Centro Di: 50 anni di editoria artistica in mostra a Firenze

Il libro, inteso come oggetto quotidiano o raffinato esemplare per intenditori, è da sempre il mezzo più completo per diffondere la cultura, e fissarne nel tempo le varie fasi evolutive

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2014 16:40
Centro Di: 50 anni di editoria artistica in mostra a Firenze

FIRENZE - Il libro, inteso come oggetto quotidiano o raffinato esemplare per intenditori, è da sempre il mezzo più completo per diffondere la cultura, e fissarne nel tempo le varie fasi evolutive. A Firenze, il Centro Di (Centro di Documentazione Internazionale sulle arti), festeggia mezzo secolo di attività editoriale, avendo accompagnato dal 1964 il lungo e proficuo cammino dell'arte contemporanea italiana, ma non solo di questa. L'Ente Cassa di Risparmio, con il patrocinio del Comune, ha promossa A misura di libro, 50 anni di edizioni Centro Di 1964/2014, la mostra che rende omaggio a questa importante, ormai storica, realtà culturale cittadina.

Fondato nel 1964 da Ferruccio Marchi, con l'esperienza della collana Contemporanea, sin dagli esordi il Centro Di ebbe vocazione innovativa, dando spazio, fra gli altri, alla critica cinematografica e alla politica italiana e internazionale. Conclusa la breve esperienza della collana, dal 1966 il Centro (che nascerà formalmente nel '68), si apre all'editoria d'arte, con la prima traduzione italiana degli scritti sul Surrealismo di André Breton. Da questo episodio, prende le mosse un attento e raffinato percorso di confronto e scoperta dell'arte contemporanea, senza tralasciare quella antica e moderna, che ha la sua lente d'ingrandimento nei cataloghi e volumi editi da Marchi.

Il libro d'arte ne esce completamnete rivoluzionato, in linea con le tendenze artistiche di quella metà degli anni Sessanta. La fotografia di un'opera cessa di essere documentaria e diventa interprete, le pagine acostano con libertà l'antico e il moderno, il capolavoro e l'oggetto quotidiano. Numerosi gli eventi artistici di primo piano immortalati nei cataloghi del Centro, fra cui ricordiamo nel '67 quello per la mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935, caratterizzato da essenzialità e rigore, in tono con l'argomento trattato.

La fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, sono caratterizzato dall'utilizzo costante del bianco e nero minimalista, che sublima, ad esempio, il catalogo dedicato all'architettura giapponese contemporanea, edito nella primavera del '69. Si spazia nei vari ambiti artistici, attraverso mostre tenutesi a Firenze e in Toscana. Ma il Centro Di, si identifica principalmente con l'arte contemporanea, che negli anni Sessanta a Firenze, era ancora guardata con sospetto. Marchi seppe inserirsi da pioniere nella scena contemporanea, e critici quali Ragghianti, Bonito Oliva e Celant, sono tra i primi a collaborare con il Centro, che diviene ben presto un'affermata realtà internazionale, al punto che il MoMa di New York lo scelse per curare i suoi cataloghi.

Curata da Giovanna Uzzani, la mostra raccoglie 83 pezzi, esposti presso l'Ente Cassa, che ripercorrono questo lungo e interessante percorso sull'arte internazionale; dai primi sei numeri di Contemporanea, al volume di Breton, alle prime collaborazioni con Ragghianti, spaziando da Ingres agli architetti giapponesi del Novecento, passando per Parmiggiani, Aldo Rossi, i mobili di Palazzo Pitti e il gotico senese, per giungere al catalogo generlale degli Uffizi, alle istallazioni del Centro Pecci di Prato, e i libri d'artista di Maurizio Nannucci.

Un vasto affresco del quale ogni tassello è puntualmente raccontato nelle splendide pagine esposte. Il Museo Marini, ospita invece la vicenda personale di Ferruccio Marchi e della moglie Alessandra, attraverso una scelta di libri da loro personalmente raccolti. La libreria del Centro Di, aperta al pubblico, sin dagli anni Settanta rappresenta un luogo dove trovare il meglio di quanto pubblicato sull'arte a livello internazionale. In esposizione, al Museo, una scelta di cataloghi su storiche mostre quali le Biennali di Venezia degli anni Sessanta, volumi d'arte concettuale, fra cui quelli dedicati a Sol LeWitt e Ermanno Migliorini, e libri d'artista, oltre a una serie sull'arte cinetica.

La sezione della mostra ospitata dal Museo, sarà inaugurata il 28 febbraio alle 19, con Miroirs, un concerto di Daniele Lombardi. In linea con la filosofia del Centro Di, il catalogo della mostra costituisce un raffinato esempio di editoria d'arte, arricchito da belle foto e approfonditi saggi introduttivi. Nonostante la difficilissima congiuntura economica, l'Ente Cassa continua a investire nella cultura, contribuendo a diffondere la conoscenza dei settori a torto poco noti del patrimonio firoentino, come è quello dell'editoria d'arte.

Una mostra che ha una valenza particolare, poiché tende a ribadire l'importanza di un oggetto, il libro, oggi troppo spesso accantonato in favore di più o meno varipinti gadgets tecnologici, forse accattivanti nella forma, ma invero assai poveri da un punto di vista strettamente concettuale. La dimensione virtuale rischia di portare alla scomparsa, o comunque al forte ridimensionamento, di un approccio alla cultura fatto di lentezza, concentrazione, appagamento estetico, e un lungo perdersi nella riposante dimensione della pagina coperta di parole.

Sensazioni che forse, un triste domani, potrebbero non appartenerci più, quando la tecnologia sarà diventata un fine, e non più un mezzo. La mostra è visitabile dal 19 febbraio al 23 aprile, tutti i giorni, nello Spazio Mostre dell'Ente CaRiFi di via Bufalini 6 (ingresso libero), mentre la sezione ospitata al Museo Marino Marini, sarà visitabile dal 1 marzo al 26 aprile. Ulteriori informazioni su orari e biglietti, al sito www.museomarinomarini.it.

Niccolò Lucarelli

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