Toscana, errori della telefonia mobile, il cellulare finisce in giudizio

La società sosteneva che la somma richiesta a titolo di nota di credito non era dovuta perché l’utente era debitore d una somma maggiore relativa ad ulteriori fatture emesse

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2014 16:46
Toscana, errori della telefonia mobile, il cellulare finisce in giudizio

"La società telefonica emette note di credito relative a contratto telefonico mediante uso di cellulare e non accredita la somma di cui è debitrice sulle successive fatture perché ritiene di dover compensare tale credito con successive fatture emesse ma non pagate dall’utente perché contestate". La Confconsumatori di Grosseto, con l’ Avv. Sara Serritiello del Foro di Grosseto, ha ottenuto nuovamente giustizia per un associato che si è trovato nelle condizioni di dover adire l’Autorità Giudiziaria per vedere riconosciuto un proprio credito nei confronti della multinazionale.

Numerosi i casi di questo genere. "Con una importante sentenza (N. 6/2014), il Giudice di Pace di Grosseto ha sancito un principio già consacrato dalla Suprema Corte di Cassazione secondo il quale l’operatore telefonico deve provare la veridicità della bolletta telefonica emessa attraverso la produzione dei tabulati. Solo attraverso tali documenti, infatti, secondo la Suprema Corte, in caso di contestazione della fatturazione addebitata è possibile provare la bontà dei dati indicati. La recente sentenza della Corte si pone in un campo già ampiamente battuto dalla giurisprudenza nazionale e comunitaria.

Negli ultimi anni, il moltiplicarsi gli errori dell’operatore monopolista e la liberazione del mercato, con la conseguente nascita di nuove aziende telefoniche, hanno fatto da apripista a numerosi interventi sia della classe politica che della giustizia civile. La vicenda, purtroppo non isolata, ha origine dall’ emissione di note di credito da parte di una compagnia telefonica a favore del proprio utente, relativo ad un contratto telefonico per l’utilizzo del telefonino. Tali note di credito benché più volte richieste non sono state mai scalate sulle successive fatture ne restituite in altro modo all’utente.

Ciò ha costretto il cittadino ad ottenere un decreto ingiuntivo avente ad oggetto la somma relativa alle note di credito emesse dalla compagnia telefonica. Il gestore di telefonia invece di rimborsare la somma dovuta, presenta opposizione al predetto decreto ingiuntivo, che costringe il nostro socio a difendersi in giudizio ma non invano. La società sosteneva che la somma richiesta a titolo di nota di credito non era dovuta perché l’utente era debitore d una somma maggiore relativa ad ulteriori fatture emesse e non pagate perché contestate, di cui in giudizio richiedeva il riconoscimento.

Grazie ad una sentenza emessa dal Giudice di Pace di Grosseto, in seguito ad un’azione civile intentata dall’Avv. Sara Serritiello della Confconsumatori a cui l’utente si era rivolto, il cittadino ha trovato ristoro nella restituzione di quanto dovuto, avendo il Giudicante applicato il principio sopra menzionato. Infatti la compagnia telefonica nel corso del giudizio non ha provato il fondamento del proprio credito con l’esibizione dei tabulati telefonici relativi alle fatture menzionate, onere che spetta a colui che pretende la prestazione contestata. "Purtroppo questo modo di operare da parte dei gestori di telefonia è ormai diffuso - commenta l' avvocato Sara Serritiello -, si assiste continuamente all’emissione di fatture di rilevante entità, le cui voci contenute, oltre a essere incomprensibili, spesso non corrispondono a piano tariffario prescelto.

E’ grave che in caso di contestazioni di fatture, le società telefoniche rispondano genericamente “che è tutto regolare” senza aver provato che ciò sia vero. E’ per tali ragioni – continua l' avvocato Sara Serritiello – che il cittadino si ritrova obbligato ad adire le vie legali per il riconoscimento di diritti, ragione per la quale gli sportelli della Confconsumatori di Grosseto continuano a riscontrare vicende simili e comportamenti scorretti da parte dei gestori della telefonia che non rimangono però senza voce".

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