​Centri per l’impiego: la Regione Toscana corregge il ministro Di Maio

Il vicepremier attacca il sistema che sarebbe ancora da avviare in tutta Italia, ma la Toscana rivendica il lavoro svolto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2018 18:56
​Centri per l’impiego: la Regione Toscana corregge il ministro Di Maio

 I Centri per l'impiego sono in testa al programma del Ministero del Lavoro, il vicepremier Di Maio attacca l'immobilismo del settore ed esclama "Non importa se gli assessori se ne attribuiranno il merito, l'importante è partire".  La Regione Toscana tiene a distinguersi per il lavoro svolto rivendicando il virtuosismo nel settore."Leggo con soddisfazione che tra gli impegni prioritari del neo ministro del Lavoro Luigi Di Maio sarebbe previsto quello di avviare subito i Centri per l'impiego con l'aiuto delle Regioni.

Come assessore toscana e coordinatrice di tutti gli assessori regionali sui temi del lavoro ritengo doveroso fare alcune precisioni nel rispetto dei ruoli, delle competenze e del lavoro di ciascuno" comincia così la nota dell'assessore a Lavoro, istruzione e formazione della Regione Toscana e coordinatrice della Nona commissione Istruzione, lavoro, ricerca e innovazione della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco, sul futuro dei Centri per l'impiego, che precisa: "Le Regioni accolgono con favore l'invito del ministro a collaborare per rafforzare i Centri per l'impiego, come infrastrutture primarie del mercato del lavoro deputate, da molti anni, a coadiuvare i processi di inserimento occupazionale delle persone.

In questo senso le Regioni auspicano di proseguire con impegno il percorso di lavoro che è stato avviato da tempo, in una logica di forte collaborazione tra i livelli di governo centrale e regionale, per migliorare concretamente lo stato di erogazione dei servizi al cittadino, con l'obiettivo di adeguare le nostre strutture agli standard in atto negli altri Paesi europei. Un impegno condiviso, che si è intensificat o negli ultimi quattro anni, alla luce delle modifiche in corso sull'assetto organizzativo dei Cpi, con l'assegnazione delle funzioni in materia alle Regioni, confermandosi di fatto una priorità nell'agenda politica di tutte le istituzioni".

Prosegue l'assessore Grieco: "Non si tratta, pertanto, di scrivere una pagina bianca, come lascerebbero intendere le parole del ministro, ma di mettere a fatto comune quanto sin qui definito e realizzato per migliorare i servizi. Ricordiamo che, a partire da luglio 2015, Stato e Regioni attraverso fondamentali accordi sanciti in Conferenza si sono fatti carico, dapprima in una dimensione emergenziale e transitoria e, in seguito, attraverso un ragionamento strutturale e sistemico, di garantire con uno sforzo congiunto la continuità dei Cpi e di sostenere il relativo personale, coinvolto nei processi di riordino territoriale indotti dal superamento delle Province.

Ma l'impegno interistituzionale è andato molto oltre la continuità e si è rivolto all'implementazione dei servizi, per migliorarli in modo effettivo. A dicembre 2017, come noto, le Conferenze Stato Regioni ed Unificata hanno varato un corpus organico di provvedimenti e documenti strategici, un vero e proprio "pacchetto lavoro", che definiscono strumenti e regole omogenee per consentire di adeguare il funzionamento dei Cpi secondo standard uniformi di qualità del servizio, attraverso l'individuazione di livelli essenziali delle prestazioni in materia e di modalità per la proficua interazione tra i soggetti pubblici e privati del mercato del lavoro all'interno di un sistema di accreditamento nazionale; parallelamente, è stato approvato un Piano strategico per il rafforzamento dei Cpi e delle misure di politica attiva che, tra l'altro, prevede l'immissione di 1600 nuovi operatori, considerando che il nostro Paese sconta da sempre una carenza di personale addetto alle politiche attive, rispetto alla media europea.

La disponibilità, attraverso tali atti, di un terreno comune di riferimento, a livello normativo e programmatico, costituisce indubbiamente un valore aggiunto per lo sviluppo della riflessione ed un significativo passo in avanti verso un sistema dei servizi per il lavoro a vocazione nazionale e, al contempo, fortemente radicato sui territori".

L'assessore Grieco quindi prosegue: "Consolidamento, da una parte, e rafforzamento, dall'altra, sono pertanto le parole chiave su cui proseguire il ragionamento, anche al fine di verificare le reali prospettive di sostenibilità degli interventi, come ad esempio il reddito di cittadinanza, da realizzare su questo settore nevralgico che, ricordiamo, è chiamato dal quadro normativo allo svolgimento di compiti essenziali per avvicinare le persone al mercato del lavoro e per rispondere ai fabbisogni delle imprese e che, già oggi, registra un‘attenzione specifica per la presa in carico delle persone in condizioni di maggiore fragilità lavorativa e vulnerabilità sociale".

L'assessore regionale, a questo punto, conclude: "Si colloca, in questa logica, l'impegno cui le Amministrazioni regionali stanno adempiendo proprio in questi giorni e che riguarda il passaggio del personale dei Cpi in capo alle Regioni, ovvero ai propri Enti strumentali, a chiusura di un lungo periodo transitorio ed avvio di una nuova fase di sicurezza del sistema. Si tratta di un requisito fondante e di un risultato conseguito grazie agli stanziamenti della legge di Bilancio 2018, che ha individuato canali stabili di sostegno del personale e dei servizi, in relazione sia all'organico a tempo indeterminato, sia ai possibili canali di stabilizzazione delle forme contrattuali a termine.

Anche in questo caso, siamo davanti al frutto concreto di una lunga collaborazione istituzionale tra lo Stato e le Regioni, che è andata oltre il criterio del riparto delle competenze e dei rispettivi 'meriti', per guardare dritto al risultato. Il vero merito, in questo contesto, è da ascrivere alla dedizione ed alla responsabilità con cui i Cpi, in questi anni, hanno continuato a svolgere i compiti assegnati in modo sempre più crescente, dalla gestione degli interventi del programma Garanzia Giovani,all'assegno di ricollocazione per citare alcuni esempi, in una situazione di continue sollecitazioni dovute ai mutamenti del quadro operativo e di oggettiva incertezza sul proprio futuro professionale.

Con il medesimo spirito, pertanto, le Regioni guardano alla nuova stagione di lavoro che si apre sui Cpi, continuando a svolgere, con responsabilità politica ed istituzionale, una funzione propositiva e proattiva su un tema di vitale importanza per le persone".

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