Nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato, ecco cosa cambia in Toscana

Aggiornato e ridefinito alla luce dei cambiamenti della situazione economica nazionale, tagli delle risorse, spending review, il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2014 15:23
Nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato, ecco cosa cambia in Toscana

FIRENZE - Piano Sanitario e Sociale Integrato al via. Il risultato è un prodotto di alto profilo, che consolida i risultati ottenuti e guarda al futuro, con interventi molto innovativi. Un Piano che guarda avanti, ereditando un lavoro ben fatto. E perfettamente in linea con il Patto per la Salute che verrà siglato a Roma tra Governo e Regioni. Aggiornato e ridefinito alla luce dei cambiamenti della situazione economica nazionale, tagli delle risorse, spending review, il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta.

Stamani gli assessori Luigi Marroni (diritto alla salute) e Salvatore Allocca (welfare e politiche per la casa) lo hanno presentato alla stampa, illustrandone i contenuti e gli aspetti innovativi. "Questo Piano Sanitario e Sociale Integrato rappresenta per noi una grande sfida, particolarmente significativa in questo momento così complesso e in evoluzione - ha detto l'assessore Luigi Marroni - Il Piano era stato approvato dalla giunta nel 2011. Da allora, sono trascorsi due anni segnati da una profonda crisi economica e da normative statali che hanno richiesto un continuo e difficile lavoro di adeguamento da parte di tutto il sistema regionale, un percorso di profonda verifica e di riorganizzazione dell'intero sistema.

Il sostanziale pareggio del bilancio 2012 ci ha consentito di riavviare il percorso di approvazione del Piano, per arrivare alla sua adozione definitiva e alla sua consegna alle strutture, agli operatori, alla cittadinanza. La sanità toscana è in piedi, in buona salute, e anzi è migliorata. I conti sono sotto controllo. I due anni della "traversata del deserto", anziché indebolirci, ci hanno rafforzato. Sta continuando il processo di investimento e completamento della rete ospedaliera. Dal punto di vista economico, l'importo che è stato investito nel nuovo millennio per le strutture ospedaliere attualmente operative è di 3.000.000.000 di euro, consentendo anche di procedere alla realizzazione dei quattro nuovi ospedali con tempi contenuti.

Una serie di classifiche nazionali dimostrano che siamo tra le prime Regioni, e siamo migliorati proprio negli anni della stretta economica". "Finalmente – dice l'assessore Salvatore Allocca - la stesura definitiva del Piano è approdata in giunta. Il lavoro di questi mesi ha prodotto un atto importante, anche se condizionato nei tempi da una ricorrente incertezza del complessivo quadro normativo e finanziario. Le critiche relative all'allungamento dei tempi sono legittime, ma adesso è necessario che il Piano, subito dopo l'approvazione in giunta, segua in tempi brevi il suo corso in commissione ed in consiglio.

Alcuni quotidiani hanno parlato di una discussione che si è aperta sull'ipotesi di rinvio dell'atto alla prossima legislatura. Non sono d'accordo. Il documento – conclude l'assessore - certamente è da discutere, da valutare e migliorare in sede di commissione, ma resta un atto fondamentale, non solamente necessario per la programmazione in campo sociale e sanitario, ma anche per l'elaborazione di nuovi contenuti di sistema imposti dalla crisi in atto". Ora che è stato approvato dalla Giunta, il Piano proseguirà il suo iter in Consiglio Regionale: quarta commissione, e quindi in aula. Le sette azioni prioritarie liste di attesa per la chirurgia, con particolare riguardo all'oncologia odontoiatria continuità ospedale-territorio e assistenza domiciliare benessere degli operatori salute di genere ricerca scientifica liste di attesa per specialistica e diagnostica strumentale Vediamole in dettaglio: 1) Il miglioramento della gestione delle liste di attesa per la chirurgia, con particolare riguardo al percorso assistenziale oncologico.

