Omicidio di Castagneto: sentenza di ergastolo per Ndoye

Giuliani (Pd): "Contro i femminicidi pene certe e niente sconti. In questo caso giustizia tempestiva ma ingiusta. Col rito abbreviato il colpevole può tornare in libertà"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2014 14:03
Omicidio di Castagneto: sentenza di ergastolo per Ndoye

E' stato condannato all'ergastolo ieri Ablaye Ndoye, il 35enne senegalese che la sera del primo maggio del 2013 violentò e uccise la 19enne Ilaria Leone, in un oliveto alle spalle del paese di Castagneto Carducci. L'uomo era accusato di omicidio volontario, violenza sessuale, occultamento di cadavere e spaccio. La madre di Ilaria commenta: "Nessuno potrà mai ridarmi mia figlia, ma mi sento sollevata. E' importante però che a fine pena lui davvero sia espulso e di questo non posso essere sicura, visto che per tre volte lui sarebbe dovuto essere espulso e invece è rimasto in giro". Contro i femminicidi pene certe e niente sconti, non è questa la giustizia che vogliamo.

In questo caso la giustizia è tempestiva ma ingiusta. Nessuno restiturà Ilaria alla vita e ai suoi cari". Così la presidente della commissione Pari opportunità Maria Federica Giuliani (Pd) che aggiunge: " Il giovane senegalese è stato condannato all'ergastolo con rito abbreviato per la morte della giovane Ilaria Leone. Soddisfazione per il procedimento che a meno di un anno consegna il colpevole, che però doveva già essere espulso dal nostro paese, alla giustizia. Una giustizia che nel rispetto delle norme sostituisce la pena dell'ergastolo a trenta anni di carcere; il che si traduce nel fatto che il colpevole a sessanta anni potrebbe comunque essere di nuovo libero.

Abbiamo già assisitito impotenti alle conseguenze del rito abbreviato. Basta pensare al tragico caso di Vanessa Simonini di Gallicano in provincia di Lucca; nonostante la tenace opposizione dei familiari, al colpevole è stato riconosciuto un ulteriore sconto di pena, dai trenta anni con il rito abbreviato, ai sedici anni con le attenuanti generiche confermati in Cassazione. Un dolore nel dolore".

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