Asl toscane: domani in consiglio regionale una nuova variazione di bilancio

Il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai sferza la giunta: «Pasticcio causato da incapacità di governare la spesa farmaceutica ospedaliera». Sarti e Fattori (Sì): "Crolla definitivamente l'immagine mitica e propagandistica della solidità". Gelli (Pd) “La Toscana attua lo stesso comportamento di tutte le altre regioni”. L’assessore regionale Saccardi: in arrivo concorsi per stabilizzazione comparto. Estar: in un anno risparmi per quasi 50 milioni. Farmaci: mozione chiede sistema unico regionale di recupero e reimpiego. Più attenzione ai servizi delle zone disagiate: 900 mila euro per migliorare l’assistenza sanitaria in Mugello

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 maggio 2016 23:33
Asl toscane: domani in consiglio regionale una nuova variazione di bilancio

FIRENZE- Passa a maggioranza in commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli, la variazione al bilancio della Regione che andrà al voto dell’Aula nella seduta di lunedì 23 maggio. Con questo atto, che andrà in discussione nella seduta straordinaria di Consiglio regionale, la giunta recupera quasi 47 milioni di euro dei soldi che mancano all’appello delle casse della sanità in attesa di incamerare il pay back, ovvero la quota di ripiano che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe consentire alle Regioni maggiore flessibilità della spesa farmaceutica.

La commissione giovedì scorso era chiamata a esprimere parere secondario sulla prima variazione del Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2016 e pluriennale 2016-2018. Hanno votato a favore i consiglieri della maggioranza, hanno votato contro i quattro consiglieri dei gruppi di opposizione. Ad illustrare il provvedimento in commissione, l’assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi. La variazione riguarda un provvedimento “molto tecnico”, legato a una voce di bilancio, il cosiddetto “payback farmaceutico”, come ha spiegato Saccardi in commissione.

“La legge 135 del 2012 ha stabilito che il 50 per cento del superamento del tetto di spesa della farmaceutica deve essere rimborsato dalle aziende farmaceutiche alle Regioni. Principio stabilito per legge, non facoltativo”. L’entità del rimborso è oggetto di contestazione da parte delle aziende farmaceutiche, che hanno fatto ricorso al Tar già nel 2013. A seguito del contenzioso tra le aziende farmaceutiche e Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco che ha quantificato le somme da rimborsare, spiega Saccardi, il Governo ha stabilito con un decreto che, per gli anni 2013 e 2014, “le Regioni potevano intanto iscrivere a bilancio il novanta per cento della cifra determinata da Aifa”.

È atteso un analogo provvedimento per il 2015, ma al momento il decreto non è ancora arrivato e il Ministero dell’economia e delle finanze “ci chiede di non iscrivere a bilancio il rimborso previsto per il 2015, e di certificare il pareggio di bilancio senza ‘payback’ entro la fine di questo mese”. La cifra del ‘payback’ per il 2015, certificata da Aifa per la Regione Toscana è di 115 milioni di euro. Per questa ragione, escludendo questa voce di bilancio, il risultato di gestione della Regione passa da un avanzo di oltre 42 milioni di euro ad un disavanzo superiore ai 72 milioni.

Di qui la necessaria variazione che lunedì sarà sottoposta all’approvazione del Consiglio regionale. La Regione, spiega ancora l’assessore Saccardi, ha deciso di ricavare le somme necessarie “in parte, per circa 36milioni attraverso l’attivazione del fondo di riserva”, con la previsione di reintegrarlo non appena saranno recuperati i soldi del ‘payback’, “in parte attraverso il recupero di progettualità non spese e non utilizzate”, assegnate negli anni scorsi alle Asl con fondo vincolato.

Questo provvedimento, “tecnico e provvisorio”, ha spiegato ancora Saccardi, serve “ad evitare il commissariamento”. Il presidente della commissione Scaramelli valuta come costruttivo “il confronto di questa mattina, con una valutazione positiva anche del surplus di 42 milioni con la quale la Regione ha chiuso il bilancio se si considerano anche le somme del payback. La tenuta del bilancio sanitario da parte della regione Toscana è molto positiva – ha detto Scaramelli –. Potremo poi entrare nel merito dei progetti assegnati alle Asl, lavoro specifico per questa commissione.

Intanto, questo provvedimento tecnico mette in sicurezza il bilancio regionale”.