I documenti internazionali indicano diagnosi precoce e qualità del trattamento come fattori determinanti per garantire maggiori probabilità di sopravvivenza a un tumore. Quindi sono necessari: rigorosi programmi di screening di alta qualità, e, una volta diagnosticato il tumore, cure oncologiche rapidamente accessibili e di alta qualità. Le aziende sanitarie devono ridisegnare l'offerta specialistica chirurgica, in particolare oncologica, in funzione degli standard di volume specificamente previsti. Verranno fissati nuovi e puntuali criteri di accesso alle liste uniche chirurgiche, che costituiranno un preciso vincolo per le aziende sanitarie e le strutture di riferimento. Saranno definite modalità di accesso improntate alla massima trasparenza, con priorità per il percorso oncologico.

Saranno individuati modalità e luogo di accesso in tempi certi nell'ambito dell'azienda di appartenenza del cittadino e, nel caso non sia possibile assicurare l'intervento nei tempi previsti, garantendo l'accesso in qualità e sicurezza in strutture nell'ambito dell'Area Vasta. Saranno realizzate anche azioni informative rivolte ai cittadini, per garantire, per ogni rete di Area vasta, informazioni specifiche sul percorso oncologico e sui centri autorizzati ad eseguire la fase chirurgica e le altre fasi del percorso. 2) Il miglioramento dell'offerta di prestazioni odontoiatriche.

La salute orale e l'accesso alle cure odontoiatriche rappresentano un obiettivo prioritario di sanità pubblica, in particolare per i bambini, gli anziani, i malati cronici. Ad oggi, solo l'8% dei cittadini beneficia del servizio di odontoiatria pubblica. La sfida è quella di adottare iniziative volte ad ampliare l'accesso alla prevenzione e alle cure, con particolare riferimento alle fasce deboli della popolazione per età o condizione economica. Quindi: - promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse della bocca; - svolgere una ricognizione dell'offerta attuale e all'analisi dei bisogni delle categorie più a rischio; - sulla base dei risultati raccolti, ottimizzare l'offerta pubblica; - definire modalità innovative di collaborazione con il privato; - stilare nuove linee guida per le aziende sanitarie. 3) Il rafforzamento della continuità ospedale-territorio e dell'assistenza domiciliare, attraverso l'utilizzo delle tecnologie.

Nella nostra regione il numero degli anziani è in costante aumento. Di conseguenza, crescono anche le persone affette da una o più patologie croniche, e le persone non autosufficienti. L'esigenza è quella di intervenire sul territorio con servizi domiciliari adeguati, soprattutto nelle aree periferiche o geograficamente critiche, che in una regione come la Toscana, con zone montane e isole, non sono poche. Il progetto prevede di introdurre la telemedicina in ambito sanitario (televisita, teleconsulto, telesalute) e la teleassistenza in ambito socio-assistenziale.

Cioè assistenza medica e infermieristica a distanza, sostitutiva o integrativa delle forme tradizionali. 4) Il miglioramento organizzativo per il benessere degli operatori del Sistema Sanitario Regionale. La sanità toscana conta circa 50.000 dipendenti. Benché sempre più dominata dalla tecnologia, la sanità non può prescindere dal fattore umano. Un'azienda sanitaria va considerata come un insieme di talenti, capacità, competenze e idee: un capitale intellettuale, non tangibile, dove l'intelligenza delle persone e dell'organizzazione diventano protagonisti e dove ognuno è al tempo stesso cliente e fornitore di servizi.

Dunque conoscere le opinioni, mettersi in ascolto e portare avanti interventi ad hoc dai quali emergano criticità è essenziale per migliorare le prestazioni e la soddisfazione dei lavoratori. La Regione ha già effettuato attività di rilevazione sul clima interno, sullo stress lavoro-correlato e su variabili individuate specificamente in seguito a preliminari indagini descrittive effettuate nelle aziende sanitarie. Sia a livello regionale che nelle singole aziende verranno sviluppate iniziative volte a superare i problemi, valorizzare e motivare gli operatori.

