Emergenza predatori Cia Toscana chiede di eliminare ibridi e randagi

Il vicepresidente Cia Toscana Enrico Rabazzi in Consiglio regionale: «Eliminare ibridi e randagi, sostenere gli allevatori con interventi preventivi e risarcimento danni»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2014 16:14
Emergenza predatori Cia Toscana chiede di eliminare ibridi e randagi

La petizione sull’emergenza ungulati e predatori, approvata dall’Assemblea regionale Cia nei giorni scorsi, ha ottenuto un primo risultato: il Presidente della Commissione agricoltura del Consiglio regionale Loris Rossetti, ha infatti promosso questa mattina un’audizione con le organizzazioni agricole ed esperti, per approfondire l’emergenza predatori, annunciando un analogo incontro a breve sul tema ungulati. Secondo Cia Toscana, che è intervenuta all’incontro con il vicepresidente Enrico Rabazzi, le priorità sono due: un piano urgente per l’eradicazione di ibridi e randagi e l’adozione di misure immediate a sostegno degli allevatori.

«Per risolvere il problema non c’è da inventarsi nulla – ha sottolineato Enrico Rabazzi – è lo stesso piano per la conservazione del lupo elaborato dall’ISPRA a fornirci le risposte. In quel documento, l’ISPRA individua nel fenomeno dell’ibridazione del lupo la principale minaccia alla sua conservazione ed alla biodiversità, proponendo misure drastiche per l’eliminazione degli ibridi e dei randagi. Basterebbe applicare quel piano – ha proseguito Rabazzi – per ridimensionare fortemente il problema.

Tuttavia uno degli ostacoli da rimuovere – ha concluso il vicepresidente Cia Toscana – sono le norme della Legge 281/91, che impongono ai Comuni il mantenimento e l’accudimento dei cani catturati, con costi elevatissimi ed insostenibili per gli Enti locali». Sul fronte degli interventi a sostegno degli allevatori, la Cia Toscana propone una strategia basata su due azioni: «Va superato il sistema basato sull’assicurazione – ha aggiunto - che si è rivelato assolutamente inefficace; occorre ripristinare al più presto il risarcimento dei danni, comprendendovi i danni diretti ed indiretti.

Inoltre occorre garantire la totale copertura dei costi per le azioni di prevenzione, i cui costi non possono gravare sulle imprese. Gli allevatori non possono più attendere – ha concluso –, ci aspettiamo dalla Regione Toscana e dal Governo provvedimenti rapidi ed efficaci». Evitare interventi a zona, censire i predatori e comunicare informazioni chiare sugli indennizzi che ci sono e che la Regione ha già messo in campo. Queste le azioni prioritarie che il presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti (Pd) ritiene necessarie per affrontare il problema degli attacchi di lupi e ibridi ormai divenuti un’emergenza per la zootecnia della regione.

A margine dell’audizione di oggi, mercoledì 19 febbario, con tutti i soggetti direttamente interessati, il presidente ha puntato il dito sul rischio che “azioni non condivise possano produrre effetti ancora più dannosi”. “Occorre il confronto, già avviato con questa audizione, per cercare insieme le soluzioni migliori, nel rispetto degli allevatori, ma anche dei lupi che sono e restano animali protetti”, ha osservato Rossetti. Via quindi ad “azioni coerenti e uniformemente distribuite sul territorio, per affrontare nell’immediato l’emergenza ma che siano anche capaci di incidere in maniera strutturale”, a partire da un “censimento chiaro dei predatori per capire la specie che attacca”.

Parallelamente, è opportuno fornire informazioni adeguate sulle tipologie di indennizzi che il presidente ha ricordato essere “già stati stanziati negli anni”. “La Giunta – ha detto ancora Rossetti – sta lavorando ad un piano specifico per formalizzare le linee di intervento. Il Consiglio farà altrettanto elaborando una proposta con l’obiettivo di tutelare il valore dell’attività di allevamento, decisivo per il presidio delle zone marginali e per contrastare il dissesto idrogeologico”. La ricerca di metodi e soluzioni al problema dei predatori, è stata discussa e approfondita da tutti i soggetti intervenuti all’audizione.

Da quanto è emerso, l’incremento del numero dei lupi risulta evidente soprattutto negli ultimi anni. “Si ipotizza - ha spiegato Marco Apollonio, docente universitario - che alla fine degli anni ’80 ci fosse una popolazione media di circa 100 esemplari, mentre oggi siamo intorno ai 320 capi, divisi in 70 branchi”. Anche per quello che riguarda la distribuzione sul territorio ci sono stati dei cambiamenti. “Se fino a qualche anno fa i lupi erano concentrati in determinate zone, oggi l’insediamento è pressoché uniforme”. La presa di distanza dai fatti di cronaca riportati su molti quotidiani locali e legati a fenomeni di violenza nei confronti dei lupi o supposti tali è stata unanime. Varie e articolate le proposte.

“Crediamo sia necessario – ha dichiarato Coldiretti Toscana - sostenere economicamente gli allevatori che mettono in pratica azioni per prevenire gli attacchi, oltre a garantire congrui indennizzi”. “La legge in materia di risarcimenti non funziona” ha detto Confagricoltura di Grosseto. “Si dovrebbe lavorare tanto sulla forma diretta, collegata alla perdita dell’animale, che sul risarcimento del danno indiretto su base forfettaria”. Anche se, ha rilevato Ara (Associazione regionale agricoltori), occorre operare una “distinzione tra i diversi animali e il loro valore”.

Sul fronte del riconoscimento dei predatori, l’Istituto zooprofilattico della Toscana si è detto “disponibile a fornire tutto il supporto tecnico e scientifico necessario”. Sul tema del randagismo, è stato ricordato come la nostra regione sia stata la prima ad introdurre, nel 1987, l’anagrafe canina, alla quale sono iscritti oggi 500mila cani. I dati resi noti dall’azienda sanitaria fiorentina, rilevano come in Toscana la popolazione canina randagia sia inferiore alla media nazionale.

“I numeri stanno tuttavia cambiando. Gestire randagi è un costo ingente, in particolare per i comuni. È necessario agire anche su questo fronte, tramite sterilizzazioni, intese non come castrazione ma come vasectomia, e formazione degli operatori”. "Piccola fauna stanziale. Scelte gestionali per garantire fauna di qualità": questo il titolo del convegno che si svolgerà venerdì 21 febbraio presso l'auditorium del Consiglio regionale in via Cavour 4 a Firenze. L'iniziativa è organizzata dal settore "attività faunistica venatoria" della Regione ed è il terzo appuntamento di discussione dopo quello dedicato agli ungulati e alla selvaggina migratoria. Stavolta l'argomento è la fauna stanziale e l'obiettivo è quello della qualità.

"La Toscana- si spiega nell'invito – ha investito molto sul territorio per garantire un buon habitat a fagiani, lepri, starne e pernici. L'impegno profuso dagli ambiti territoriali di caccia per il miglioramento ambientale è stato sempre forte ed economicamente impegnativo. Purtroppo cause esogene quali i cambiamenti climatici in corso, le diverse abitudini colturali, il mutato modo di vivere e gestire il territorio rurale e talvolta la scarsa attenzione da parte dell'utenza venatoria hanno vanificato parte del lavoro.

E' giunto il momento di inserire il concetto di qualità in questo settore di attività faunistica." L'inizio dei lavori è previsto per le 9,30 con l'introduzione dell'assessore all'agricoltura e foreste, Gianni Salvadori. Seguiranno interventi di vari esperti che affronteranno tutti gli aspetti inerenti le tematiche del convegno. Il termine è previsto intorno alle 13.

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