I consiglieri dei gruppi di opposizione hanno motivato il voto contrario. «Sarà pure un provvedimento provvisorio, fatto sta che evitate il commissariamento della sanità toscana togliendo ad anziani e disabili quegli stessi fondi per la non autosufficienza di cui fate poi vanto in campagna elettorale e che le aziende sanitarie non hanno mai erogato in maniera curiosamente uniforme»: ha dato gas a manetta, il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) nel rispondere all’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi. Ma, a sentire Mugnai, la Toscana non fa esattamente di flessibilità virtù: «Il problema in Toscana non è, come afferma l’assessore, la spesa imprevista dovuta alla campagna di vaccinazione antimeningococco di tipo C, bensì una spesa farmaceutica ospedaliera esorbitante che la giunta si dimostra incapace di governare o contenere, tanto che al momento si attesta al doppio, circa, della media nazionale.

Incapacità prevista, dunque, non emergenza imponderabile».

Ma ecco cosa pensa di fare la giunta per far quadrare i conti: «La pdl 91 – spiega Mugnai – consta di 24 pagine di riepilogo di risorse non spese dalle vecchie Asl per progetti di assistenza di base. Ebbene: la Regione chiede alle aziende di svincolare queste risorse e darle alla Regione, che ne fa un tesoretto da 46 milioni e 900 mila euro con cui tamponare provvisoriamente il rosso di bilancio. Una specie, insomma, di fondo di garanzia. Ma a scorrere nel dettaglio ciò che le aziende non hanno speso tra i fondi impegnati, la sorpresa è amara: tutte, in maniera curiosamente uniforme, hanno evitato di erogare le spese per la non autosufficienza destinate a disabili e anziani, di investire le quote anche aggiuntive nelle residenze sanitarie assistite, di finanziare in concreto i progetti di vita indipendente.

E se poi, come dice l’assessore, questi progetti vengono comunque finanziati attraverso il fondo indistinto delle singole Asl, allora perché fare questo tipo di progettazione? Solo per poter fare conferenze stampa auto celebrative?»

«Comunque – prosegue il capogruppo di Forza Italia – fa specie che su criticità enormi e conclamate, quali ad esempio liste d’attesa e Vita Indipendente, nei bilanci vi siano milioni di euro finalizzati ad aggredirle e risolverle che restano non spesi e che perciò possono essere sfilati via dai bisogni delle persone con un colpo di penna della giunta regionale per far quadrare i bilanci onde evitare il commissariamento. Così va a finire che l’incapacità di governo della sanità regionale la pagano i cittadini più deboli. E questo è aberrante. Durante il dibattito consiliare – annuncia Mugnai – non mancheremo di produrre ordini del giorno e proposte operative per ricondurre a queste persone i soldi promessi a microfoni accesi, perché anziani e disabili non i dadi del risiko finanziario del sistema sanitario toscano».

Il consigliere Andrea Quartini ha chiesto “trasparenza nel bilancio della Regione che ancora non vediamo”, e ha manifestato perplessità riguardo “ai soldi che si intende recuperare dai progetti assegnati alle Asl perché non spesi e che invece ci risulterebbero già rendicontati”. Marco Casucci parla di “sostanziale approssimazione da parte della Regione intorno a questa vicenda. Ci vorrebbe più prudenza e rispetto nei confronti dei cittadini toscani”.

Censura del MEF al bilancio della sanità toscana, Sarti e Fattori (Sì): "Crolla definitivamente l'immagine mitica e propagandistica della solidità di bilancio della sanità toscana. E ancora una volta i cittadini sono chiamati a pagarne le conseguenze, a partire dai più vulnerabili” “Dopo la censura del Ministero delle Finanze scopriamo due fatti gravi: che nella sanità toscana nel 2015 sono stati messi a bilancio crediti non certificati e di conseguenza non inscrivibili e che le Aziende sanitarie hanno sistematicamente accantonato e non speso risorse negli anni senza motivazione alcuna, mentre venivano tagliati i servizi.

Sono entrambi fatti gravi” commentano Sarti e Fattori, consiglieri di Si Toscana a Sinistra in Consiglio regionale. “Per rimediare agli errori di bilancio, ora la Giunta regionale ha deciso di tagliare progetti riguardanti settori importantissimi, come ad esempio la non autosufficienza e la disabilità. Parliamo della famosa vita indipendente su cui tante volte il Consiglio regionale ha dibattuto, sollecitato dalle combattive rivendicazioni delle associazioni dei disabili.

