigmatizzare l’attacco alla Costituzione perpetrato sulla questione dei voucher: il Governo e il Parlamento prima li hanno aboliti per neutralizzare il referendum chiesto e ottenuto dalla Cgil e da milioni di italiani, poi nella manovra li hanno reintrodotti in maniera surrettizia. Un vero e proprio schiaffo alla democrazia: per questo saremo in migliaia, dalla Toscana, a Roma e invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le regole del gioco democratico. Dopo il 4 dicembre scorso, è tempo di difendere di nuovo le prerogative della Costituzione”.

Ha concluso Mirko Lami (segreteria Cgil Toscana, responsabile mercato del lavoro), ancora sul rapporto Ires: “La Cassa integrazione cala sulla costa, mentre cresce in quelle province che finora avevano resistito un po’ meglio alla crisi. La crisi si sta spostando quindi? No: si aggrava sulla costa perché stanno finendo gli ammortizzatori sociali e si va verso una fase molto ma molto difficile, e anche sul centro della Toscana si intensificano le criticità. Al posto dei contratti a tempo indeterminato si sta facendo largo l’apprendistato, ma ci sarà da verificare se questo si trasformerà in contratti di lavoro come noi auspichiamo.

Sull’alternanza scuola-lavoro si chiede la revisione della legge per andare verso quanto applicato nei paesi anglosassoni, e c’è bisogno di una politica industriale del governo che rilanci gli investimenti sia pubblici che privati, a partire dall’edilizia e dalle zone da bonificare, come quelle sulla nostra costa”.

Lo scenario che l’economia della Toscana propone nel primo scorcio di questo 2017 è ancora fortemente caratterizzato da segnali contraddittori. Prosegue, per il quarto anno consecutivo, una dinamica della crescita regionale che sostanzialmente conferma il dato dello scorso anno (+0,8%, + 0,9%). Un dato che si consolida, quindi, ma che rimane al di sotto della soglia fisiologica (…e non solo) dell’1% impedendo di parlare di una vera e propria ripresa, tanto più che le stime per il 2017 non propongono ipotesi più ottimistiche.

Questa sostanziale, perdurante fragilità del sistema economico toscano si evidenzia ancor più chiaramente se riferita alla situazione pre-crisi della Toscana con pesanti differenziali negli indicatori fondamentali: -5% di prodotto interno, -7,3% di domanda interna e addirittura -29,4% in termini di investimenti. All’opposto con riferimento al decennio alle spalle, le esportazioni registrano un saldo positivo del 16,5%. Dato fondamentale, quello dell’export che è stato la vera ciambella di salvataggio dell’economia toscana di questi anni.

Un dato dovuto alle posizioni di leadership acquisite in alcuni comparti tradizionali del made in Italy in un contesto di crescita globale del commercio internazionale grazie alle migliorate condizioni di vita e di reddito, e quindi della domanda di consumo, sia nelle economie dei paesi avanzati che di quelli emergenti. Domanda internazionale sostenuta anche dalle politiche monetarie espansive portate avanti negli ultime anni dalle banche centrali. L’export si conferma quindi come elemento di traino nel primo scorcio del 2017 ed anche nei mesi a venire e, previsionalmente, pur con un ritmo inferiore a quello degli anni precedenti verosimilmente a causa di più fattori coincidenti: dal raffreddamento delle politiche monetarie espansive di cui si hanno i primi segnali, fino alle incognite sul commercio internazionale che si determineranno a causa del combinato disposto delle politiche neoprotezionistiche degli USA di Trump, della Brexit e del rallentamento dell’economia cinese e di altri paesi emergenti.

Le esportazioni saranno, tuttavia, ancora nel 2017 il volano dell’economia toscana ed in quota parte anche dell’economia nazionale riverberando i propri benefici effetti anche sulla propensione ad investire. Proprio il mix della crescita sostenuta dalle esportazioni ed una perdurante disponibilità di finanziamento del sistema del credito, dovrebbero favorire la tenuta degli investimenti, soprattutto nelle imprese medio/grandi. Il rallentamento dei consumi rappresenta invece uno degli indicatori più significativi della debolezza dell’economia Toscana.

Un rallentamento determinato non solo da un atteggiamento prudente rispetto alla percezione comune di una crisi tutt’altro che passata, ma alimentato anche dal venir meno nei bilanci familiari di fattori temporanei di sostegno al potere d’acquisto e alla domanda interna come il bonus degli ottanta euro o, per altro verso, come la ripartenza dei prezzi petroliferi. Se a ciò aggiungiamo andamenti salariali ancora molto modesti e mancanza di certezze sulla continuità lavorativa, va da sé la composizione di un quadro che mina fortemente la propensione al consumo.

Proprio l’aumento dei contratti a termine e viceversa la riduzione di contratti a tempo indeterminato, rappresentano l’elemento caratterizzante di questo avvio del 2017, con un - 8,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 e addirittura con un -36,1% rispetto al 2015 quando la disponibilità di incentivi ha alimentato una dinamica evidentemente artificiale se, ad incentivi cessati, si sono determinati dei saldi così negativi. Aumentano comunque i contratti a termine, segnando un saldo complessivamente positivo per il lavoro dipendente, pari all’8,7% e aumentano i contratti di apprendistato addirittura del 21,1%.

In due anni, secondo i dati INPS, la quota delle assunzioni a tempo indeterminato è scesa dal 33,5% al 22,3%, mentre la quota delle assunzioni a termine è passata dal 58,6% al 68,6% e proprio l’aumento di contratti a termine e apprendistato sorregge il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni. In questo contesto i vouchers si confermano in Toscana molto più usati rispetto ad altre regioni e non di rado abusati nella nostra regione. I dati riferiscono di un numero di persone interessate quasi raddoppiato in due anni: 71.540 nel 2014 e 134.111 nel 2016 così come il numero dei vouchers acquistati passati da 4 milioni 174 mila a 9 milioni e 450 mila, quindi più che raddoppiati.

Inoltre l’ultimo dato di marzo 2017 evidenzia un acquisto di oltre 2 milioni di vouchers con un aumento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2015. L’occupazione complessivamente ristagna con un lieve incremento tendenziale che segue comunque un dato negativo rispetto al 2015 di circa un punto percentuale. Diminuiscono le donne al a lavoro: -0,7% e 5mila donne in meno e aumentano gli uomini +1,6% pari a 13.500 occupati in più. Aumenta l’incidenza del lavoro part-time rispetto all’occupazione complessiva, con una forte incidenza del P.T.

involontario. Aumenta la disoccupazione giovanile arrivando nella fascia 15/24 anni al 34% ed evidenziando il contributo assolutamente marginale e temporaneo dato dal contratto a tutela crescente al mercato del lavoro. Migliora l’industria manifatturiera, negativo ma in risalita il comparto delle costruzioni, mentre rallenta quello dei servizi e migliora l’agricoltura. Positivo il consistente calo (-28%) della Cassa Integrazione Guadagni anche se inferiore al resto d’Italia (-38%).

Il Presidente di Ires Toscana Gianfranco Francese

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