Case popolari in vendita, Firenze è pronta?

Il capoluogo toscano con la vocazione turistica, fa i conti con le liste d'attesa

Antonio
Antonio Lenoci
25 luglio 2014 12:55
Case popolari in vendita, Firenze è pronta?

Ben 1249 alloggi popolari in vendita. La notizia arriva in piena crisi economica, mentre a Firenze chiudono anche i supermercati e la città vive l’Emergenza Casa con una lista di 2800 richieste per un alloggio popolare, gli inquilini che si autoriducono i canoni di affitto ed i Movimenti che annunciano di voler bloccare gli sfratti e procedere alle occupazioni ad oltranza.

Una città dove per voce dell'UPPI esistono "Proprietari che se la passano peggio degli inquilini, perché i proprietari pagano le tasse mentre gli inquilini non pagano l'affitto e ci ritroviamo con famiglie che hanno solo costi senza alcuna rendita".Una gran brutta situazione per una città d'arte dove l'ospitalità turistica ha creato ovunque alberghi, B&B, affittacamere e dove se si pensa di costruire un nuovo Ippodromo, un nuovo Stadio, una qualsiasi nuova area al primo posto nei pensieri c'è la realizzazione di 'strutture ricettive'.Bisogna vendere. A Firenze esistono 124 alloggi non assegnati perché da ristrutturare, inoltre vi sono i contenitori da riempire come la Caserma Gonzaga, ex Lupi di Toscana, che il Governo ha ceduto al Comune di Firenze dietro l'accordo di presentare un piano di recupero fattibile in 365 giorni.

"Oltre 1200 appartamenti in vendita" hanno titolato i maggiori quotidiani con una eco da far invidia alle riviste di compravendita immobiliare. Un Piano Casa ambizioso "Il primo dopo quello di Giorgio La Pira" ha spiegato il sindaco Dario Nardella. Riusciranno a permetterseli gli inquilini?  Diverse le richieste di acquisto che sarebbero giunte in questi anni a Palazzo Vecchio, ma i prezzi di vendita vanno da 120 a 160mila euro per appartamenti di 70-80 metri quadrati.

 ed Occupare un alloggio popolare ed avere a disposizione una simile cifra, senza neppure dover ricorrere ad un mutuo, sembra a dir poco proibitivo. Ottenere un finanziamento a tasso agevolato su cifre simili significherebbe arrivare a pagare fino a 700 euro al mese. Il prezzo allora potrebbe essere sensibilmente inferiore, qualora si attuasse ad esempio il sistema, già utilizzato in passato, dello scorporo dei canoni di affitto già corrisposti.

Così però il rapporto di 4 a 1 sarebbe da rivedere.

E se proprio non ci fossero i soldi per ricomprare? “Nessuno perderà la casa, nessuno sarà messo in mezzo a una strada”, ha detto il sindaco. “Chi attualmente occupa gli alloggi, infatti, avrà diritto di prelazione sull’immobile e potrà decidere se acquistarlo o meno. Nel caso in cui gli inquilini non siano interessati all’acquisto dell’immobile in cui vivono verrà offerto loro di spostarsi in un altro alloggio di recente ristrutturazione.

Si tratta del più importante Piano di rigenerazione del patrimonio di edilizia pubblica del Comune mai realizzato dopo la grande operazione prima casa di Giorgio La Pira”.Attenzione “Non è un’operazione per fare cassa - ha continuato il sindaco -: il ricavato della vendita sarà interamente reinvestito sul patrimonio Erp attraverso operazioni di recupero di nuovi alloggi, manutenzioni, riqualificazione energetica. Con un alloggio venduto ne possiamo riqualificare 4 oppure ne potremmo acquistare un altro e ci avanzano anche dei soldi”. Liste di attesa. “In questo modo aggrediamo, come mai è stato fatto negli ultimi 50 anni, le liste di attesa per gli alloggi delle nostre famiglie - ha aggiunto Nardella - perché, da un lato, la prelazione dà la possibilità a chi è già assegnatario di acquistare l’appartamento e dall’altro lato con l’operazione vendi 1 compri 4 abbiamo un rapporto di 4 a 1 nell’abbattimento delle liste d’attesa.

È un’operazione straordinaria che si svilupperà nell’arco di 5 anni, che avverrà in maniera graduale. Casa spa seguirà tutte le operazioni di vendita all’asta e noi seguiremo in modo estremamente rigoroso le operazioni attraverso i nostri uffici”. Ma come si è potuti arrivare a dover vendere per ristrutturare? Sul sito di Casa Spa esiste un elenco di domande e risposte utili al fine di spiegare il sistema di gestione. E’ vero che i canoni pagati dagli inquilini delle case popolari bastano appena per le spese di gestione? “No – si risponde Casa Spa - non è affatto vero, almeno nel nostro territorio.

Sul monte dei canoni pagati dagli inquilini solo poco più del 20% va a compensare le spese del gestore; il 40% circa va in opere di manutenzione ordinaria e pronto intervento manutentivo: è quest’ultima una percentuale che non trova riscontro neppure nell’edilizia privata. Inoltre, per legge regionale, quello che avanza del monte canoni è destinato a manutenzione straordinaria ed anche a nuove costruzioni”. Perché ci sono tante case popolari sfitte, con il bisogno di alloggi che c’è in giro? “Non si tratta certo di disinteresse dei Comuni e del gestore – spiega Casa Spa che si è fatta la domanda e si risponde - bisogna sapere che il costo dei ripristini degli alloggi rilasciati è molto alto, se si vuol dare ai nuovi assegnatari alloggi rimessi a nuovo e in regola con tutte le dotazioni di sicurezza e di comfort attuali.