Ci veniva risposto che non era possibile implementare i fondi perché le casse erano vuote. Per quale ragione le Aziende sanitarie si sono comportate così? Se non si trattava di risorse virtuali, significa che ha prevalso la logica del risparmio a discapito della salute dei cittadini, una logica oramai imperversante in questa Regione. Avevano paura di qualche possibile deficit di bilancio aziendale?” “Siamo di fronte al definitivo sfatarsi di una “visione mitica”, alimentata per anni dalla Giunta e dal Presidente Enrico Rossi in particolare, della solidità del Bilancio della sanità toscana.

Il primo bilancio certificato in tutta Italia, ha ripetuto spesso il Presidente Rossi, evidentemente grazie ad buona dose di finanza creativa, ci viene da dire vista la bocciatura del MEF e considerando i duri colpi già subiti, ASL di Massa in primis.” “Faremo la nostra battaglia in Consiglio regionale chiedendo che siano ripristinate le risorse tolte e garantiti progetti e servizi fondamentali per la cittadinanza toscana, dalla non-autosufficienza alle quote aggiuntive in RSA, dagli interventi per migliorare le liste di attesa all’ex OPG di Montelupo, dalle dipendenze alla disabilità ed autismo, dal Codice Rosa alla salute mentale e alle Case della salute”.

“La Toscana attua lo stesso comportamento di tutte le altre regioni in merito alla spesa farmaceutica, e le entrate del pay back possono essere assolutamente considerate sicure. E' stata semplicemente attuata una procedura, già legittimata dal Governo per i bilanci 2013 e 2014, che le permette di utilizzare temporaneamente il fondo di riserva, in attesa che questo venga reintegrato con la certificazione del credito pay back. Ossia tramite entrate che, sottolineo ancora una volta, sono certe".

Così il deputato toscano e responsabile nazionale sanità del Pd Federico Gelli interviene in merito al disavanzo ‘tecnico’ registrato nei bilanci Asl 2014 della Regione. “Stiamo lavorando come Governo a chiarire le modalità di calcolo e rimborso per gli anni in cui il pay-back e’ stato impugnato e intendiamo risolvere con una normativa chiarificatrice questo tipo di controversie per evitare che possano ripetersi in futuro. L’amministrazione regionale toscana nel frattempo ha preso atto di una necessità ed è intervenuta per tutelare il diritto alla salute dei suoi cittadini curando pazienti con Epatite C (e contribuendo in questo modo al raggiungimento degli scaglioni di massimo sconto negoziati dall’AIFA) e con una eccezionale campagna di vaccinazione anti-meningite.

La scelta della Regione Toscana dunque è stata più che legittima. Lo ha fatto seguendo modalità divenute ormai prassi negli ultimi anni per diverse amministrazione regionali e rispondendo ad un’urgenza che si era registrata con la responsabilità che viene chiesta a chi amministra. E' giunto il momento di chiedersi se la governance farmaceutica non vada completamente ripensata, rivedendo concetti desueti come tetti e percentuali di payback non più adatti al mutato scenario dei prodotti innovativi che sono arrivati e ancora meno a quelli che arriveranno nei prossimi anni."

Dal 1° gennaio 2015, l'Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) ha sostituito i tre Estav (Area vasta Centro, Nord Ovest e Sud Est), che si sono fusi in un'unica realtà toscana. Questa fusione sta producendo importanti benefici economici, legati sia alle efficienze di scala, migliorando la gestione delle risorse economiche e umane, che alla possibilità di ottenere migliori condizioni dai fornitori, grazie alla dimensione regionale delle procedure di acquisizione. E in un anno, l'Estar ha prodotto risparmi per un totale di quasi 50 milioni.

E i risparmi cresceranno nel 2016 e 2017. Una parte sono risparmi da costi di funzionamento, altre sono azioni di ottimizzazione del personale, altri risparmi sono stati conseguiti da procedure di gara. Per l'acquisto di beni e servizi, Estar ha contribuito a uniformare le forme contrattuali e le tariffe (allineandole al prezzo regionale più basso) e infine a standardizzare i beni e servizi richiedibili sul territorio regionale.

I risparmi conseguiti per l'acquisto di beni e servizi (farmaci, dispositivi medici e diagnostici, servizi, beni economali, ingegneria clinica, ICT/TS - Information and Communication Technologies/Tecnologie Sanitarie) per effetto di gare già aggiudicate sono stati di 41 milioni per il 2015, e saranno di 65 per il 2016 e 68 per il 2017. A questi si devono aggiungere le previsioni di ulteriori risparmi per circa 90 milioni per effetto di gare programmate per il prossimo triennio.

