Pegaso: 4,4 milioni per 80 dottorandi che faranno ricerca all'estero

Rossi e Barni: "Così garantite borse a tutti". Istituto nazionale Studi Rinascimento: arrivate 32 domande per tre posti. Porte aperte in Rettorato domani, sabato 2 aprile per “Un giorno all’Università”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 aprile 2016 19:32
Pegaso: 4,4 milioni per 80 dottorandi che faranno ricerca all'estero

FIRENZE – La Toscana non conta solo buone ed apprezzate università, che sono a volte anche il motivo alla base delle scelta di alcune multinazionali di investire nella regione, università giudicate eccellenti per la ricerche, i laboratori, le aule e biblioteche. Le università toscane si fanno apprezzare nelle classifiche nazionale anche per la qualità e quantità dei servizi, ovvero sopra tutti mensa, alloggi e borse di studio. Primati che trovano conferma nel bilancio dell'azienda regionale al diritto allo studio appena chiuso.

"Risultati che sono il frutto da un lato di investimenti importanti che la Regione ha mantenuto e accresciuto negli anni e dall'altro di risparmi sui costi di gestione e funzionamento a beneficio appunto dei servizi" commentano il presidente della Toscana Enrico Rossi e la vice presidente ed assessore all'università Monica Barni. La Toscana ogni anno assegna borse di studio a tutti coloro che ne hanno diritto, una delle tante misure per la formazione e autonomia dei giovani all'interno del più vasto progetto Giovanisì.

E' accaduto anche nel 2015 e non succede in tutte le regioni. Tra quelle che ci riescono, accanto alla Toscana, c'è l'Emilia Romagna e poi poche altre regioni più piccole e meno popolate, in tutto non più di quattro o cinque. "Questo - sottolinea Barni - è stato reso possibile anche grazie alle risorse regionali che la Tocana investe". Le borse distribuite ogni anno oscillavano tra le 14 e le 15 mila, in soldi o servizi. Quelle di quest'anno sono state un po' di meno, per via della riforma del governo sull'Ispe.

Sette studenti su dieci che ne hanno beneficiato non sono neppure toscani ma fuori sede. Le università della regione attraggono infatti cervelli da fuori. La Toscana è anche prima in Italia per numero di pasti erogati presso le mense dislocate nelle tre città universitarie di Firenze, Siena e Pisa: oltre 4 milioni in più di quaranta punti di ristorazione, sia nel 2014 che nel 2015, con prezzi graduati in tre fasce, in base al famoso Isee che misura reddito e patrimonio, che oscillano da 2,8 a 4 euro.

Ne hanno goduto 84.700 studenti. In Lombardia si contano 2,6 milioni di pasti per 45 mila studenti erogati dal diritto alla studio, quasi la metà, in Emilia Romagna sono un milione e mezzo e nel Lazio 1,3. La fonte è il Ministero. Per chi vince una borsa di studio i pasti sono gratuiti. Quanto ad alloggi e residenze, sono 4700 quelli messi a disposizione, il 12 per cento di quanti sono disponibili in tutta Italia. Sono cresciuti e continueranno a crescere. Dal 2002 la Regione ha investito nell'edilizia studentesca 116 milioni, ventidue solo nell'ultima legislatura dal 2010 al 2015.

A Firenze è stata aperta la nuova residenza di Val di Rose. A Pisa sono state individuate nuove soluzioni e ristrutturata la mensa dei Martiri. A Siena partiranno entro il 2016 i lavori di riqualificazione della mensa Bandini. Grazie a questi numeri l'azienda di diritto allo studio toscano riesce a dare risposta, mediamente, a sei richieste su dieci, a Siena quasi otto; e se i posti non sono sufficienti, al borsista fuori sede viene garantito un contributo affitto. "Ma stiamo lavorando anche su ulteriori fronti - spiega la vice presidente Barni - Puntiamo a costruire infatti con i Comuni che ospitano le università nelle proprie città e con quelli limitrofi strumenti capaci di calmierare gli affitti per chi non ha trovato posto nelle residenze, oppure facilitazioni nei trasporti".

