Bere acqua del rubinetto: maggiore controllo di qualità in Arno

Utilizzo di acqua superficiale per la produzione di acqua destinata al consumo umano su larga scala

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2018 15:22
Bere acqua del rubinetto: maggiore controllo di qualità in Arno

Si chiama Water Safety Plan (Piano sicurezza dell’acqua) ed è il modello introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che Publiacqua ha deciso di introdurre sulla filiera idrica di Firenze.

Il progetto, della durata di 18 mesi, realizzato, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, è il primo Piano nazionale implementato in un sistema che prevede l’utilizzo di acqua superficiale (Fiume Arno) per la produzione di acqua destinata al consumo umano su larga scala.

La presentazione alla stampa ed al pubblico del progetto “Valutazione dei rischi correlati alle risorse idriche da destinare al consumo umano nell’ambito dell’implementazione del Piano di Sicurezza dell’Acqua per la filiera idrica di Firenze” è andata in scena questa mattina all’Altana di Palazzo Strozzi a Firenze, alla presenza, tra gli altri, di Lorenzo Perra, Assessore al Bilancio ed alle Partecipate del Comune di Firenze, del Dott. Emanuele Ferretti, dell’Istituto Superiore di Sanità, di Claudio Lubello, dell’Università di Firenze, di Filippo Vannoni, Presidente di Publiacqua, e di Giovanni Paolo Marati, Amministratore Delegato di Publiacqua.

COS’E’ IL PIANO DI SICUREZZA DELL’ACQUA

Il Water Safety Plan o Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) è il modello, introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, basato sulla valutazione e gestione del rischio associato a ciascuna fase che compone la filiera idrica, dalla captazione fino all’utente per garantire la protezione delle risorse idriche e la riduzione di potenziali pericoli per la salute umana nell’acqua destinata al consumo umano. Il modello PSA è stato recepito anche nel Dlgs.31/01 con il Decreto del Ministero della Salute del 14.06.17 (Recepimento della direttiva UE 2015/1787).

Il Piano ridefinisce sostanzialmente l’approccio alla sicurezza e al controllo della qualità dell’acqua destinata al consumo umano, oggi contraddistinto da una sorveglianza su alcune fasi del ciclo di produzione (captazione, trattamenti) e da un monitoraggio a campione sulle acque distribuite, mediante un approccio di valutazione e gestione del rischio estesa all’intera filiera idrica.

Il Piano infatti si pone l’obiettivo di ridurre drasticamente le possibilità di contaminazione delle acque destinate al consumo umano attraverso la prevenzione/riduzione della contaminazione delle risorse idriche di origine, grazie all’analisi del sistema idrico - dalla captazione al rubinetto - per individuare i potenziali pericoli eventualmente presenti in ogni segmento della filiera. Pericoli da monitorare e su cui definire eventuali azioni correttive e la cui individuazione si basa anche su un sistema integrato di dati e informazioni provenienti da fonti e istituzioni diverse.

“L’integrazione dei dati in possesso di enti e soggetti diversi è sicuramente uno dei primi obbiettivi di un Piano di sicurezza – ha ricordato l’Amministratore Delegato di Publiacqua, Giovanni Paolo Marati - ma non l’unico. Il Piano sostituisce un approccio generale (i parametri da analizzare previsti dalla normativa) con un approccio specifico e calato sul territorio: l’individuazione dei fattori di rischio all’interno dell’intero sistema idrico e la focalizzazione, non solo in termini di analisi e controlli, ma anche di procedure gestionali, nella prevenzione dei rischi di contaminazione delle acque. Il Piano rappresenta un salto in avanti nella sicurezza delle acque destinate al consumo umano e Publiacqua ha deciso di applicarlo (in forma volontaria) sul sistema sicuramente più complesso che gestisce andando incontro anche a quanto previsto dalla revisione della direttiva europea presentata il 1 febbraio 2018 dalla Commissione Europea”.