A livello regionale verrà sviluppato e consolidato il Centro di riferimento regionale sulle criticità relazionali. A livello aziendale, si prevede lo sviluppo delle consulenze psicologiche rivolte agli operatori, azioni finalizzate a migliorare l'ambiente lavorativo e a incrementare il dialogo tra azienda e operatori, pratiche per contrastare lo stress e sviluppare il benessere fisico, psicologico e sociale di ciascun lavoratore, con una particolare attenzione alle donne in gravidanza. 5) Lo sviluppo di un approccio di genere alla salute dei cittadini.

Le differenze di genere hanno un forte impatto sull'incidenza e sul decorso di molte patologie, che spesso hanno sintomi, decorso clinico e esiti diversi nella donna e nell'uomo. Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma sono più esposte alle malattie, passano la maggior parte della vita in condizioni peggiori degli uomini, e generalmente assumono più farmaci. Secondo l'ultima indagine quinquennale ISTAT su "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", confermata per la Toscana dal primo "Report sulla Salute di genere" realizzato dall'ARS, l'Agenzia di sanità della Regione, le donne sono affette con maggior frequenza degli uomini da quasi tutte le patologie croniche: osteoarticolari, neurodegenerative, diabete, tiroidee, ipertensione arteriosa, vene varicose, osteoporosi, cefalea.

Diverso è il modo di reagire ai farmaci tra uomini e donne, ma finora i farmaci sono stati testati quasi esclusivamente sugli uomini. La salute non è neutra e anche in medicina va applicato il concetto di diversità, per garantire a tutti, donne e uomini, una reale equità e il miglior trattamento possibile in funzione della specificità di genere. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità e l'Unione Europea indicano la necessità di assumere la salute delle donne e delle bambine come elemento prioritario dello sviluppo sociale per ridurre diseguaglianze e promuovere l'equità. La medicina di genere è ormai una realtà da cui non si può prescindere: non una specialità a se stante, ma come un'integrazione trasversale di specialità e competenze mediche, perché si formi una cultura e una presa in carico della persona che tenga conto delle differenze di genere. La Toscana ha istituito, all'interno del Consiglio sanitario regionale, un'apposita Commissione permanente per le problematiche della medicina di genere.

Con le aziende sanitarie verranno sviluppate azioni che garantiscano la presa in carico nell'ottica di genere, la formazione degli operatori, la realizzazione di ricerche finalizzate. 6) La promozione della ricerca per la salute e la valorizzazione dei risultati. La ricerca sanitaria, intesa come parte integrante delle attività del Servizio Sanitario Regionale, è elemento fondamentale per garantire ai cittadini una sanità efficiente e rispondente ai reali bisogni di assistenza e cura.

In ambito sanitario, promuovere una ricerca di qualità costituisce un investimento che alimenta le conoscenze scientifiche e operative, a beneficio dello stato di salute dei cittadini, della qualità del servizio sanitario e dello sviluppo economico del territorio. Tra le azioni previste per promuovere la ricerca per la salute e valorizzarne i risultati: incrementare le capacità progettuali e operative del sistema regionale della ricerca per la salute; sviluppare la piattaforma Dipint, con il sistema universitario, per l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca; valorizzare i risultati della ricerca biomedica; promuovere collaborazioni e sinergie tra i vari attori della ricerca. 7) Il miglioramento del sistema di gestione delle liste d'attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale.

I tempi e le liste di attesa registrano un progressivo incremento che, se non rallentato o invertito, può determinare un razionamento della domanda, sia in termini di equità che di efficienza. Lunghi tempi di attesa possono inibire infatti la richiesta, anche in presenza di effettiva necessità, e sono un forte incentivo a spostarsi verso prestazioni private a pagamento, riducendo così l'equità nell'accesso ai servizi sanitari. Queste le azioni individuate per governare e controllare i tempi e le liste di attesa: - responsabilizzazione clinica e appropriatezza prescrittiva.

