Cannabis terapeutica, Toscana pronta ad un confronto serio

L'uso terapeutico della cannabis è un tema di grande attualità, che la Regione Toscana ha affrontato da tempo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2014 17:55
Cannabis terapeutica, Toscana pronta ad un confronto serio

FIRENZE - "Una iniziativa importante l'incontro sulla 'Canapa medica', organizzato oggi in Consiglio regionale, a cui mi dispiace non poter partecipare. L'uso terapeutico della cannabis è un tema di grande attualità, che la Regione Toscana ha affrontato da tempo. Condivido pienamente i contenuti della proposta di legge del senatore Manconi. Anche noi come Regione, dal maggio 2012, disponiamo di una legge che accelera le procedure di ottenimento dei farmaci a base di cannabis". Così il presidente Enrico Rossi sull'incontro organizzato nel pomeriggio di oggi da Enzo Brogi, cofirmatario della legge regionale, per presentare il libro di Fabrizio Dentini, "Canapa medica, Viaggio nel pianeta del Farmaco 'proibito' ", con la partecipazione di Luigi Manconi, proponente di un disegno di legge nazionale depositato in Senato e del medico toscano Fabrizio Cinquini, sperimentatore dell'uso terapeutico della sostanza, arrestato l'estate scorsa per coltivazione di cannabis. "Anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale - aggiunge Rossi - che ha cancellato la legge Fini-Giovanardi per le droghe leggere, una legge che ha riempito le carceri e creato sofferenze inutili concentrate su ragazzi e poveracci, credo che sia opportuno confrontarsi sul tema cannabis medica da un punto di vista non solo terapeutico ma anche etico.

La giunta ha di recente approvato (nel dicembre 2013) un regolamento attuativo della legge del 2012 mirato a garantire un uso appropriato del prodotto cannabis. So che su questo testo e sulla sua corrispondenza con i contenuti della legge regionale ci sono valutazioni critiche. Il messaggio che voglio mandare oggi, in occasione di questo incontro, è anche quello di una disponibilità ad un confronto serio e aperto su questo tema". Tante storie, 64 per l’esattezza, di pazienti che si curano con la cannabis, dopo aver provato terapie tradizionali che però, nel loro caso, hanno fallito.

Le racconta, nel libro “Canapa medica – Viaggio nel pianeta del farmaco ‘proibito’” (Chinaski edizioni) il giornalista e scrittore Fabrizio Dentini. Dal glaucoma all’Hiv, dall’epatite C ai tumori, il giornalista dedica a ogni malattia un capitolo, arricchito dalle testimonianze di coloro che, danneggiati dagli effetti collaterali delle medicine tradizionali, o non vedendone i benefici sulla propria condizione, si sono avvicinati al farmaco canapa. Quasi sempre senza l’aiuto dei medici curanti, che non prescrivono il farmaco, gettando così i propri pazienti, oltre che nello sconforto più totale, anche in mano all’illegalità. Il volume è stato presentato questo pomeriggio nella sala Affreschi di palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale.

A coordinare l’appuntamento c’era il consigliere regionale Enzo Brogi. Sono intervenuti il senatore Luigi Manconi, primo firmatario del disegno di legge sulla depenalizzazione dei derivati della cannabis ed il medico Fabrizio Cinquini. “Canapa medica”, nelle intenzioni dell’autore, si “rivolge ai pazienti, ai medici, ai farmacisti, agli operatori del settore sanitario, ma anche agli assistenti sociali, alle forze dell’ordine ed ai giudici dei tribunali. Il suo scopo è normalizzare il rapporto della società italiana con la pianta della canapa”.

L’argomento è di fatto di scottante attualità e oggetto di dibattiti e polemiche, visti anche i progetti di legge sulla depenalizzazione dei derivati della cannabis. La Toscana è stata la prima regione in Italia ad aver approvato nel maggio 2012 una legge regionale che dava il via libera all'utilizzo di cannabinoidi, a carico del sistema sanitario, per determinate patologie, compreso il dolore oncologico. Legge che ad oggi è ancora largamente inapplicata. “Ci sono battaglie – ha dichiarato Enzo Brogi consigliere regionale Pd e promotore della legge della Regione Toscana sull’accesso ai farmaci cannabinoidi - che si rafforzano nel tempo e trovano alleati che provengono da diversi mondi.

Quella della libertà di cura, della regolamentazione all’accesso ai farmaci cannabinoidi, è una di queste. Si tratta di un’istanza di civiltà da affrontare sia dal punto di vista legislativo, sia da quello culturale. Proibire non serve a niente. Regolamentare e conoscere, invece, sì. In Toscana siamo stati i primi a legiferare in materia, ma allo stato delle cose, i regolamenti attuativi della legge devono essere migliorati”.

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