Cementificio Testi, prosegue il presidio permanente

Ora al fianco dei dipendenti in lotta per il lavoro ci sono due ventenni. A suon di versi, video e nuove tecnologie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2021 15:26
Cementificio Testi, prosegue il presidio permanente

Greve in Chianti, 4 maggio 2021. Claudio, cronista-poeta, versato nell’arte di comporre versi, Gianpiero, con un talento da reporter, appassionato di fotografia e video. Due amici residenti nel territorio fiorentino che, quasi per caso, si avvicinano alle vicende delle lavoratrici e dei lavoratori di Testi e scoprono una nuova forma di solidarietà, letteraria e digitale ad un tempo. 

Una lotta che racconta e denuncia la realtà a suon di rime, con le parole e le immagini, specchi irreversibili di sentimenti, stati d’animo, affreschi di vita e lavoro nel Chianti. Sono una poesia e un video i linguaggi della comunicazione contemporanea che i giovani hanno scelto per difendere la dignità del lavoro e dire no a chi mette una scadenza al futuro della comunità. Claudio Carbone e Gianpiero Martino si sono uniti alla battaglia dei 72 dipendenti del Cementificio del Passo dei Pecorai che da sei mesi vivono in un presidio permanente, accampato nei pressi dei cancelli dello stabilimento, prossimo alla chiusura.

E’ questa infatti la volontà annunciata ai lavoratori e alle istituzioni dal gruppo proprietario, la multinazionale italiana Buzzi Unicem, che ha stabilito di dismettere il sito industriale, peraltro acquisito solo due anni fa, tra poco più di un mese. Esattamente il 30 giugno 2021, data a partire dalla quale si interromperà la cassa integrazione e partirà il procedimento per la cessazione dell’impianto.

“Questa vita ha più da offrire o da soffrire?”. Così Claudio, 25 anni, studente in Scienze Politiche, presso l’ateneo fiorentino, sintetizza la vicenda di una piccola storia chiantigiana che riflette un’emergenza italiana, estesa a livello nazionale. Il pensiero che fissa nero su bianco è in realtà un interrogativo, lapidario, reso pubblico attraverso un drappo di tessuto e su una tela che il Comune di Greve in Chianti ha deciso di esporre all’interno dell’atrio del palazzo comunale per rimarcare pubblicamente la propria vicinanza ai dipendenti di Testi e continuare a tenere alta l’attenzione sullo scenario di incertezza che ha travolto le famiglie dello stabilimento in piena pandemia. Il sindaco Paolo Sottani e l’assessore alla Cultura Lorenzo Lotti hanno incontrato e ricevuto i giovani nei giorni scorsi nel palazzo comunale.

“I lavoratori di Testi sono come degli ingranaggi di un orologio senza tempo – nota Claudio – conoscendoli uno ad uno, mi sono reso conto che quello che stiamo vivendo è il tempo di un sacrificio limitato e costretto che, a differenza del passato, ci porta affannosamente non a vivere ma a sopravvivere”. “E mi fa male sapere che queste persone, con un carico di responsabilità sulle spalle, padri e madri di famiglia, con mutui e spese da sostenere – continua - devono ogni giorno trovare un motivo per andare avanti, come possono dare la buonanotte ai loro figli senza avvertire il peso dell’assenza di prospettive? I miei nonni lottavano per la felicità, per realizzare obiettivi e desideri in cui credevano, oggi si lotta per molto meno”.

Dall’impegno sociale di Claudio e Gianpiero, a sostegno dei lavoratori di Testi, è nato anche un video che racconta, non senza rivelarne l’angoscia, le gravi difficoltà economiche e psicologiche di chi, non più giovane, si trova schiacciato dagli effetti dell’emergenza sanitaria e dalla minaccia di perdere il posto di lavoro, garanzia di un futuro che viene meno. L’intervista ha aperto una finestra sul punto di vista di Beatrice Cai, impiegata nel reparto spedizioni, unica donna insieme ad un’altra lavoratrice, presente nell’organico aziendale del cementificio.

Gianpiero, 27 anni, laureato in Disegno industriale alla Facoltà di Architettura di Firenze, augura a lei e a tutti i dipendenti che trovino la forza di andare avanti nella lotta e riscoprano delle opportunità di vita e lavoro. “Con questo video – conclude – abbiamo voluto raccontare una storia che è anche la nostra, una vicenda che non si esaurisce sul posto di lavoro ma si porta a casa e si riversa su ogni aspetto della vita. La paura di Beatrice è anche la mia, abbiamo raccontato una verità comune a tanti in questo momento, il nostro messaggio è comunque un invito a segnare la strada, pensandoci uniti, il timore di non riuscire più a sognare ci aiuta a solidarizzare con le difficoltà, con l’emergenza, a ridare fiducia ad un futuro che oggi appena intravediamo”.

Il video di Claudio e Gianpiero sarà diffuso attraverso i canali social del Comune di Greve in Chianti.

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