Nelle procedure di prenotazione dovrà essere indicata la classe di priorità: U (urgente), da eseguirsi nel più breve tempo possibile, e comunque entro 72 ore; B (breve); D (differibile); P (programmata) e si dovranno sviluppare programmi di appropriatezza; - ridisegno delle relazioni tra medicina generale e specialistica ospedaliera: la nuova organizzazione della medicina generale nelle Aft (Associazioni Funzionali Territoriali) e nelle aggregazioni multiprofessionali e multidisciplinari, anche attraverso le Case della Salute, rappresenteranno il luogo e la dimensione culturale delle nuove relazioni tra specialisti ospedalieri/ambulatoriali e medici di famiglia; - promozione dell'estensione di CUP (Centro Unico di Prenotazione) di seconda generazione, che facilitino la relazione tra professionisti, promuovendo la distinzione tra agende di prima prenotazione e agende di follow up; - utilizzo dell'attività libero professionale intramuraria come ulteriore possibile strumento per il governo delle liste e il contenimento dei tempi di attesa.

Le prestazioni erogate in questo regime contribuiranno ad integrare l'offerta istituzionale. Questa libera professione "aziendale" dovrà essere concordata con i professionisti e sostenuta dall'azienda sanitaria, riservando al cittadino solo l'eventuale partecipazione al costo; - introduzione dei Poli ad alta produttività, come modello organizzativo sperimentale, anche con possibile estensione dell'orario tradizionale, per alcune prestazioni di diagnostica specialistica; - valorizzazione del ruolo fondamentale della comunicazione e dell'informazione agli utenti, promuovendone anche la partecipazione alle decisioni delle aziende sanitarie, assieme alle associazioni di tutela dei consumatori e di volontariato; - ridisegno dell'offerta specialistica clinica. Per la prima volta il Piano è sanitario e sociale insieme, con una forte integrazione che, accanto a capitoli strettamente sanitari - screening, lotta ai tumori, rete ospedaliera, rischio clinico, malattie croniche, materno infantile, ecc.

- ne vede altri squisitamente sociali, come i diritti di cittadinanza, il diritto alla casa, il contrasto alla fragilità e alla disuguaglianza, in una logica di pensiero e di stesura univoca. La rete territoriale. L'ulteriore sviluppo della rete territoriale rappresenta uno degli obiettivi qualificanti del Piano. Attraverso una maggiore strutturazione si intende perseguire una effettiva presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini. Le linee di intervento sono la nuova modalità di lavoro della medicina generale in forma aggregata, le equipe multidisciplinari e multiprofessionali nel territorio e la creazione di luoghi fisici di risposta complessa, tra cui le Case della Salute. La rete ospedaliera.

Anche dal confronto con le altre regioni italiane, emerge la qualità e l'eccellenza della rete ospedaliera toscana. La Toscana presenta ottimi indicatori di performance e di esito delle cure, come si rileva da tutti i rapporti di confronto pubblicati in merito. Pur tuttavia il nuovo Piano intende accrescere l'azione coordinata della propria rete, sviluppando reti cliniche e caratterizzando le funzioni dei diversi ospedali, in maniera tale che ognuno trovi la sua specifica vocazione all'interno della stessa.

Si coglie inoltre la sfida della necessità di concentrare le attività laddove ci siano evidenze di patologie i cui esiti migliorino in base ai volumi di casistica trattata. La rete dell'emergenza-urgenza. Continua la riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza, secondo gli standard di Agenas al fine di garantire il massimo della sicurezza e di innovazione, poiché questa rete rappresenta la cerniera tra ospedale e territorio. La sanità d'iniziativa centrata sulla persona.

Le patologie croniche. Nello scenario di crisi economica che stiamo attraversando, le fasce più deboli della popolazione rischiano di subirne le conseguenze più pesanti. In questo contesto le Cure primarie, in particolare la Medicina generale e la Pediatria di famiglia, rappresentano le risorse generose di conoscenza delle storie di vita e del contesto socioeconomico; a loro è attribuito il ruolo primario di sentinelle attive, e propositori di specifici progetti di salute, per coloro che sperimentano in questi anni condizioni di deprivazione, anche per lo stato nutrizionale, con effetti sulle condizioni di salute.

