Una mostra per ricordare le vittime con disabilità dell’eccidio nazista

In programma a Massa-Carrara, Firenze, Lucca, Pisa, Prato, Livorno e Poggibonsi. Presentazione del libro “Perché il silenzio non sia più silenzio” venerdì 7 febbraio (alle 17) in palazzo Panciatichi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2014 17:00
Una mostra per ricordare le vittime con disabilità dell’eccidio nazista

Firenze, 5 febbraio 2014- Sono state 300 mila le vittime con disabilità, che si aggiungono ai 10 milioni di morti nei campi di sterminio, durante la seconda guerra mondiale. Per ricordarle Anffas Toscana, in collaborazione con Cesvot e con il patrocinio della Regione Toscana, ha deciso di allestire una mostra dal titolo “Perché non accada mai più: ricordiamo” (dal 03/02/2014 al 16/02/2014 a Massa-Carrara, Firenze, Lucca e Pisa e dal 19/02/2014 al 02/03/2014 a Prato, Livorno e Poggibonsi) proprio con l’obiettivo di non dimenticare gli esperimenti e le sofferenze inflitte alle persone con disagio psichico per volontà di medici che avevano portato la psichiatria tedesca ai vertici mondiali.

“Proponendo questa mostra – spiega Fiorella Nari Presidente Regionale ANFFAS Onlus Toscana – la nostra associazione non si pone come scopo prioritario l’approfondimento della conoscenza di quei fatti, piuttosto intende onorare la memoria di quelle vittime innocenti e destare domande e riflessioni su attuali grandi temi filosofici, morali, scientifici e sociali.” La mostra sarà allestita grazie all’impegno e alla disponibilità di 15 volontari ed è composta da 30 pannelli cartacei che saranno esposti in quasi tutte le province della Toscana.

“Per i disabili furono “inventate” le camere a gas – spiega Nari – furono loro le prime cavie dei barbari esperimenti medici su esseri umani. Per loro furono messi a punto i macabri rituali delle camere a gas camuffate da docce, della spoliazione, del recupero degli effetti personali e dell’estrazione dei denti d’oro. Le basi scientifiche da cui tutto partì, con una accurata preparazione attraverso anni di martellante propaganda e per la tipologia dei suoi esecutori, pongono domande inquietanti sul presente e sul futuro.

Per questi motivi si deve conoscere, anche se fare memoria può essere difficile e doloroso.” Salvare i ricordi, per non dimenticare, per testimoniare il dolore e l’orrore alle giovani generazioni. Da questa esigenza nasce il libro “Perché il silenzio non sia più silenzio – Dino Francini, deportato a Mauthausen, nel ricordo della figlia” di Gabriella Nocentini, Edizioni dell’Assemblea. Il libro sarà presentato venerdì prossimo 7 febbraio alle ore 17, nella sala Affreschi di palazzo Panciatichi in via Cavour 4 a Firenze, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria.

Dopo i saluti della consigliera regionale Daniela Lastri, dell’Ufficio di presidenza, interverranno il presidente della Fondazione Museo della deportazione e Resistenza di Prato Marco Romagnoli e la direttrice della Fondazione Museo della deportazione e Resistenza di Prato Camilla Brunelli. Saranno presenti l’autrice e Renata Francini, figlia di Dino Francini. Dino Francini era vicedirettore della banca Commerciale di Firenze, dove fu arrestato nel marzo 1944 perché attivo nella Resistenza.

Fu torturato a “Villa Triste”, deportato prima a Fossoli e poi a Mauthausen e morì nel sottocampo di Gusen dopo soli sei mesi dall’arrivo. “I Carabinieri nella Resistenza” è il titolo dell’incontro in programma a Fiesole (Casa Marchini Carrozza, via Portigiani, 3) venerdì 7 febbraio a partire dalle ore 17. All’iniziativa interverranno, fra gli altri, il Prof. Silvano Priori dell’Istituto della Resistenza Toscana e il Vice Segretario Provinciale ANPI Luigi Remaschi.

L’incontro, che fa parte degli eventi collaterali della mostra “Carabinieri, due secoli di fedeltà. Storia dell’Arma dai tempi del Granduca Leopoldo II ad oggi” ospitata fino al 9 febbraio nella Sala del Basolato del Municipio di Fiesole (piazza Mino), è organizzato dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Sezione di Fiesole –. Per info: info.lupha@gmail.com. I 23 bambini morti nella strage del “Collegino” del 1944 saranno ricordati quest’anno, in occasione del 70° anniversario, conferendo la cittadinanza onoraria simbolica ai bambini figli di genitori stranieri che frequentano l’ultimo anno delle scuole primarie di Sesto Fiorentino.

La cerimonia - costruita grazie alla collaborazione dei dirigenti scolastici - si terrà sabato 8 febbraio alla biblioteca Ernesto Ragionieri alla presenza del sindaco Gianni Gianassi (sala Meucci, ore 11). “Cercheremo così di tenere insieme i diritti di bambini che sono figli di genitori emigrati da una terra che non dava loro sicurezza e dignità con il ricordo della strage dell’8 febbraio 1944 - ha spiegato il sindaco - pensiamo che il Parlamento debba aggiornare una legislazione vecchia e non più all’altezza dei tempi e questa iniziativa approvata dal Consiglio comunale cittadino può essere uno stimolo al Parlamento perché faccia le riforme necessarie oltre che un segno d’affetto e d’integrazione a questi nostri piccoli concittadini”.

A Sesto Fiorentino i cittadini stranieri regolarmente residenti (dati del luglio scorso) sono 4582, di questi ben 1050 sono minorenni e 779 sono nati in Italia. Le commemorazioni ufficiali del 70° anniversario del bombardamento del “Collegino” di Colonnata si terranno invece domenica 9 febbraio a partire dalle ore 11, con la deposizione di corone al Cimitero Maggiore e al tabernacolo in via delle Porcellane, e la messa in suffragio delle vittime alla chiesa di San Romolo a Colonnata. La strage del “Collegino” di Colonnata è uno dei più gravi episodi avvenuti a Sesto Fiorentino durante la Seconda guerra mondiale: l’8 febbraio 1944 una bomba colpì il piccolo collegio di San Pietro che ospitava piccoli di famiglie indigenti.

Sotto le macerie rimasero i corpi senza vita di 23 bambini, tutti di età compresa tra i sette e i dodici anni, e un giovane chierico.

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