Si tratta di un investimento di diversi milioni di euro, che non è facile sottrarre alla manutenzione corrente e per il quale sono necessari finanziamenti per manutenzione straordinaria. Quindi si è effettivamente creato – nel nostro territorio come in tutto il resto d’Italia - un certo numero di alloggi sfitti in attesa di ripristino, per i quali i fondi promessi dalla Stato sono stati ritardati. Ora però, con l’intervento della Regione, i fondi ci sono e Casa S.p.A.

è in grado di riportare la situazione alla normalità nel corso dell’anno 2010” sono passati 4 anni, aggiornare ogni tanto i portali istituzionali non farebbe male alla buona comunicazione. La proposta inascoltata di Lorenzo Bargellini. Il leader del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze da anni propone di assegnare le case occupate agli occupanti stessi, in gran parte muratori o specializzati nell’edilizia, che si impegnerebbero a ristrutturarli.

L'opinione pubblica si domanda: Come verrà fatta valere la prelazione, e da chi? E chi non ha i soldi per riscattare la casa dove andrà? Quali limiti verranno posti a garanzia dell'operazione al fine di non creare 'nuovi speculatori' che possano rimettere sul mercato un immobile sovradimensionato e sottostimato poiché acquistato in regime di prelazione su alloggio popolare? Quali correttivi ci sono nel caso in cui il proprietario volesse affittare successivamente l'appartamento a terzi a canoni di mercato e non concordati? Ed ancora, il proprietario potrà mettere lo stabile in mano ad un'agenzia e proporne la vendita in usufrutto?Fantascienza? Più volte pare si sia verificato il fenomeno dell'inquilino Erp che mette in affitto la propria casa a canoni non proprio popolari, andando ad "aggredire" non le liste d'attesa, ma proprio il mercato, anzi, direttamente la società civile.

Il voto in Palazzo Vecchio. L'opinione pubblica è perplessa: perché votare contro un piano che mette in vendita case e che promette di 'aggredire' le liste di attesa?"Leggendo la proposta di delibera emerge un dato che grida all’ennesima ingiustizia bella è buona: dai soggetti che potranno beneficiare di questo provvedimento sono esclusi i profughi dell’Istria, della Dalmazia e delle ex-colonie, nonostante che proprio a questi soggetti, da più di vent’anni, la normativa nazionale offra questo sacrosanto diritto” ha dichiarato Francesco Torselli.

“Siamo d’accordo sul vendere le 120 case altamente degradate - ha detto Tommaso Grassi - non abbiamo infatti alcuna possibilità di assegnazione se non a costi elevati di ristrutturazione" si parla di 30mila euro ad appartamento. "Lo stesso vale per gli alloggi di proprietà di Palazzo Vecchio che hanno sede fuori dal Comune. Però questo intaccherà il totale degli alloggi perché secondo quanto affermato da Nardella, molto del ricavato sarà destinato alla manutenzione di altri alloggi, mentre sull'acquisto di nuovi alloggi il piano è lacunoso. La manutenzione dovrebbe avvenire con risorse comunali, messe a bilancio, le vendite invece dovrebbero essere limitate nel numero.

Se da una parte 1.249 in 5 anni ci sembrano assolutamente troppi: ad ogni alloggio venduto dovrebbe corrispondere uno costruito ex novo. Solo in questa maniera il piano avrebbe un senso. Nardella nel suo programma di mandato ha parlato di un piano per le nuove costruzioni da 750 alloggi, ma per adesso non c’è nulla nero su bianco”. Delle stime si occuperà Casa Spa: "Di Casa spa non ci fidiamo - ha detto ancora Grassi - visto che è riuscita in capolavori come il restauro di un appartamento comunale in via Carlo del Prete: 56 metri quadrati costati 90.000 euro" e sul tema sarebbe in corso un dibattito di vecchia data poiché se è vero che le ristrutturazioni sono assegnate per bando e quindi, per esempio, l’idraulico che costa meno ripara tutti i bagni, non vi sarebbe però chiarezza sulla verifica dei lavori effettuati.Sempre sul sito di Casa Spa esistono le schede tecniche degli interventi, ma molto spesso sono incomplete o non aggiornate senza le date di inizio e fine lavori e senza la liquidazione del totale.

Un esempio fuori dal Piano Casa, ma realizzato da Casa Spa è la Ludoteca di Gavinana “Il 27 settembre 2011 è stato inaugurato l’edificio sede della Ludoteca Il Castoro” nell’area ex Longinotti, adiacente al centro commerciale Gavinana Unicoop Firenze” come riportano le cronache, ma ad oggi sul sito non vi sono indicazioni su inizio, fine e pagamento dei lavori. C’è chi, rivendicando il diritto alla ‘trasparenza’ amministrativa, auspicherebbe addirittura la presenza della doppia foto: il prima e dopo l’intervento effettuato.

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