La gestione della cronicità richiede un approccio basato sulla prevenzione, la proattività, la multidisciplinarità. In Toscana negli ultimi anni si è applicato il Chronic Care Model, che verrà sviluppato e ampliato sulla base dell'esperienza avviata, per assicurare una sempre maggiore presa in carico di tutti i pazienti, sviluppando anche modelli di autogestione della malattia. La medicina personalizzata e la personalizzazione delle cure. Garantire ad ognuno servizi e cure basati sul suo bisogno di salute tenendo conto della variabilità individuale nel rapporto tra genetica, fattori ambientali, stili di vita e storia dell'individuo.

Le cure, tra cui farmaci e terapie, vengono sempre più calibrati secondo le caratteristiche genetiche di ogni cittadino. Nuove modalità di offerta delle prestazioni specialistiche diagnostico-strumentali. La riduzione delle liste di attesa rappresenta uno dei temi fondamentali per la credibilità di un sistema sanitario (vedi comunicato sulle sette azioni prioritarie). Sviluppo delle professioni e delle motivazioni professionali. La qualità dei servizi socio-sanitari non può prescindere dalla qualità dei professionisti e dal loro continuo miglioramento professionale. Dall'aziendalizzazione della sanità alla creazione di un "sistema salute".

Sviluppare un sistema sanitario regionale armonico e unitario, in cui le aziende perseguano obiettivi comuni di salute, focalizzandosi sugli esiti delle cure sulla omogeneità dei trattamenti nella rete regionale. LEP (Livelli delle Prestazioni sociali regionali). Sarà avviato il percorso destinato ad una prima configurazione dei LEP, col duplice scopo di definire un quadro riassuntivo degli obiettivi dei servizi sociali sul territorio e consolidare, e possibilmente ampliare, consistenza e qualità delle risposte presenti. Nuovi criteri di riparto delle risorse alle Società della salute/Zone distretto.

Sarà attivato il processo di revisione degli attuali criteri di assegnazione del finanziamento ordinario, individuando nuovi indicatori in grado di cogliere la dinamica dei fenomeni. L'obiettivo è delineare un sistema di riparto quanto più in linea con i bisogni emergenti dal territorio: popolazione per fasce omogenee di età, disoccupazione, immigrazione, redditi dei singoli e/o famiglie, povertà e altri indicatori che saranno ritenuti confacenti agli obiettivi. Fondo di solidarietà interistituzionale. Sarà attivato il bando per l'attribuzione ai Comuni, che ne avanzino istanza motivata, delle risorse del Fondo di Solidarietà Interistituzionale.

Il fondo, confermato dalla Regione con delibera di giunta nel novembre 2013, viene messo a disposizione degli enti locali per far fronte a spese di carattere urgente ed emergenziale e di difficile sostenibilità a livello locale. Saranno attuate le ulteriori annualità dell'applicazione delle misure prioritarie. Sistema informativo sociale regionale. Sono previste attività di razionalizzazione degli strumenti informativi esistenti (rilevazioni e applicazioni informatiche) e di ampliamento del livello di informatizzazione delle aree del sociale.

Lo scopo è costituire e consolidare un unico sistema informativo sociale. Patti territoriali. A partire dal secondo semestre 2014 ne è prevista l'attivazione, con lo scopo di costruire reti di solidarietà sociale ed avviare, nel modo più omogeneo possibile, le 4 azioni precedenti e favorire il miglioramento dell'accesso al sistema di welfare toscano, anche attraverso il più ampio coinvolgimento dei soggetti del terzo settore che operano sul territorio. Sostegno alle famiglie in difficoltà. Proseguirà il progetto di prestito sociale, già avviato nel 2013, a sostegno di persone e famiglie in situazioni di particolare difficoltà o fragilità socio-economica.