"Abbiamo già operato scelte a a favore degli studenti e per migliorare i servizi" sottolineano Rossi e Barni. "Abbiamo così nel 2016 ridotto le spese di funzionamento a 14 milioni dei 15,4 che erano nel 2015 e dei 16,4 del 2014 – spiega nel dettaglio la vice presidente – e puntato a rafforzare la spesa per i servizi e le borse: 12,6 milioni a fronte degli 11,6 del 2015 e i 10,6 del 2014". Risorse che si sommano al fondo integrativo statale gestito dalla Regione e agli introiti della tassa per il diritto allo studio, che portano ad un investimento complessivo per il 2016 di quasi 49 milioni contro i poco meno di 42 del 2014 e i 30, addirittura, del 2010.

Negli ultimi anni l'azienda è riuscita a rendere strutturale una riduzione di spesa di oltre due milioni l'anno e grazie anche a questo, pure in futuro, le borse di studio potranno essere garantite alla totalità degli aventi diritto, come è tradizione in Toscana. "Ma abbiamo fatto anche di più – ricorda Barni -: abbiamo nel 2015 alzato il tetto di accesso a 20mila euro di Isee da 19 mila che erano ed esteso i benefici anche a parte degli studenti che dalla borsa di studio sarebbero stati esclusi per effetto della riforma che ha introdotto l'Ispe (l'indice che misura il patrimonio ndr) voluta dal Governo". Un milione di euro in più, destinato in particolar modo agli studenti fuori sede, e un impegno che continua, nonostante i tagli finanziari di cui soffre anche la Regione.

Nei giorni scorsi il Governo ha rivisto i limiti portandoli a 23 mila euro per l'Isee e 50 mila (da 30 mila) per l'Ispe. "Stiamo lavorando e facendo simulazioni - risponde l'assessore Barni ai giornalisti in conferenza stampa -. L'obiettivo rimane quello di concedere le borse a tutti gli aventi diritto, ma sicuramente innalzeremo i limiti anche noi". "La Toscana è al top - conclude - ma una riflessione sul diritto allo studio a livello nazionale andrebbe fatta".

La Regione investe sull'alta formazione, ancora una volta. Entro aprile uscirà infatti il bando per 80 borse di dottorato Pegaso, 4 milioni e 400 mila euro di investimento complessivo e 55 mila euro a dottorando, per frequentare percorsi di studi di almeno tre anni con almeno sei mesi trascorsi all'estero in imprese o strutture di ricerca qualificate. Dal 2011 al 2015 sono già state 356 le borse Pegaso concesse. L'ultimo bando era scaduto un anno fa.

"E' un aiuto che offriamo ai giovani che vogliono perfezionarsi, ma è anche un sostegno alla competitività dell'intero sistema regionale – commentano il presidente della Toscana Enrico Rossi e la sua vice, ed assessore all'università, Monica Barni -. Sviluppo ed occupazione si creano infatti anche valorizzando le eccellenze che abbiamo e rafforzando sinergie fra alta formazione, ricerca e mondo del lavoro". Il bando, inserito all'interno del più vasto progetto Giovanisì e finanziato con risorse europee in dote alla Regione, si rivolgerà ai laureati con meno di trentacinque anni. La giunta questa settimana ne ha definiti gli elementi essenziali. Le risorse andranno agli istituti.

I corsi, di almeno di tre anni, dovranno possedere l'accreditamento del Ministero per l'istruzione e l'università, usare l'inglese nella didattica e disporre di una rete di sostenitori allargata al mondo del lavoro e della ricerca. Potranno farsi avanti associazioni temporanee di scopo, costituite o da costituire, fra università, istituti universitari e centri di ricerca che operano sul territorio toscano. Alla realizzazione del progetto di dottorato potranno aderire imprese pubbliche e private, enti e istituzioni nazionali e straniere.