Queste le principali gare aggiudicate o in corso di aggiudicazione: eparine, stent (coronarici, carotidei, vascolari, intracranici), valvole cardiache aortiche mitraliche, dispositivi per ortopedia, elettrodi e piastre, suture; pulizie e call center. E queste le principali gare di prossima indizione: nuova gara regionale farmaci, pacemaker; ristorazione, smaltimento rifiuti, riscossione centralizzata, manutenzione del verde, ausili.

“Con la delibera numero 300 dello scorso 11 aprile, in attuazione dell'articolo 86 della legge regionale 84/2015, sono stati delineati gli indirizzi per la stabilizzazione del personale precario del Servizio sanitario toscano. Stiamo già predisponendo due distinte procedure, in linea con le indicazioni contenute nella circolare numero 5 del 21 novembre 2013 della presidenza del Consiglio dei ministri, per il reclutamento speciale transitorio e per quello speciale a regime”. Così l’assessore alla Sanità,Stefania Saccardi, ha risposto all’interrogazione presentata dai consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti, in merito al “frequente utilizzo di lavoro interinale nelle Asl toscane e sui futuri intendimenti della Giunta riguardo alla stabilizzazione degli operatori del servizio sanitario regionale”. Secondo quanto riferito in Aula, e visto il contenuto della delibera citata, gli indirizzi forniti ad Aziende ed Enti toscani riguardano “procedure concorsuali riservate, limitate ad un arco temporale compreso nel quadriennio 2015-2018, rivolte ad una platea ben definita di precari, ossia personale con tre anni di servizio maturati ad una certa data”.

La seconda procedura riguarda, invece, “concorsi pubblici, con riserva, o finalizzati a valorizzare, con apposito punteggio, l’esperienza professionale, non limitati ad un determinato arco temporale e rivolti ad una platea non definita di precari con tre anni di sevizio maturati alla data di emanazione del bando”. In sede di replica, Fattori si è dichiarato “parzialmente soddisfatto”. “Ci auguriamo che le procedure indicate dall’assessore si svolgano in tempi brevi. La situazione del comparto è pesante e i tagli fatti al settore non sono certo pochi”.

Citando poi la recente Riforma sanitaria, il consigliere ha rilevato che il livello di precarietà “rischia di configurarsi come un ulteriore danno per la salute pubblica”. 

"Siamo preoccupati per le notizie che arrivano riguardo il futuro del Centro Oncologico Fiorentino e dei 110 lavoratori per i quali Unipol ha avviato le procedure di licenziamento. Il rimpallo di responsabilità tra Regione e proprietà, come al solito sulla pelle dei lavoratori, è vergognoso e inaccettabile. Dopo gli annunci trionfalistici dell'assessore Saccardi, oggi siamo costretti a misurarci con una realtà ben diversa, in cui ruolo della Regione si è progressivamente defilato fino a rimanere sullo sfondo.

Quali sono le prospettive per il Centro Oncologico Donna, un progetto di livello nazionale, annunciato appena due mesi fa? Quale sarà il futuro dei medici e degli infermieri, cui è stata prima prospettato il passaggio al pubblico, salvo poi una precipitosa marcia indietro? Attendiamo risposte da Saccardi e dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alla quale abbiamo rivolto una interrogazione parlamentare in merito". Lo afferma la senatrice di SEL-Sinistra Italiana Alessia Petraglia. "Ai lavoratori e alle lavoratrici - prosegue la senatrice - va tutta la nostra solidarietà e vicinanza in una vicenda che mette in luce approssimazione e incompetenza da parte della Regione Toscana.

Con la chiusura del Centro, perdiamo un polo di eccellenza che riunisce al suo interno professionalità e competenze straordinarie".

Un sistema unico di recupero e reimpiego dei farmaci su base regionale è quanto chiede una mozione, con primo firmatario il consigliere Andrea Quartini, che è stata approvata all’unanimità, senza dibattito, dall’Assemblea toscana. Il testo, emendato da una proposta di Paolo Bambagioni, impegna la Giunta regionale a valutare i costi ed eventualmente a sviluppare una proposta di legge o un protocollo volto al recupero dei farmaci inutilizzati, sia nelle strutture pubbliche sia provenienti da donazioni private, ad esempio acquistati direttamente allo scopo del reimpiego nel caso dei farmaci acquisibili senza prescrizione. Tale legge, secondo quanto prescrive la mozione, una volta approvata potrà “gestire anche su base regionale il sistema di raccolta e verifica e il database dei farmaci a disposizione” per il riutilizzo.