Confermato anche il pacchetto di aiuti alle famiglie (legge 45 del 2013): bonus nuovi nati, famiglie numerose, famiglie con figli disabili e sarà costituito un fondo per la prestazione di garanzie integrative sui mutui immobiliari concessi alle famiglie. Le misure relative ai contributi finanziari, oltre a quelle per il microcredito, hanno sviluppato, ad oggi, un volume di contributi circa 16.500/17.000 famiglie in pochi mesi (dal 7 ottobre 2013). L'imminente redazione della relazione sul primo anno di attività fornirà i relativi elementi di dettaglio.

Verrà inoltre attuato l'accordo tra Regione e Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il riparto di risorse per azioni in favore degli anziani e della famiglia. Casa. Sarà mantenuto il Fondo regionale per il sostegno alla locazione, con risorse regionali che, sostanzialmente, andranno a sostituire il Fondo statale. Confermato anche l'aiuto agli inquilini che, a causa della crisi o di eventi straordinari, si sono trovati a subire uno sfratto perchè impossibilitati a pagare l'affitto.

Sarà attivato il sistema di accreditamento di agenzie sociali per la casa che svolgeranno direttamente nei territori un ruolo di stimolo nei confronti dell'offerta di alloggi in locazione, e di organizzazione della domanda da parte di soggetti in difficoltà nell'accesso al mercato privato dell'affitto. Per incrementare l'offerta di edilizia sociale sono previsti attivazione e gestione di specifici programmi operativi che prevedono la realizzazione di nuovi alloggi Erp, attraverso interventi di recupero o nuova costruzione.

Inoltre è previsto l'avvio di un percorso per individuare iniziative di Social Housing, attraverso il ricorso ai fondi immobiliari ed alle risorse del sistema integrato dei fondi. Sul versante del cohousing e dell'edilizia sostenibile, infine, saranno sperimentati modelli abitativi non convenzionali, attraverso forme innovative di intervento (sperimentazioni già in atto ed interventi di auto costruzione e auto recupero), e si procederà alla riqualificazione del patrimonio abitativo, l'utilizzo di tecniche costruttive innovative di edilizia sostenibile in grado di realizzare edifici ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale anche adottando filiere corte, con particolare riferimento alle tecnologie del legno. Politiche sull'immigrazione.

Ad integrazione del PSSIR è previsto uno specifico 'Piano di indirizzo integrato per le politiche sull'immigrazione', piano pluriennale approvato nel 2012 e valido fino al 2015. Tre i macro-obiettivi: rappresentanza e partecipazione alla vita pubblica dei cittadini stranieri; qualificazione di una rete di servizi informativi rivolti ai cittadini stranieri collegata a una rete di servizi di tutela, contrasto e rimozione degli episodi di discriminazione; promozione di opportunità di apprendimento della lingua italiana nella prospettiva della promozione di una "cittadinanza attiva" intesa come appartenenza piena e consapevole alla vita della comunità. Sicurezza.

Saranno avviate azioni per ampliare a Prefetture, Questure, Carceri ed Aziende sanitarie l'indagine conoscitiva, già avviata nel 2012 nei Comuni toscani, dall'Osservatorio regionale per la lotta alle discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere. Previste anche giornate informative alle forze dell'ordine locali con la collaborazione della Scuola Interregionale di Polizia Locale delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Liguria. Omofobia e disuguaglianze di genere. Saranno sviluppate la seconda fase del progetto 'Omofobia, transfobia e bullismo', rivolto ai ragazzi della Scuola primaria e secondaria, e patrocinato dall'Ufficio Scolastico Regionale, ed azioni di sensibilizzazione nelle scuole per favorire il superamento delle disuguaglianze di genere e la subordinazione delle donne nella società.

Coinvolgimento della Regione nella strategia nazionale di contrasto all'omofobia attraverso la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni (Ready). Tutela dei consumatori. Va avanti il progetto 'Infoconsumo' per mettere in rete soggetti e flussi di informazione, attività di assistenza al cittadino e di informazione/formazione operata dalle associazioni dei consumatori attraverso il Centro Tecnico per il Consumo. La presentazione del nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale è stata anche l'occasione per fare il punto sulla sanità toscana.

