Banche: sì a separazione tra commerciali e d’affari

Il Consiglio approva a maggioranza una proposta di legge al Parlamento. Romanelli (SEL): “Dal Consiglio Regionale una proposta al Parlamento per una netta separazione tra banche commerciali e banche d’affari”. "Dalla crisi si esce anche così”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2014 22:31
Banche: sì a separazione tra commerciali e d’affari

Firenze– Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una proposta di legge al Parlamento, che introduce il principio di separazione tra banche commerciali e banche d’affari, separando nettamente le attività di deposito e credito all’economia reale dagli investimenti ad alto rischio legati alla speculazione finanziaria. La proposta di legge, presentata da Gabriele Chiurli (gruppo Misto), ha registrato 27 voti favorevoli, tre contrari, un astenuto.

Il testo prevede la nascita di due sezioni all’interno dell’Albo delle banche autorizzate dalla Banca d’Italia, con ambiti distinti per le due tipologie, obblighi e divieti. Sono previste, inoltre, sanzioni graduali per le inadempienze ed è indicato un limite temporale perché il Parlamento intervenga sulla normativa.

Il presidente Marco Manneschi (Toscana Civica Riformista) ha sottolineato come la proposta abbia trovato il consenso unanime della commissione Affari istituzionali.

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Marco Taradash (Nuovo Centrodestra) si è detto d’accordo sul principio ispiratore, ma ha dichiarato di non potere votare a favore di fronte ad un articolato così dettagliato, sul quale non c’è il tempo di fare le opportune verifiche.

Secondo Marco Spinelli (Pd) l’iniziativa si colloca nel solco della mozione già approvata a larghissima maggioranza lo scorso anno dal Consiglio regionale, mentre in questi mesi al Senato è stato preparato uno specifico dossier sul tema. A suo parere, la separazione bancaria può essere utile per dare una risposta più efficace alle crisi sistemiche ed evitare quanto è successo lo scorso anno, con le banche che hanno utilizzato i finanziamenti agevolati di circa 30 miliardi della Banca centrale europea per l’acquisto di titoli di stato.

Il consigliere Rudi Russo (Centro democratico) ha annunciato voto favorevole, “perché il principio è giusto”, seppure nella consapevolezza della sua “efficacia quasi nulla”, in un momento in cui l’Europa sta avviando il processo di unificazione bancaria. A suo parere la separazione non aumenterà automaticamente l’erogazione del credito, ma permetterà al consumatore di scegliere consapevolmente dove investire il proprio denaro.

“Un primo importante passo per combattere la crisi, al fianco dei cittadini”. Con queste parole il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) commenta l’approvazione a larga maggioranza della proposta di legge al Parlamento per l’introduzione del principio di separazione bancaria, sul modello del Glass-Steagall Act. “Il disegno di legge è semplice – spiega il proponente Chiurli – e si basa sul presupposto che le banche autorizzate a tutelare il risparmio di famiglie e imprese non possano rischiare questi soldi in operazioni ad alto rischio, mettendo a repentaglio la stabilità dell’istituto stesso (vedi il caso Mps)”.

In pratica la proposta di legge interviene sul Testo Unico Bancario (dlgs 385/1993) istituendo due sezioni all’interno dell’albo degli istituti di credito autorizzati dalla Banca d’Italia e definendo obblighi e divieti a seconda della categoria. “Tra banche commerciali e banche d’affari – chiarisce Chiurli – non dovrà sussistere alcun vincolo commerciale né di partecipazione societaria. Banditi anche i doppi incarichi in banche di categoria diversa”. “Il testo prevede inoltre un trattamento fiscale differente, tale da favorire le banche commerciali rispetto a quelle d’affari”.

Definite anche le sanzioni per coloro che violassero le norme (da un minimo di 5mila euro a un massimo di 10 milioni, fino alla revoca dell’autorizzazione, a seconda della gravità dell’infrazione). “Da anni si parla di separazione bancaria sul modello del Glass-Steagall Act voluto da F.D.

Roosevelt nel 1933, per far fronte alla Grande Depressione. La stessa Regione Toscana ha votato una mozione in tal senso e in Parlamento giacciono almeno 11 proposte di legge in tal senso. Ma finora – sottolinea Chiurli – nessuno è passato all’azione. Questa non è una legge delega al Governo, qui si stabiliscono già i principi cardine di una riforma del sistema bancario necessaria e più che mai urgente”.

“L’approvazione durante il Consiglio regionale odierno della proposta di legge rivolta al Parlamento per l’introduzione del principio di separazione bancaria è un fatto molto positivo, un contributo davvero importante che parte dalla nostra regione in maniera forte e chiara vero la politica nazionale ” – dichiara il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli. “Il testo punta a riformare l’attuale sistema bancario, con l’obiettivo di separare le attività bancarie utili al finanziamento dell’economia reale dalle attività di speculazione finanziaria, traendo insegnamento dalla recente crisi internazionale”.

“Ricordo che analoghe riflessioni stanno avvenendo in altri paesi europei, nella consapevolezza che le difficoltà odierne sono frutto di un’economia sempre più finanziarizzata, dove i cittadini si trovano sempre più spesso a pagare per operazioni finanziarie rischiose, vedendosi nello stesso tempo chiudersi le porte dell’accesso al credito anche per somme di modesta consistenza”. “E’ questo quindi il momento per rivedere le scelte di sistema fatte negli anni Novanta, quando il principio di separazione fu definitivamente tolto con la creazione di c.d.

“banche universali”, in altre parole autorizzate a qualsiasi attività, e protette oltremisura, nella convinzione che fosse prioritaria la stabilità del sistema alla protezione del risparmio”. “Con questo testo invece si vuole tornare a tutelare i risparmiatori da investimenti ad alto rischio, e al tempo stesso contenere il fenomeno dei costosissimi salvataggi di Stato, spesso realizzati usando l'argomentazione, che a volte ha più il sapore del pretesto, di tutelare i cittadini risparmiatori, nei confronti di Istituti bancari che avevano messo a repentaglio il proprio capitale proprio a causa d’investimenti rischiosi”.

“Mi auguro quindi che il Parlamento italiano, dove già sono depositate proposte analoghe, abbia il coraggio e la volontà di affrontare di petto la questione, dando significato al suo dichiararsi riformista e innovatore” - conclude Romanelli.Adesso la discussione si sposta in Parlamento: la proposta di legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana sarà esaminata dalla Camera dei Deputati.

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