Il Piano verterà sul sistema di captazione – produzione – distribuzione che ha negli impianti dell’Anconella e di Mantignano il suo cuore pulsante. Si tratta di un sistema aperto che riceve le acque dal fiume Arno i cui affluenti principali (Sieve e Chiana) attraversano aree fortemente antropizzate in cui sono presenti attività economiche importanti.

In questo senso, per scala territoriale e di utenza impattata, il Piano di Publiacqua rappresenta sicuramente il primo studio effettuato a livello nazionale su sistemi idrici estesi che utilizzano acqua di superficie.

Da tempo Publiacqua è impegnata nel promuovere l’acqua del rubinetto per bere, attraverso campagne di comunicazione ad hoc, certo, ma soprattutto aumentando la sicurezza della risorsa immessa in rete – ha commentato il Presidente di Publiacqua, Filippo Vannoni – attraverso l’implementazione delle tecnologie di processo e un sistema accurato di controlli che prevede analisi frequenti, sia durante la fase di potabilizzazione che nella fase di distribuzione.

Nella sola citta di Firenze, ad esempio, tra campioni sugli impianti e sui punti di rete, analizziamo quotidianamente 617 parametri di qualità. Un impegno per la salute e la sicurezza sicuramente percepito dai cittadini che vivono nel nostro territorio, come dimostrato anche dall’indagine dell’Autorità idrica toscana. Il 64% dei nostri cittadini infatti utilizza l’acqua del rubinetto per bere: uno tra i dati più alti della Regione Toscana e dell’intero territorio nazionale.

Un dato confermato anche da una nostra ricerca recente in cui il 77% degli utenti si è dichiarato soddisfatto dell’acqua erogata”.

Il progetto, finalizzato a potenziare ed aggiornare le misure di prevenzione per garantire nel tempo un’elevata qualità delle acque distribuite da Publiacqua riferite alla filiera idrica di Firenze, sarà successivamente esteso all’intera area metropolitana.

L’implementazione del piano in una filiera idropotabile specifica (condotta secondo i principi elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, contenuti nella norma internazionale EN 15975-2 e trasposti di recente in Linee Guida nazionali (Rapp. Istisan 14/21), rappresenta infatti un’attività pilota per lo sviluppo successivo sulle diverse filiere idro-potabili servite da Publiacqua e su tutto il territorio gestito.

LA QUALITÀ DELL’ACQUA IN PUBLIACQUA

Il PSA si inserisce in un contesto, sia gestionale che di controllo, già consolidato in Publiacqua riguardo la sicurezza della qualità dell’acqua distribuita. In particolare la gestione delle infrastrutture e il controllo della qualità dell’acqua sono sempre stati un elemento prioritario per il gestore anche nell’ottica della prevenzione di eventuali fenomeni critici che potrebbero mettere a rischio la qualità dell’acqua.

In particolare, il laboratorio di Publiacqua, accreditato UNI CEI EN ISO/IEC 17025, esegue da sempre i controlli sull’intera filiera idrica sui parametri di legge e parametri emergenti. E’ una struttura di eccellenza che monitora la qualità e la sicurezza di tutta l’acqua distribuita sui 46 comuni gestiti.

I PRINCIPALI NUMERI DEL PROGETTO

Durata: 18 mesi

Volumi acqua prodotti: 85.000.000 mc/anno (impianto Anconella e Mantignano) che servono circa il 60% della popolazione totale tra cui i circa 380.000 abitanti Comune di Firenze

Percentuale su totale acqua prodotta sul territorio dei 46 Comuni gestiti: 53% dell’acqua prodotta (Tot. Volumi prodotti circa 159.000.000)

Numero abitanti coinvolti: circa 380.000 (gli abitanti del Comune di Firenze)

Percentuale di copertura su Publiacqua (rispetto al numero di abitanti complessivo): circa 30% degli abitanti complessivi serviti.

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