Una sanità che è sempre stata, è e sarà per tutti, pubblica, innovativa e di qualità. "Quelli passati sono stati due anni molto difficili, in cui per la prima volta le risorse sono diminuite - ha detto l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Nonostante questo, la sanità toscana è in piedi, in buona salute, e anzi è migliorata. I due anni della "traversata del deserto", anziché indebolirci, ci hanno rafforzato. I conti sono sotto controllo. Sta continuando il processo di investimento e completamento della rete ospedaliera.

E una serie di classifiche nazionali dimostrano che siamo tra le prime Regioni, e siamo migliorati proprio negli anni della stretta economica". Toscana in testa nelle classifiche nazionali Il Programma Nazionale Esiti 2012, curato come ogni anno dall'Agenas, colloca la Toscana al top per le cure ospedaliere. Siamo la regione con la più alta percentuale di prestazioni migliori della media, e la più bassa percentuale di prestazioni peggiori. La Toscana è rientrata tra le Regioni adempienti per la cosiddetta Griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza) per il 2012, certificata dal Ministero della salute.

Si è classificata seconda in Italia, dopo l'Emilia Romagna, recuperando ben quattro posizioni rispetto al 2011, che la vedeva al sesto posto. Contestualmente, il Ministro ha presentato anche il Rapporto SDO (scheda dimissioni ospedaliere) 2012, nel quale l'attività ospedaliera delle regioni viene valutata secondo parametri di efficienza e appropriatezza. Dal Rapporto la Toscana risulta essere la regione più efficiente: le degenze medie sono contenute e si ricovera la casistica acuta appropriata.

In base a questo Rapporto, la Toscana viene proposta come riferimento per tutte le altre regioni per efficienza operativa, complessità della casistica trattata, attrattività e mobilità. La Toscana, con 35 progetti di ricerca finanziati (di cui 17 presentati da ricercatori con meno di 40 anni) si è collocata al primo posto tra le Regioni e al secondo posto nella classifica generale dei Destinatari istituzionali dei fondi ministeriali per quanto riguarda la ricerca. Il risultato è stato raggiunto nell'ambito del Bando Ricerca finalizzata 2011-2012 del Ministero della salute. Il concetto di rete "Tutti questi ottimi risultati, per i quali voglio prima di tutto ringraziare gli oltre 50.000 operatori del servizio sanitario toscano - dice l'assessore Marroni - sono stati possibili grazie al concetto di rete, allo sforzo di organizzazione, al costante innalzamento della qualità, all'innovazione, agli investimenti fatti". Un esempio di rete è la riorganizzazione, appunto della rete ospedaliera, all'interno della quale ogni ospedale, grande o piccolo, di primo o secondo livello, ha una propria specificità e ragion d'essere, in una logica di cooperazione.

I Patti territoriali stipulati a livello locale garantiscono lo sviluppo dei piccoli presidi, che con pari dignità vanno a costituire parti essenziali, strutturalmente e professionalmente integrate nella più vasta rete regionale degli ospedali toscani. Gli investimenti Sta continuando il processo di investimento e completamento della rete ospedaliera. L'importo investito nel nuovo millennio per le strutture ospedaliere attualmente operative è di 3 miliardi di euro, consentendo anche di procedere alla realizzazione dei quattro nuovi ospedali con tempi contenuti. Non siamo perfetti Nonostante le classifiche e i riconoscimenti a livello nazionale, sui quali non ci si è adagiati in maniera acritica, la Toscana è consapevole che si può e si deve ancora migliorare.

Per esempio, sulle liste di attesa, alle quali sono dedicate ben due delle 7 azioni prioritarie del Piano sanitario. I ticket I ticket - è il caso di ricordarlo - non sono stati decisi dalla Toscana, ma imposti dal governo nazionale. Anzi, la Toscana ha cercato di correggere questa imposizione, nella direzione di una maggior equità, e ha modulato l'importo dei ticket, differenziandoli in base alle diverse fasce di reddito dei cittadini.

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