Casa, a Firenze c’è carne viva sulla graticola degli sfratti 

Alle “occupazioni" classiche, si sommano le “occupazioni di fatto”, i casi in cui l’affittuario ha smesso di pagare il canone

Antonio
Antonio Lenoci
07 ottobre 2014 12:53
Casa, a Firenze c’è carne viva sulla graticola degli sfratti 

Possibile non riuscire a trovare un rimedio che metta fine all’esasperazione bipartisan? I grandi contenitori abbandonati non possono ospitare nessuno, gli appartamenti vuoti, tanti, restano inutilizzati perché di "autogestione e ristrutturazione" non se ne parla.  Nel frattempo le occupazioni si concentrano nell’area di Novoli e via Baracca dove la convivenza forzata ha dato forti segnali di instabilità. La commissione che giudica l’attendibilità delle condizioni inerenti la “morosità incolpevole” si riunisce oggi in Palazzo Vecchio mentre i proprietari non vedono l’ora di poter liberare i propri beni infruttiferi e dispendiosi in tasse e manutenzione, mentre il Movimento di Lotta per la Casa denuncia le numerose esecuzioni che sarebbero già avvenute ad inizio ottobre.La mancata corresponsione dell'affitto da parte degli inquilini in alcuni stabili fiorentini sta comportando un aumento considerevole delle spese condominiali per tutti i condomini con il risultato di vere e proprie lotte condominiali. Interessa a qualcuno? L’ultima miccia in via Bardazzi. “Non si tratta di una "ordinaria" occupazione - spiega il consigliere di Forza Italia Jacopo Cellai - ma di un immobile oggetto, sin dagli inizi, di un'ordinanza di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria per motivi di sicurezza che riguardano l'incolumità degli stessi occupanti che avevano già occupato in via Pier Capponi dopo aver volontariamente lasciato le strutture di accoglienza del Comune”. In 4 mesi non è cambiato niente. “Siamo proprio curiosi di sapere se Prefetto e Questore concordano con il ruolo del Comune, quale mero spettatore in materia di sgomberi.

Basta con il giochetto delle tre carte, a Firenze le occupazioni sono sempre più frequenti (25 immobili occupati) perché chi occupa sa di poter contare su tutto il tempo necessario per attivare nei loro confronti specifici percorsi di accoglienza prima di procedere agli sgomberi. Fino al paradosso di non riuscire a sgomberare neppure coloro che occupano un immobile dopo aver volontariamente lasciato un vitto ed un alloggio gratuito per loro, e pagato da noi contribuenti" conclude Cellai. “Il Comune non ha un ruolo di ‘mero spettatore’ ma c’è un tavolo per l’ordine pubblico, il Cosp, nel quale viene deciso dalle Istituzioni competenti quando effettuare gli sgomberi.

Il Comune partecipa a questo tavolo e in sede di sgombero si occupa dell’accoglienza di quelle situazioni per le quali è prevista, ad esempio minori e richiedenti asilo” così l’assessore al Welfare Sara Funaro ha replicato al vice capogruppo di Forza Italia. “Vorrei sottolineare che questa amministrazione non sottovaluta assolutamente il problema della occupazioni  e questo è dimostrato dai tre sgomberi, che sono stati fatti in pochi mesi di mandato, nei quali abbiamo collaborato per accogliere chi aveva bisogno e continueremo a collaborare per affrontare questo problema”.Ma la soluzione è sgomberare gli immobili occupati? Forse non si tratta di svuotare cantine e depositi, chi occupa e chi sfratta è carne viva ed il momento è difficile per tutti.Avere una famiglia e non avere un tetto dove accoglierla è condizione disumana, poter occupare un locale, ma non poter avere acqua e luce è aberrante.Aver acquistato un bene immobile con sudore e sacrificio e vederselo "sequestrare", usiamoli ogni tanto i termini a nostra disposizione, con la beffa di doverci pagare spese e tasse perché le istituzioni hanno bisogno di tempo per organizzarsi, non può essere una risposta civile. Civile è guardare negli occhi tutte le parti coinvolte e rispondere a tono, con certezza del diritto.

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