Ci sarà una priorità e premialità per quei percorsi che si presume possano avere ricadute in campi strategici per lo sviluppo regionale, come le scienze della vita, la robotica e biorobotica, le nanotecnologie e i nuovi materiali, la fotonica, ict , spazio e energie rinnovabili e poi ancora ambiente e biotecnologie verdi, innovazione sociale e conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. A novembre 2015, nel corso dell'annuale evento sull'uso dei fondi Fse al teatro Verdi di Firenze, testimonial delle borse Pegaso era stata Caterina Guidi, trentaduenne pratese passata per Siena e Firenze e che dal 2012 stava svolgendo un dottorato in economia politica e statistica che l'ha portata per un anno a Barcellona all'Agenzia di salute pubblica.

"Gli émigrés bizantini e l'Occidente. Libri, testi, uomini tra Bessarione e Teodoro Gaza". "La confraternita di Sant'Agnese per le donne. Committenza , devozioni e opere di carità (Firenze, XV-XVI secolo)". "Le colonie fiorentine all'estero durante il principato di Cosimo I (1537-1574)". "Ebrei 'stranieri' nello Stato fiorentino del Rinascimento". Sono alcuni dei titoli dei programmi di ricerca nel campo dell'Umanesimo e del Rinascimento presentati dai candidati alle 3 borse di studio post-doc bandite dall'Istituto nazionale di Studi sul Rinascimento con il contributo della Regione Toscana per l'anno 2016-17. Le domande presentate entro il 15 marzo scorso sono ben 32, molte di più di quante il professor Michele Ciliberto, presidente dell'Istituto che ha sede a Firenze a Palazzo Strozzi, si aspettasse.

"Una bella sorpresa a tutti gli effetti- afferma Ciliberto - Non pensavamo che sarebbero arrivate tante richieste, ma questo ci pone nella difficile condizione di scegliere solo 3 domande su 32. Peraltro questo successo evidenzia una fortissima richiesta di formazione post-dottorato di cui occorre tenere conto nelle politiche formative post-universitarie". Le tre borse di studio di 13.000 euro ciascuna saranno assegnate entro il 15 aprile 2016. Sono intitolate a tre grandi figure di studiosi, il filologo Giuseppe Billanovich, lo storico della filosofia Paul Oskar Kristeller e il linguista Giovanni Nencioni.

Domani, sabato 2 aprile, porte aperte in Rettorato per Un giorno all’Università”. L’invito è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, ai loro familiari e a quanti sono interessati a conoscere l’offerta formativa dell’Ateneo per il prossimo anno accademico (piazza San Marco, 4, dalle ore 9). Nel cortile di piazza San Marco saranno allestiti punti informativi sulle attività didattiche delle Scuole di Ateneo e sui vari servizi: dall’orientamento al lavoro alle attività di divulgazione, dalla rete museale ai servizi per i diversamente abili. Per tutta la mattina (ore 9-13) si susseguiranno, inoltre, le lezioni dedicate a illustrare le principali caratteristiche dei corsi di studio e degli ambiti di ricerca collegati (in Aula Magna e nell’aula 1 di Botanica, in via La Pira, 4). Durante la mattinata sarà possibile anche visitare gratuitamente le sezioni di Geologia e paleontologia e Mineralogia e litologia del Museo di Storia Naturale dell'Ateneo (ingresso da via la Pira, 4). Nel pomeriggio, focus sulla preparazione alla prova di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato.

Dalle ore 15 alle 17 (plesso didattico di via Laura, 48), sarà possibile esercitarsi in vista della prova per i corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Architettura e Scienze dell’Architettura (prenotazioni scrivendo aorientamento@adm.unifi.it). In parallelo, negli stessi orari e sede, si svolgerà un seminario rivolto ai genitori e ai docenti delle scuole superiori dedicato al tema: “La scelta individuale: come contribuire ai processi decisionali dei più giovani”.

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