Attenzione ai servizi sanitari delle zone disagiate, montane e insulari. Lo chiede una mozione, che vede come primo firmatario Massimo Baldi, e che è stata approvata maggioranza dal Consiglio regionale. La mozione impegna la Giunta regionale “a proseguire nella politica di attenzione alle zone disagiate, montane e insulari implementando il processo di valorizzazione e qualificazione dell’assistenza sanitaria in dette realtà”; a “rendere ancora più stringente il confronto con le amministrazioni dei comuni montani allo scopo di monitorare l’adeguatezza dei servizi”; ad “armonizzare sempre le politiche in ambito socio-sanitario con quelle infrastrutturali al fine di valutare e di attuare, ove considerato opportuno, azioni compensative nella direzione dell’ammodernamento e dell’adeguamento del sistema viario e del trasporto pubblico”.

Come ha spiegato Baldi, “non serve una battaglia di conservazione retrograda, ma occorre modernizzare il sistema affiancandolo a miglioramenti delle infrastrutture e dei trasporti per mantenere il livello del servizio sanitario. Penso, come esempio, alla pista di elisoccorso dell’ospedale di San Marcello pistoiese”. Giacomo Giannarelli ha annunciato voto contrario “per mancanza di coerenza tra quello che viene detto e quello che viene fatto.

Si tagliano i servizi sanitari e si pensa di rimediare con una strada nuova?”. Elisa Montemagni ha annunciato voto di astensione. “I territori montani si stanno svuotando – ha detto – e chi governa da sempre questa regione dovrebbe fare un esame di coscienza”. Paolo Sarti ha sottolineato che “ci devono essere le infrastrutture, ma va anche dato impulso alla medicina territoriale”.

Stefano Mugnai ha criticato “l’autoreferenzialità di questo atto, mentre la risposta da dare è una migliore organizzazione dei servizi sanitari”.

900.000 euro per migliorare l'assistenza sanitaria in Mugello. Il finanziamento è stato approvato dalla Regione Toscana ieri recependo la delibera Cipe che destina fondi nazionali per progetti di ottimizzazione dell'assistenza sanitaria nelle isole minori e località caratterizzate da straordinarie difficoltà di accesso ai servizi.In particolare per il Mugello vengono destinati 904.203 euro per mettere a punto e migliorare percorsi locali di assistenza, attraverso 6 programmi d'intervento: il progetto rural nursing (infermiere di comunità); rete infarto miocardico; defibrillazione precoce; gestione preventiva e supporto assistenziale della malattie neurodegenerative; Botteghe della Salute; attivazione posti letto cure intermedie.

Più di un milione, per la precisione 1.285.000 euro, dalla Regione all'Azienda sanitaria Toscana nord ovest (nella quale è confluita la ex Asl 2 di Lucca), per le opere di messa in sicurezza idraulica dell'ospedale San Luca di Lucca. Lo prevede una delibera approvata dalla giunta regionale nel corso dell'ultima seduta, che contempla un accordo tra Regione Toscana, Azienda sanitaria Toscana nord ovest, Comune di Lucca e Provincia di Lucca, per il "completamento delle opere idrauliche connesse alla realizazione del nuovo presidio ospedaliero di Lucca", opere di fatto già realizzate.

L'accordo fa riferimento a una precedente delibera del maggio 2013, in cui la Regione autorizzava la Asl 2 di Lucca ad anticipare la cifra complessiva di 4.926.720 euro, rispettivamente al Comune di Lucca (3.941.720 euro) e alla Provincia di Lucca (985.000 euro) per ulteriori opere infrastrutturali da realizzare per la messa in sicurezza del nuovo ospedale di Lucca. La Asl 2 aveva già anticipato a Comune e Provincia i 1.285.000 euro necessari per i lavori di messa in sicurezza idraulica, cifra che ora la Regione le corrisponde.

Sarà necessario invece un altro accordo di programma per i lavori di viabilità. I lavori idraulici si erano resi necessari dopo gli eventi meteorologici straordinari che nell'inverno 2012 avevano causato allagamenti nell'ospedale. Era necessario quindi mettere in sicurezza idraulica non solo la nuova area ospedaliera, ma anche tutta la zona circostante, intervenendo sul reticolo drenante esistente.

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